lunedì 31 dicembre 2007

Gran Concerto di Capodanno

Blog Siocchezze

in collaborazione con

Orchestra Filarmonica Solitaria di santa maria capua vetere

e la

Banda (larga) dell’unione europea

PRESENTA:

michele

&

anonimo-antonio

in

GRAN CONCERTO DI CAPODANNO
(lyrics)



uttimodellanno

questa sera
ore 20.30
su questo blog:

Gran Concerto di Capodanno

mancate numerosi!

domenica 23 dicembre 2007

Auguri.java (ver 1.0.0)

package it.mik;

import java.io.IOException;

public class Auguri {

private final static char BUON_NATALE = '1';
private final static char BUON_ANNO = '2';
private final static char ENTRAMBI = '3';

private final static String auguri = "desidera farti i suoi migliori
auguri di "
;
private final static String natale = "Buon Natale";
private final static String anno = "Felice Anno Nuovo";

/**
* @param args
*/
public static void main(String[] args) {
if (args.length != 2) {
System.out.println("Per favore, inserire il nome dell'augurante
e dell'augurato"
);
System.exit(0);
}
final String augurante = args[0];
final String augurato = args[1];
System.out.println("Benvenuto/a " + augurante + "! \nScegli il tipo di auguri
che vuoi fare a "
+ augurato + ":");
System.out.println("1) Buon Natale");
System.out.println("2) Buon Anno");
System.out.println("3) Entrambi");
char key = 1;
try {
key = (char)System.in.read();
} catch (IOException e) {
e.printStackTrace();
System.exit(0);
}
System.out.println("Carissimo/a " + augurato + ",");
System.out.print(augurante + " " + auguri);
switch (key) {
case BUON_NATALE:
System.out.print(natale);
break;
case BUON_ANNO:
System.out.print(anno);
break;
case ENTRAMBI:
System.out.print(natale + " e " + anno);
break;
}
System.out.println("!");
}
}


c:\auguri>java it.mik.Auguri Michele "tutta la blogosfera"
Benvenuto/a Michele!
Scegli il tipo di auguri che vuoi fare a tutta la blogosfera:
1) Buon Natale
2) Buon Anno
3) Entrambi
3
Carissimo/a tutta la blogosfera,
Michele desidera farti i suoi migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

Ecco, io quest'anno gli auguri ve li faccio così.

sabato 22 dicembre 2007

ottant'auguri

posto numbero ottanta: un par di cose:

1. iergiorno non postiedi qquà (con due q e con l'accento) postiedi costì, donde partecipai a un concorso letterario, aggiudicandomi il secondo posto. il primo, l'ha fatto un raccomandato, che manco cito, perché è natale e siam tutti più buoni.

2. son appena venuto dentro l'amata terra natìa (l'italia) e mi ha accolto una piacevole distesa di monnezza, sparsa agli angoli delle principali arterie a mo' di decorazione natalizia. i bambini ci facevano i pupazzi di monnezza, visto che qua la neve non c'è mai stata. mia madre mi ha fatto trovare un par di buste sotto l'albero.

3. se non mi si dovesse vedere da queste parti nei prossim giorni, sappiate che io non sono uno che pettina le bambole, c'ho una vita sociale, io, mica come voi.

4. questo post l'ho scritto dal compYuter di anonimo-antonio, che ringrazio con la lingua.

qualora non, auguri.

sorprese, ricchi premi e cotigliòn per il post o di natale o di capodanno, dipende dal tempo

giovedì 20 dicembre 2007

ciò le farfalle nello stomaco


Christmas concert in the atrium

Dear colleagues,

“Il Coro di Belgacom” kindly invites you to a Christmas concert in the Belgacom Towers atrium on Thursday 20 December.

The choir will perform twice during the lunch break: at 12 noon and at 1 p.m..

“Il Coro di Belgacom” was set up in October 2007 as part of The Pulse initiative, and already has about 30 enthusiastic members, who are all Belgacom Group employees. The conductor is Lucien Met den Ancxt.

Be sure to drop by and experience the very first performance of our colleagues from “Il Coro di Belgacom.”

Enjoy the music!

Internal Communication department


non c'è bisogno di traduzione, penso.
l'ultima volta è stato migliari di anni fa, ma le farfalle sono le stesse

mercoledì 19 dicembre 2007

considerazioni post-traumatiche sull'indiscriminato utilizzo del mezzo trasmissivo

un treno in corsa, se ostaggio di terroristi, quando attraversa una stazione ferroviaria, impiega un tempo direttamente proporzionale al numero di terroristi, al numero di soldati dell'esercito degli stati uniti presenti alla stazione, e dei cecchini appostati sui tetti. indipendentemente dalla lunghezza del treno e dalla sua velocità.

su un treno ostaggio di terroristi, non ci sono freni di emergenza: per fermarlo è necessario staccare la locomotiva.

su un treno ostaggio di terroristi c'è sempre un ex marine (o agente della cia o dell'ncis o dell'nsa o del qui-quo-qua) che aspetta di riscattare la propria esistenza dopo aver visto morire il suo migliore amico per colpa di un cattivo.

l'uomo che salverà il mondo lo riconosci subito: è sul treno, e incontra immediatamente una gnocca esagerata. liberissima. intelligentissima. eroinissima. che alla fine gliela dà pure.

per puro caso, il cattivone che ha preso in ostaggio il treno, ha ucciso il migliore amico dell'eroe, ma non lo sa. glielo dice l'eroe.

su tutti i treni di linea c'è quasi sempre un bazooka. l'importante è saper cercare.

il cattivo cattivo è logorroico. ecco perché alla fine muore sempre, perché deve spiegare all'eroe le cause del suo gesto, partendo da un episodio dell'infanzia. lo sanno tutti che in america gli psicologi costano.

il cattivo cattivo muore sempre per ultimo, e di solito non fa mai una fine di merda, tipo sparato all'improvviso, scivolato su una buccia di banana, caduto dal treno a seguito di un attacco di flatulenza particolarmente violento. no, di solito muore a causa dell'arma di distruzione di massa che aveva preparato per sterminare una città grossa come new york o sydney. mai che un cattivone decida di fare un attentato a foggia, che pure non scherza, come abitanti. o a bratislava.

i bonifici bancari possono essere seguiti istante per istante, dollaro per dollaro. con una barra di scorrimento orizzontale che ne indica la percentuale.

se un cattivo (o una cattiva) si redime, muore. di solito ucciso/a dal cattivo più cattivo, proprio a cinque minuti dalla fine della storia.

un gas nervino capace di uccidere nel raggio di 8 km, non passa attraverso le porte di un capanno.

niente, è che ieri sera ho visto proprio un film di merda.

martedì 18 dicembre 2007

facili umorismi

ieri è stato il penultimo giorno del corso di français, firzzi, lazzi e un po' di mazzi, pure.
e la maestra ha detto che se facciamo i bravi, mercoledì che è l'ultimo possiamo fare la festa, tuttinsiemeappassionatamente.
l'importante è che ognuno porti qualcosa, una bibita, un dolce, una torta, una fiaschetta di whysky, insomma, libera interpretazione.
Carmencita, ecuadoregna, porta un piatto tipico ecuadoregno.
Giuseppina, polacca, porta un piatto tipico polacco.
Calogero, ivoriano, porta un piatto tipico ivoriano.

Carmelo, un giovane ghanese con l'intelligenza di un opossum in letargo (senza nemmeno controllare su wikipedia se gli opossum ci vanno, in letargo) mi fa:
«Miké, tu porta i tallitelli! Anzi no! Spaghetti! Anzi no! Pizza!»

il mandolino ce l'ho in macchina, ché sono uno pronto a tutto.

a Carmè, mavvaffanculo, va!


lunedì 17 dicembre 2007

comuni cazioni, disse 'r vizio

adunque, ogni tanto mi sento socialmente (in)utile, per cui oggi beccatevi codeste in-formazioni:

1. ierlaltro questo blog ha superato i 100 visitatori giuornalieri, e lo dico ostentando una certa sicumeta. conscio pure che di questo non frega niente a nessuno.
2. stamattina ho vinto al lotto, la ragguardevole somma di 9,60 €, con un sistemone da 8 euri, giocato in 4. vincita netta: 40 centesimim, ma io ho iniziato la settimana col sorriso, e non è roba da poco. ma pure di questo non frega niente a nessuno.
3. ho trovato un blog interessante, intitolantesi spore al vento. la padrona di casa è matta come un cavallo, ma promuove un'iniziativa seria, alla quale aderisco con sturm und drang, con sense and sensibility e con piacere fisico: intitolasi(ci-mi-tì-vi) "io sto con quelle a gambe larghe", e cerca di fare un po' di informazione sul cancro all'utero. lo so che molti di voi speravano in altri tipi di allargamento degli arti inferiori, tuttavia - a meno che non siate ginecologi (o ghi) - tale divaricazione non dovrebbe tangere le vostre sfere.

Questo è il bannerino fighino fighino che ho messo nei miei bottoncini colorati. Per i lettori feedati lo rimetto qui, così lo vedono anche loro.

i controlli sono l'unica difesa


facciatene buon pro.

venerdì 14 dicembre 2007

sulla via di damasco

questo blog è moderatamente ateo, come il sottoscritto.
questo blog è contro la violenza, come il sottoscritto.
questo blog è aperto al dialogo, come il sottoscritto.

ma se alitalia conferma lo sciopero di natale, prima mi ri-converto alla religione cattolica, poi parto a piedi, e se arrivo in tempo a roma, alla sede centrale faccio una strage. bestemmiando come un turco.

il dono

certa gente ha un dono.
son persone qualsiasi, le incontri per strada o al supermercato.
a volte siedono proprio di fianco a te, in treno o in metropolitana, altre volte ti accorgi che il dono ce l'ha il tuo vicino, il tuo collega, la tua ragazza, il tuo migliore amico.
certa gente ha un dono, e non lo sa.

il dono di rompere i coglioni.

giovedì 13 dicembre 2007

metodi alternativi per la scelta di un acquisto importante

sono mesi che ci penso. ma proprio mesi, eh, sarà da agosto, se non prima. mi voglio regalare un bel pezzo di vetro, un obbbiettivo (con tre bbb) per la mia macchina fotografica, e ho pure deciso di spendere una cifra di tutto rispetto.
io però, di fondo, sono braccino, e allora ecco che cerco, confronto caratteristiche, prezzi, leggo forum, chiedo opinioni, mando mail ad amici e conoscenti che han scattato una foto almeno una volta nella vita, mendico consigli: in tre parole: rompo le scatole.
natale si avvicina, e io ho ristretto la cerchia a 3-4 candidati, con caratteristiche leggermente diverse, diversi zoom, diverse luminosità.
e per scegliere, domenica esplode l'illuminazione: la statistica.
ecco, mi viene questa idea qua: visto che tutte le foto c'hanno nel file le caratteristiche, le informazioni dello scatto, e visto che io sono indeciso su quale focale prendere, cerco su internet un programma che legga queste caratteristiche da tutte le mie foto, e poi mi faccia un bel grafico che mi dice a quale focale ho scattato di più. una statistica su che tipo di foto mi piace fare, un conosci te stesso in quanto fotografo. (ora l'ho sparata veramente grossa)
bello, il programma esiste, è pure aggratis.
epperò funziona solo con le jpeg, e io scatto in raw (il formato originale, e non ho intenzione di convertire in jpeg migliari e migliari di foto).
una persona normale farebbe la conversione, tantopiù che sarebbe una cosa temporanea, con una miserrima perdita di tempo, poi userebbe il programmino, tirerebbe fuori il grafico e amen.
una persona normale.
io ho perso 2 giorni.
perché il programmino me lo dovevo rifare io. ho cercato su internet le specifiche del file, sì, la descrizione di quello proprietario che esce nudo e crudo dalla mia macchina fotografica, e mi son messo a studiare tutto l'informatichese, le proprietà, gli offset, la struttura, bit per bit, byte per byte. poi ho fatto uno script in perl, ore e ore di lavoro per cercare quel byte che contiene la mia informazione, la lunghezza focale. ore e ore di lavoro per scrivere una roba che non fa niente di speciale, cerca sul mio hard disk tutte le foto, e conta quante volte ho usato quella focale. poi stampa un elenco tristissimo, una roba tipo
18mm; 50;
21mm; 35;
25mm; 10;
...
ecc ecc.
messo con i punti e virgola, così lo apro nel foglio di calcolo di openoffice.
lì faccio un po' sposta, muovi, gira, somma, raggruppa, e tiro fuori il grafico. alquanto indecente, ma abbastanza chiaro. mi dice che uso prevalentemente 18 e 55, tutto il resto è noia.
ecco, a me perdere due giorni a studiare le specifiche di un formato grafico, a programmare per leggere informazioni da migliari di file, ad estrarre, manipolare, frullare e impastare dati, a me perdere 'sti due giorni mi ha illuminato e mi ha aiutato a capire. mi ha fatto capire, senza dubbio alcuno che a CSI ne sparano, di cazzate.





mercoledì 12 dicembre 2007

ricordo con assoluta precisione il giorno in cui sono partito dall'italia per venire a vivere in questo splendido reame che è il belgio

era il 18 maggio. 2007.



martedì 11 dicembre 2007

conversazioni, regali

«Amore, cara, mi passi lo zucchero?»
«Certo, caro. Hai deciso che fare?»
«No, tesoro, pensavo di andare a Saint Tropez, ma anche qualche altro posto, giusto per cambiare. Le vacanze sulla neve mi han stufato. Passami la marmellata, per favore.»
«Ma nooo! Dicevo per l'altra questione. Ecco, tieni.»
«Ma Paoletta, lo sai che non voglio discutere di certi argomenti mentre facciamo colazione. Sono sei mesi, oggi, che differenza vuoi che faccia, un giorno in più o uno in meno!»
«Sei il solito pigro! Non sei per niente come tuo nonno! Intanto stiamo diventando gli zimbelli del quartiere.»
«Ma cosa dici mai! Non ci conosce nessuno, nessuno ne parla. Stai tranquilla, ché in europa la maggior parte delle persone nemmeno sa dell'esistenza, del Belgio.»
«Non è vero! Dal parrucchiere, l'altro giorno ho letto che pure in Italia dicono che siamo una monarchia delle banane
«Eh no! L'Italia proprio no! Basta, mi hai convinto! Richiederò subito un governo provvisorio! Passami lo strutto, grazie.»

Stamattina, sul giornale, il re ha detto che urge un governo provvisorio. Probabilmente, però, la conversazione sopra riportata potrebbe non essere avvenuta.

lunedì 10 dicembre 2007

pubblicità progresso

il lavoro nobilita l'uomo.
il lavoro nobilita l'uomo.
il lavoro nobilita l'uomo.

sono sicuro che è esattamente questo il pensiero che per un ora ha albergato nella mente del giuovine dipendente.
no, non io: quello che stamattina era in giacca e cravatta, spalmato sul pavimento all'ingresso, circondato dai cartelli "attenzione, pavimento scivoloso" e deriso dall'altro giuovine che fingeva di lavare a terra.
il tutto condito da un cartello franco-olandese che recitava:


qui potete ammirare messièr Ludovico Van Der Santonastaso, non ha prestato attenzione ai cartelli, e si è sfracellato sulle maioliche.
Qualora lo desideriate, potrete andarlo a trovare domani, al reparto ortopedia del vicino ospedale.

Purtroppo non ho foto a testimonianza del fatto, ma giuro sulla testa di sua nonna che è vero.

ecco, io volevo dire che la prossima volta che mi starò per lamentare del mio lavoro, penserò a questo tipo spalmato sul pavimento.




sabato 8 dicembre 2007

PRIMO!*

Il tipo mi fissa dal'altra parte del marciapiede.
Ha una faccia simpatica, in fondo; sembra uscito un po' da un cartone animato, con un basco nero e gli occhialoni che gli coprono mezza faccia.
gli rivolgo la parola, fa freddo, magari mi distrae.
«Freddo, eh? Anche lei per i biglietti?»
Mi guarda, ha un sorriso ebete. Già lo odio, ma gli rispondo al sorriso.
«Sì, sono un fan. Siamo in grande anticipo, però. Anche lei...»
«Già. Perché non entriamo in quel bar? Le offro un caffè.»
Aspetto.
Da un'ora, aspetto. Non sarà questo tipo anonimo a rovinarmi la giornata.
Il bar è deserto, c'è solo la cameriera e il vecchio. Il vecchio, un capitano di marina, ridotto a una larva umana, sta sulla sua sedia a rotelle, fuma un sigaro dietro l'altro e quando entra un qualsiasi culo femminile s'esibisce in un accesso di tosse pieno di lascivia, che viene interrotto prontamente da un'occhiata fulminante della cameriera.
Il tipo sorseggia il suo caffè, mi parla ma non lo ascolto, mi limito ad annuire a caso.
Aspetto.
Finalmente inizia a barcollare.
La cameriera mi aiuta, lo portiamo di sotto. Il capitano tossisce, si agita sulla sedia, gorgoglia. Ma non può parlare.
La cameriera sorride, mentre lo facciamo a pezzi. Faccio attenzione a non sporcarmi, devo fare in fretta e tornare in strada, ormai è quasi ora e ho tolto dalla strada tutte le seccature.
23. Con questa fanno 23.
Un modo come un altro per ammazzare il tempo, è proprio il caso di dirlo.
Adesso in strada non c'è più nessuno, più nessuno in fila, e tra cinque minuti dovrebbero aprire. Sì, sono soddisfatto. Sarò il primo a comprare il biglietto per il concerto**.

Tutto questo per dire che stamattina ho comprato il bigletto per il concerto di Vinicio Capossela, il 23 febbraio, da piola libri. 80 posti in tutto, e io sono stato davvero il primo. ma solo perché ero lì da due ore, col culo al freddo, che mi sentivo veramente uno stronzo!


*titolo suggerito da un amico-bloggerfamoso
**attenzione, potrebbe non essere accaduto

venerdì 7 dicembre 2007

analisi evolutiva di un giuovine impiegato dell'informescion tecnòlogi

una volta non ero così, una volta ero parco.
e neanche tanto tempo fa, saranno - che so - una cinquina di anni a questa parte.
tipo, mi si è rotto il cavo delle cuffie, quelle sgangheratissime cuffie bianche con il microfonino stile call-center.
il cavo dell'audio, intendo, il microfono funge ancora.
ecco, la prima cosa che ho fatto, è stata mettere una clip per tenere il cavo fermo, ché tutti lo sanno: se zuzzurelleggi col cavetto, prima o poi si sente di nuovo, finché il magico filo interno non smette definitivamente di fare contatto, però tu ci rpovi sempre, scopri dove si è rotto e armeggi, armeggi, e si sente ancora. almeno per un po'.
ecco.
io ieri sera ho compreso, ho realizzato in maniera conscia il mio cambiamento.

cinque anni fa mi sarei accontentato di una clip, una graffetta, un filo di spago, o quello di ferro che serve per chiudere le buste del congelatore: 0 euri, con mastercard
3 anni fa avrei tagliato il jack e ne avrei comprato uno nuovo, spellando il filo e saldandocelo alla bell'emmeglio (con la colla di pesce, col mastice, con la gomma da masticare): 1 euro e 25centesimi, gomme comprese, con mastercard.
1 anno fa, da capitalista, avrei comprato le cuffie più pezzotte* della storia: 5 euri con mastercard.
stamattina pensavo di comprare un cellulare uairless, di quelli che svuicciano automaticamente dal voip al gsm quando entri in casa, che ci puoi navigare in internet, leggere le i-meil, installarci il tomtom e preparare la polenta alla valsugana (per il caffè c'ho la moka): centinari di euri, con mastercard.
rendersi conto che sto diventando uno spendaccione: non ha prezzo.

eh, i tempi cambiano, e oggi come oggi è lo stipendio, l'oppio dei popoli.

*economiche, scadenti




giovedì 6 dicembre 2007

la vostra soddisfazione è il nostro miglior premio

iersera, al corso di francese, la prof ci ha dato un foglio, con su scritta la storia di san nicola, (san nicolà, come dicono loro), questo vescovo con la barba, che nel corso dei secoli si è disarcivescoviscostantinopolizzato, poi è diventato santa claus e poi babo natale (maledetti referrer!).
nei paesi nordici, olanda, belgio, un po' in francia e credo pure in spagna, san nicolà arriva la notte tra il 5 e il 6 dicembre, e porta dolciumi e mandarini ai bambini buoni, mentre per quelli cattivi, in origine c'era père fouettard (papà frustatore!), un energumeno che viaggiava insieme a san nicolà, armato di frusta e bastone che - oltre a portare il carbone - li sconquassava pure di mazzate, ai bambini cattivi.
purtroppo, oggi questo amorevole ed educativo personaggio s'è perso nel buio della memoria, ma non di questo volevo parlare oggi.
ecco, io pensavo di essere stato un bambino buono e obbediente, tant'è che ieri la maestra ci ha pure dato due (e dico due!) cioccolatini a testa, e anche un mandarino.
dicevo, io pensavo di essere stato buono e obbediente, ed è vero, non lo dico io, perché stamattina, san nicolà è arrivato sulla mia scrivania, sotto forma di cioccolatino a forma di san nicolà.
anzi, ora che ci faccio caso, tutti in belgacom sono stati buoni e obbedienti, perché tutti, stamattina, han trovato i cioccolatini a forma di san nicolà sulla loro scrivania.

poi dice che uno è contento di lavorare in belgio.




mercoledì 5 dicembre 2007

credo la chiesa, una, santa, cattolica, apostolica

facendo i conti, dopo 30 anni, 500 mila euri per 7 preti è poco meno di 2400 euri l'anno.
babbo, hai visto che fine fa l'otto per mille?

lo studio delle materie classiche e umanistiche nell'era del 2.0

ogni tanto, un po' di sana autocelebrazione va fatta.
ecco, io sono uno che ci piace la poesia, però certe volte ci piacerebbe anche scriverle le poesie, però non c'ho il dono come certi, come chessò, ce lo può avere un catalanoguido o come un cabarettibbisanzio. e me le tengo per me, anche se, a volte, prendo le poesie famose e le riassumo, ecco. e mi immagino che queste poesie siino nel bignami di montale, ecco.
io quasi quasi ve lo dico, andatevele a leggere, ché secondo me ne vale la pena, ma però so pure che siete pigri per andarle a cercare nel tumbler, e allora ecco che le metto tutte qua, insieme.


ermeneutica dell'ermetico: il bignami di montale
ungaretti - soldati
quasimodo - sera
quasimodo - alle fronde dei salici
leopardi - silvia
d'annunzio - la pioggia
dante - gentile e onesta
carducci - san tino
leopardi - la quiete tempesta

e buon pro vi faccia.





martedì 4 dicembre 2007

Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi

ore 8.45, stazione sotto casa.
ho fatto tardi, stamattina, ma almeno ha fatto una bella colazione. pazienza, prendo il treno tra dieci minuti, intanto compro l'abbonamento, ché qua viaggiare a scrocco costa 200 euri. a incrementare. (sì, sì, nel senso che se ti beccano senza biglietto la prima volta son 200 sacchi, dù piotte, o come volete dire voi, ma la seconda volta sono 400 e via discorrendo, ad libitum sfumando)
plin plon: il treno che devi prendere tu, quello delle 8.54 ha sei minuti di ritardo. plin plon
sai che ti dico?, oggi prendo l'altro treno, quello che ferma prima, quello che poi prendo la metro, e arrivo in ufficio alla stessa ora che se avessi aspettato, quello che, però, se ti dimentichi di scendere alla prima, non alla seconda come fai tutte le sante mattine, quello che se ti dimentichi di scendere ti porta a schaerbeek, quello che se parli al telefono, o sfogli il giornale è sicuro che ti dimentichi di scendere e allora sì che devi scendere a schaerbeek, e poi non sai dove andare, perciò stai attento, forse è meglio che non parli a telefono o leggi il giornale, ché poi va a finire che ti dimentichi di scendere e finisci a schaerbeek.

ore 8.58: stazione di schaerbeek.
cerco l'orario per tornare indietro, verso gare du nord.
poco male il treno è alle 9.06, binario 12. minchia, è grande la stazione di schaerbeek.

ore 9.10. nessuna traccia del mio treno.
«pardòn, messièr controllòr, pur aller à la gare du nord, ù è le train?»
«le voie 5, à 8.21h»
«pardòn, messier controllòr, ma quell de le 9.06?»
«quell non pass pà. c'est l'horar vieu, quell dell'horar nuvò part à le 9.21»
«ah. e vous savez si c'est le metrò fuor, che facc prim?»
«no, ma c'est le tram, ma je non sè pà qual e a qual hor.»
«ok, merci»
(i dialoghi potrebbero non essere stati esattamente questi)

tant'è, oggi non piove, passeggiatina fuori alla ricerca del tram ci sta tutta. oggi brussel ha proprio un bel cielo, guarda che bei colori. e che bell'arietta frizzantina, quasi quasi sono ancora di buon umore.
tram non se ne vedono, ormai sono le 9 e un quarto, torno dentro e prendo quello delle nove e ventuno, come consigliato dal gentile controlleur, treno che sul monitor ha solo 12 minuti di ritardo, e forse la mia fede comincia a vacillare.

che faccio, aspetto questi altri venti minuti o opto per ulteriore cambio di programma? il tram diventa prospettiva allettante.

passa alle 9.21, puntuale, arrivo in ufficio, dopo neanche un quarto d'ora, felice di avere dimenticato il badge anche oggi.
ed è solo martedì.




lunedì 3 dicembre 2007

158 giorni dopo

è ufficiale: sono (musicalmente) felice!
dopo 158 di silenzio forzato, torna in onda Sergio Mancinelli con la sua Area Protetta.
Grazie a LifeGate, che, dopo aver ascoltato le nostre richieste, ne ha valutato la qualità e gli ha proposto uno spazio, regalandoci il ritorno on-air e (credo anche) il ritorno dei tour in giro per l'italia. (vedi mai che riesco a offrirgli pure un'impepata di cozze belghe!)

Se aspettavamo quelle capre che sono adesso in onda su radio cappa e radio giggei, stavamo freschi.

Grazie a dio, pero, dall'altra parte anche gli ascolti son calati, il che dimostra, almeno in parte, che un po' avevamo ragione noi.

Infine, per non smentire la mia natura, ecco che vi segnalo un post che perfettamente descrisse (illo tempore) il mio stato d'animo.

Grazie dell'attenzione.

Ah, dimenticavo: e nel frattempo qualche copertadipendente-direttore-artistico-di-una-radio-a-caso gradisse espletare i propri bisogni fisiologici (ma quelli grandi, eh), lo faccia senza indugio.




domenica 2 dicembre 2007

noio vulevàn savuàr l'indiriss

un nuovo mese comincia, un altro anno sta per finire.
se c'è una cosa che ho imparato, in questi 20-e-passa anni di vita, è che il tempo scorre inesorabile, tutto ha un inizio e una fine, solo le cazzate sembrano essere infinite.

e infatti continua il viaggio all'interno della psiche umana, alla ricerca di ciò che muove le persone e, grazie a gugol, le manda sul mio blog. "con abuso di linguaggio e per brevità di notazione*", raggruppo quelle che secondo me sono le migliori ricerche su gugol.

Natale
continua la saga sul natale, anche se ha raggiunto risvolti un po' inquietanti: babbo natale mi hai risposto. non so, mi sembra una domanda, come a dire, se sì, perché non ho ricevuto nulla? chissà, forse non risponde più da quando qualcuno ha pubblicato foto di babbo natale con elettrodomestici. concludendo, mi spiace deludere i miei fan, ma: non ho immagini di babbo natale già colorate né so come è morto babbo natale, chiedete a De Gregori.

Cartoni Animati
Amico, hai le idee poco chiare: candy candy rottermaier non esiste, e sono due cartoni diversi, uno ambientato in inghilterra l'altro tra la germania e la svizzera (ma credo che la seconda guerra mondiale non fosse ancora scoppiata, altrimenti la signorina rottermeier avrebbe certamente gasato Clara**).

Lingue
Come si legge il russo in italiano. queste sì che son ricerche.

Cucina
cosa c'è nella senape: mmm, senape? tra l'altro mi fai venire in mente un'altra serie di domande alle quali non sono riuscito a rispondere: cosa c'è nella camomilla? e nell'orzo?
caro amico, cara amica: né qui né altrove troverai la pizza degli antichi romani. I romani non avevano il pomodoro, al massimo potevano fare la focaccia, ma senza rosmarino.

Scienze
che ci fai qui, tu colto ricercatore che necessiti di una tastiera aramaico? non perderti in questo continuum spazio temporale, volgi altrove le tue ricerche. come colui il quale cercava einstein relatività ristretta video. cosa ci sarà mai, in quel video???
Concludo smentendo colui o colei il/la quale ha affermato che einstein diceva cazzate. no, non lui. io.

Altro
io ti voglio pure aiutare, tu che cerchi una lettera per mia sorella, ma che le devi scrivere?
sempre qui, e finalmente mi sembra di riconoscere qualcuno, si richiede senape effetti psicologici. non li conosco, dovrei chiederlo a quelli che leggono questo blog.

infine, last but not least, il mio mito, il numero uno dei numeri uno:

esserne quando catoni

è da 2 giorni che cerco di farmene una ragione, ma non ne ho la più pallida idea. ecco, io l'ho pure cercato, e questo blog appare a pagina 7, per ultimo, cioè 70esimo risultato. quindi era proprio convinto, cercava proprio quella frase. regalo un i-phone a chi mi spiega cosa significa.


* chi indovina la citazione è un ingegnere.
** che umorismo macabro! :)

venerdì 30 novembre 2007

e voi che fate per salvare l'ambiente?

Stamattina, nella posta elettronica:


"Cari colleghi,
salveremo il pianeta graze a questa nuova applicazioncina-ina-ina che stiamo testè installando sui vostri compIuters.
Siffatta applicazioncina-ina-ina, gestirà autonomamente l'accensione e lo spegnimento del vostro PC.
Se alla fine della giornata doveste dimenticare di spegnere, essa lo farà per voi. Se, puta caso, fossero le 7 di sera, e per ragioni indipendenti dalla vostra razionalità vi doveste trovare ancora in ufficio, verrete avvisati che l'applicazioncina-ina-ina sta per mandare il vostro lavoro al creatore, ma lo farà con garbo.
Se la mattina non effettuerete l'accesso al PC entro le 9.30 (da noi precedentemente acceso), l'applicazioncina-ina-ina spegnerà il sistema, ma lo dice al capo, e voi ci fate pure una figura di merda barbina, perché in ufficio si entra presto.

Questo software verrà installato (automaticamente, si capisce) dal primo dicembre, perciò state in campana. Tra l'altro vi appare anche un'orrenda una splendida iconcina verde a forma di compIuter con dentro il disegnino di una stellina o di un omino, o di una cos(in)a a 5 punte che ricorda tanto una cos(in)a a 7 punte con un buon odore.

Riassumendo, questo significa che:
* Il PC si spegne da solo alle 7 di sera. Ma, come già detto, ti avvisa. Se proprio non ne puoi fare a meno, puoi posporre di un ora, o di una giornata intera. Anche in questo caso, però poi lo dice agli altri colleghi, e loro ti guarderanno male per una settimana, ché stai inquinando la loro aria. In ogni caso, se non lo fermi in tempo, lui spegne. Dopo aver salvato prima tutti i documenti, ovviamente, anche se ancora non si sa dove.

* Alle 5 del mattino si accende da solo, e fa le sue abluzioni.

* L'applicazioncina-ina-ina riduce drasticamente l'utilizzo di energia elettrica. Grazie all'applicazioncina-ina-ina, belgacom emetterà 4000 tonnellate di biossido di carbonio in meno, ogni anno, e contribuirà a ridurre il riscaldamento globale. Perciò se volete, potete anche continuare a fumare.

cordiali saluti,
Pippo Von Santonastaso
vice presidente del gruppo supporto, sicureza, qualità, convenienza, cortesia."

Siamo troppo avanti.

giovedì 29 novembre 2007

del perché non sia opportuno utilizzare la matematica come alternativa alle sostanze stupefacenti

iernotte, a tarda ora, anziché dormire come qualsivoglia individuo dotato di umana stanchezza, ecco che mi son messo a fare degli scarabocchi matematici.
e nella mia buia nullafacenza, mi son dilettato colle meraviglie del calcolo combinatorio.
quella serie di conti che ti dicono quanti gruppi di cose puoi tirar fuori da un unico gruppone, quante elementi per ogni gruppino, se gli elementi dei gruppini possono ripetersi e cose così.
no, non avevo assunto sostanze stupefaciiienti, ma facevo davvero due conti.
e pensavo:
il nostro alfabeto (ma sì, estendiamolo) conta 27 26* lettere. di queste, 5 sono vocaliche, le altre 22 21 sono le consonanti. e già qua si potrebbe obiettare, visto che la "y" ha un suono vocalico, ma non è colpa mia se è considerata una consonante. in ogni caso, io me ne fotto non la considero proprio, e riduco uso l'alfabeto a 26 lettere. e ne prendo il suono come facciamo noi italiani.

dicevo, se solo si volessero contare tutte le combinazioni di due lettere che si possono fare con un alfabeto di 26 (tiè!) simboli, grazie alla magia del calcolo combinatorio, viene fuori che sono 325, ma senza contare le ripetizioni.
cioè, se mi metto e scrivo:
ab, ac, ad, ae, af... eccetera eccetera, senza aa, bb, cc e così via, posso creare 325 combinazioni diverse.
ma questa cosa non mi dava alcuna soddifazione, infatti a che mi serve un suono cr? o pt?
tra l'altro questo calcolo non tiene conto della disposizione, poiché pt e tp sono - potenzialmente - la stessa cosa, ovvero un gruppino formato dalle due lettere, pi e ti, è lo stesso che un gruppino formato da ti e pi. (è chiaro che per avere la cifra completa di tutti i gruppini di 2 basta raddoppiare).

allora ho fatto un altro ragionamento, ché questo qua non mi piaceva più. se le vocali sono 5, e le consonanti 21, ecco che il numero di combinazioni possibili tra una vocale e una consonante diventa molto più basso: "solo" 21x5=105

questo vuol dire che ci sono 105 (centocinque!) combinazioni diverse del tipo ba bi bu be bo, ca ci cu ce co, e così via. altre 105 per i suoni ab, eb, ib, ob, ub, ma a me, questi suoni qua, mi fanno un po' schifo.

non voglio annoiarvi con i milioni di calcoli che si possono fare cercando di dare un numero alle possibili combinazioni di parole fatte di 3, di 4 e di 5 caratteri. anche perché poi si dovrebbero eliminare le lettere che non possono combinarsi, i suoni spuri, e così via. una noia mortale. giusto a titolo di esempio, con 4 lettere diverse si possono formare pressappoco 360000 (trecentosessantamila!) parole! lo so, abcd o bcda o bacd son difficili da pronunciare, e nemmeno le definirei proprio "parole", ma è tanto per farsi un'idea.
ora, quello che voglio dire, è che con due lettere, una vocale e una consonante, si possono ottenere 105 suoni distinti, differenti, diversi, separati, scorrelati, individuali, se letti con la pronuncia italiana, ovviamente.
ecco.
con due lettere.
in pratica, se di questi suoni ne prendo due a caso, ho circa una possibilità su 50 di prendere 2 volte lo stesso "suono". e sto parlando di coppie, eh, una possibilità su cinquanta.
se metto quattro o più lettere, l'avete visto, lo dice la matematica, mica io, le combinazioni diventano milioni.

milioni.

ora, tra milioni di suoni diversi, perché i francesi per dire "sopra" e "sotto" han sentito così forte il bisogno di usare i suoni su e suu?





*grazie a francesco che si è accorto dell'errore, e a ultraedit che segna l'indice del carattere successivo

mercoledì 28 novembre 2007

turbamenti all'equilibrio dell'ecosistema belga

pa|dù|lo
s.m.
grosso uccello rapace con forti artigli, zampe piumate e becco ricurvo, diffuso in tutto il mondo | TS ornit., uccello del genere Padulo, genere della famiglia degli Accipiter.

L'uccello padulo (noto anche più semplicemente come il padulo) vive generalmente negli uffici, in letargo per la maggior parte del tempo, e spunta solo in caso di grossi problemi. Ha una forma particolare, conoidale con la punta neanche troppo smussata, e predilige volare a bassa quota, ad altezza basso ventre. Si muove con rapidità, sebbene sia ancora un mistero il principio grazie al quale riesce a volare, dal momento che non possiede ali. Ultima caratteristica del padulo, è la predilezione per quella determinata parte anatomica, che fa stranamente rima col suo nome.

Tutti i dipendenti di un qualunque ufficio, hanno dovuto scontrarsi (è proprio il caso di dirlo) almeno una volta con il padulo, e - come documentato sinora - esistono solo due tipologie di gestione del padulo:
1. la schivata con coseguente re-indirizzamento del rapace verso altri uffici
2. la presa di coscienza.

il secondo caso è quello più doloroso, e non starò qui a parlarne.

Ad ogni modo, qui in Belgio, il padulo ha origini tipicamente italiane.
Ecco perché, oggi, durante la pausa caffè, sentire il buon Tim che diceva "it's a big padulo" è stata una cosa che mi ha scaldato il cuore.



lunedì 26 novembre 2007

un tranquillo week-end di paura

il ristorante aveva una forma circolare e dava una sensazione di tepore casalingo.
è stato divertente, una domenica piacevole, peccato solo per il tempo, veramente brutto, e per quella sensazione che si avverte ogni domenica a brussel (anche se eravamo a leuven): una città deserta, nessuno in giro, probabilmente tutti a casa, a guardare le repliche di "ok il prezzo è giusto" in inglese, con sottotitoli in olandese.

ma sto divagando. piacevole la compagnia, dicevo. australiani, giapponesi, belgi, italiani.
piacevole il cibo, thai, sebbene preferisca non sapere cosa abbia mangiato, effettivamente.

piacevole il chiacchiericcio, davanti al te nero alla fine del pasto, e piacevole la certezza che non si finisce mai di imparare: la cosa che più mi piace quando esco con persone di culture diverse dalla mia.

persone con abitudini, modi di dire, reazioni diverse. persone che interagiscono, che si conoscono, si confrontano e che a loro volta imparano da te. e sorridi, davanti a un comportamento bizzarro, o ti sorprendi nel vedere come siamo simili, gli uni agli altri, nelle piccole cose.

ecco quello che ho imparato, che in ogni cultura, non importa che essa nasca nel continente europeo, asiatico o australiano, in ogni cultura, dicevo, c'è qualcosa che si lega con la tua, qualcosa per la quale - come si dice - tutto il mondo è paese.
qualcosa che ti fa capire che non si deve mai, mai, mai, domandare a una donna che non vedi da tanto, se aspetta un bambino.

venerdì 23 novembre 2007

essere al di sopra delle mode e del momento

in natura esiste un fenomeno chiamato imitazione, secondo il quale, gli esseri viventi osservano i comportamenti di altri esemplari della propria specie, o di esemplari di specie differenti, e li adottano come propri.

chiaramente si tratta di un comportamento banale, elementare, al quale - tuttavia - l'uomo, per quanto palesemente evoluto, non si sottrae.
osserva, l'uomo, il suo simile, e ne imita gesti, movimenti, abitudini, perfino.
esemplari meno decisi, con un carattere meno forte, imitano esemplari (apparentemente) più forti allo scopo di ottenere il medesimo successo, i medesimi risultati, insomma, per cercare di lasciare un segno della loro presenza su questa terra.

passano i secoli, si susseguono le invenzioni, i metodi di apprendimento, si cerca sempre di separarsi dal luogo comune, eppure l'apprendimento per imitazione continua, pervade, e quasi si insinua nella mente degenerando irrimediabimente nell'omologazione.

forse da giovani si è più inclini a cadere in questa tentazione, forse la paura di non essere accettati per ciò che si è prevalica la fermezza del proprio carattere.
forse tutto questo, forse no.

ma tu, o belga, personaggio incompreso e incomprensibile, tu, persona matura, dall'incedere elegante e dal portamento deciso, che rivendichi il tuo orgoglio nazionale, perché proprio tu, o belga, imiti il tuo cugino francese infilandoti una baghètt sotto l'ascella?




*antonio e annika, adesso potete andare a cagare.

giovedì 22 novembre 2007

storia della pigna

oibò, da che mondo è mondo le pigne ci son sempre state.
anche volendo, cosa vi aspettavate da questo post?
c'è il pino: fa le pigne.
uguale all'arancio, solo che lui fa le arance.
o il pruno che fa le prugne.

non è che uno se l'è inventata, la pigna, c'era già.

a pensarci bene, avrei potuto parlare della pigna colada, ma anche no.


mercoledì 21 novembre 2007

rari casi di pregevole coniugazione sensoriale di vista, udito e gusto

L'altra sera ero a casa del mio vicino, che si guardavano le pubblicità fiamminghe alla tv.

A un certo punto gli dico
"questa è una delle musiche più belle mai scritte":



alla fine della pubblicità aggiungo:
"e questa è una delle migliori birre mai fatte"





grazie a Elisa nei commenti al post precedente che me l'ha ricordata, e a eio per avermi segnalato il player

oh càpitano, mio càpitano

a volte ti capitano delle cose proprio belle.
cose così belle che nemmeno se stai mille anni a pensare "càpitami, càpitami, càpitami" loro no, non ti càpitano, e tu non te ne capàciti.
poi però, d'un tratto, succedono, quando meno te le aspetti, e tu sei lì che cammini a dieci centimetri da terra.

tu magari pensi di essere fortunato, ché una cosa del genere non ti sarebbe mai capitàta nemmeno se fossi stato mille e mille anni a chiederla, invece ce l'hai, sta proprio lì.

lo dico? lo posso dire? sei felice. e ridi, e sorridi per le siocchezze.

e poi ci son altre cose, cose che sì, van veramente di merda.
ed è inutile che ci bevi sopra sei birre, ché tanto lo sanno tutti che la merda galleggia (e scusate la volgarità).

tutta una serie di momenti, che tu li vedi e ti sembrano negativi, e te lo dici da solo, perché tanto non te lo dice nessunno, che è il momento, ti dici, non dura, ma tu lo stesso ti chiedi che ci fai qua, a millemila chilometri da casa, a millemila chilometri da te stesso.

per fortuna passa anche questo. e la vita va avanti, come il mare, su e giù come le onde.
pensi a quello che fai, a quello che hai fatto, a quello che farai.

pensa, io nemmeno lo volevo scrivere, un blog.

martedì 20 novembre 2007

quello che gli archeologi non dicono

sulla scia del meraviglioso successo di pubblico ottenuto con questa siocchezza, mi sono sentito legittimato a proporre un nuovo (?) giuoco, questa volta andando a scomodare gli incas.

tutti (?) conoscono gli incas, ma nessuno - e dico nessuno - parla mai delle loro suddivisioni etniche, numerosissime, delle quali facevano parte solo una ristretta cerchia di eletti o di sfortunati.

ad esempio, uno dei clan più numerosi era quello degli inca-zzosi un gruppo di autoctoni particolarmente irascibili, mentre del gruppo degli inca-paci facevano parte le persone con scarse attitudini.
negli inca-nutiti si poteva entrare a far parte solo dopo una certa età, mentre poche notizie abbiamo sugli inca-lliti: c'è chi dice che fossero un gruppo di accaniti giocatori, e chi dice si dedicassero a lunghe passeggiate, ma non si sa con certezza.

voi ne conoscete altri?

carlo: gli inca-rtapecoriti: potevano accedervi solo coloro del gruppo dei inca-nutiti.

io aggiungo: gli inca-stonati un gruppo di pregevolissimi orafi ma particolarmente maldestri in quanto a bel canto.

Luisa: Ciao, anche gli INCAntatori erano molto diffusi, e di conseguenza gli INCAntati, un po' stupidi oltre che mai cantati in nessun poema. Da essi discendono molti personaggi nostri contemporanei...
Per non parlare degli INCAvolati che, pur sempre arrabbiati, non creavano molti problemi in quanto volavano molto alto....
Infine voglio ricordare gli INCAmiciati che indossavano camicie con dei gattini disegnati sopra....

Serenella: ma non erano quelli che producevano elettrodomestici a INCASso?

l'anonimo antonio:
incavolati: triù devota a s.simmaco. il 14 agosto, in onore del santo, usavano lancare alcuni eletti condelle grosse catapulte. usanza abbandonata per le frustrazioni degli eletti

incarti: abili nel confezionare doni con splendide pitture rupestri (cazzo non doveva essere facile!)

incapucciati: segretamente dediti a spugnature di caffè

incatramati: invischiati in oscuri complotti

io sapevo che gli

incapaci: era una tribù dotata di scarse capacità diplomatiche

incastrati: tribù in cui gli uomini solevano dormire con una sola donna per tutta la vita (e solo lui sopra - lei sotto o lei sotto - lui sopra), incapaci di svincolarsi e senza alcuna capacità di comando

incalliti: tribù costantemente litigiosa

incanti: tribù contraria alle aste pubbliche (peferivano risolvere le controversie civili con la magia)

gli incavati poeti concavi


Oriana:
vi ricordo gli abitanti della regione più a sud (vicino casoria) ossia gli incarrettati, vittime di incidenti più o meno gravi.

Gli incauti, popolazioni direttamente discendenti da divinità ctonie, legate alle arti della guerra.

Gli incappucciati, legati a culti di natura ancora oscura.

digito ergo sum
Già, pare si INCAgliassero un po' dappertutto. Erano anche focosi, si INCAlorivano per un nonnulla.

Come? Vado a cagare? Ok, mi INCAmmino. Siete proprio INCAndescenti. Scusate... è che mi sono lasciato INCAntare da questo post. Ma non l'ho fatt appost.

disintegration76
e come dimenticare gli INCAprettati, vittime delle usanze degli avamposti incas in sardegna
e attenti che queste popolazioni già hanno dialetti abbastanza oscuri, e diventano davvero incomprensibili quando INCAcagliano...
;)

ops... non m'ero accorto che gli INCAprettati erano già stati INCAnalati nella discussione...
INCAppato in questo imperdonabile errore, ho INCAssato il colpo, e per punizione mi INCAteno all'albero della nave...

philippewinter
inca-prettati: tutti gli altri, non io!

Lud_Wing:
Gli incantevoli erano il gruppo dei belli che più belli non si può.


Siete dei grandi! :D

lunedì 19 novembre 2007

il manuale del perfetto blasfemo

in questo periodo di pace e prosperità religiosa, sento forte il desiderio di contribuire (nel mio piccolo) e con l'aiuto (prezioso) di AnniKa a rendere questo mondo un posto religiosamente migliore.

1. cerca di offendere il maggior numero di religioni monoteiste col minore sforzo possibile. ad esempio, mangiando un misto carni di venerdì. santo.
(successo assicurato con la religione cattolica, musulmana e induista).

2. evita le bestemmie, sono di cattivo gusto. ma se proprio devi, fallo solo quando è veramente superfluo.

3. parafrasando George Bernard Shaw: per giocare con i bambini non è necessario essere preti. però aiuta.

4. prendi i voti. sia che diventerai vescovo che presidente del consiglio, avrai in ogni caso risolto i tuoi problemi di vitto, alloggio, ici, tasse e legge.

5. predica. predica tanto, in favore di un argomento caro a una religione qualsiasi. che ne so, predica che la famiglia non si tocca. poi però cerca di stendere il maggior numero di prostitute con party alla coca. ah, e non dimenticarti di finire sui giornali, atrimenti come fai a giustificarti dicendo che la famiglia ti manca?

6. anziché predicare riguardo una religione well-known, inventatene una tu, oppure dici che hai trovato dei documenti che evidenziano senza ombra di dubbio che la terra è stata creata nel 1903 da un angelo a forma di caciocavallo (ma molto più profumato) e tutta la storia precedente è un ricordo impiantato dai mìsmeri, dei piccolissimi esseri rotondi e invisibili, fatti di crema chaintilly che costruiscono i nostri ricordi durante la notte. magari giacobbo ci fa una puntata su voyager e - se ti dice bene - bush lo inserisce nei programmi di studio del 2009.

7. se hai la fortuna di avere una busta paga (bicchiere mezzo pieno) o - come dire - sei uno dei pochi fessi che in italia ancora pagan le tasse (bicchiere mezzo vuoto), non dimenticarti di devolvere l'otto per mille alle bestie di satana.

8. cerca di non farti incastrare in punto di morte, quando sei più vulnerabile. e se proprio senti il bisogno di confessare i tuoi peccati, almeno fai una bella supercazzola. ché dio, qualora esistesse, avrebbe sicuramente il senso dell'umorismo.

9. vai a messa, ogni tanto, giusto per interrompere la predica con domande intelligenti. e se il prete sembra offendersi, gli si può sempre rispondere che cristo rispondeva alle domande dei fedeli, al tempio. lui crede forse di essere migliore di cristo?

10. no. questo manuale ha nove regole, perché a me, i decaloghi mi son sempre stati antipatici.

domenica 18 novembre 2007

per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare?

ovvero: come si raggiunge questo sito, classifica secondo me.

è chiaro che natale si avvicina, ma la gente ha ancora qualche dubbio, ed ecco che cerca sul buon gugol le risposte alle proprie domande. risposte che non arrivano, visto che i poveri malcapitati che cercavano:
babbonatale,
babbo natale,
babbo natale esiste,
esiste babbo natale,
babbo natale esiste si o no,
babbo natale esiste no o si,
babbo natale esiste si o no?,
"babbo natale"... esiste si o no???,
alla fine, non credo l'abbiano trovato qui. tra l'altro, non so nemmeno cosa vogliano che faccia babbo natale.

poi c'è chi cerca il carpaccio d'ananas, e i carrettini di gelati ma anche in questo caso resta abbastanza deluso.

uno dei miei miti personali, è diventato colui (o colei) il quale ha cercato istruzioni, si, proprio qui da me, istruzioni su come ascoltare le canzoni degli squallor: io lo facevo con le cuffie, ma tu sentiti pure libero/a di farlo nella maniera che più ti si addice.

un "imbocca al lupo" personale va a chi ha cercato cosa fare durante la pratica forense: non lo so, né posso dirti se pratica forense ti piace come lavoro?. spero tu sia in grado di trovare da solo/a quello che stai cercando.

come e cosa mangiavano gli antichi romani non lo so, e forse non lo saprà mai nemmeno il tipo (o la tipa) che lo cercava tra queste pagine.

indeciso: si, tu che mi hai chiesto devo tagliare i capelli ma non so che taglio fare, confrontati con l'altro lettore, che cercava un taglio alla scodella, forse un consiglio te lo saprà dare. io posso solo dirti di trovare un barbiere/parrucchiere che parli la tua stessa lingua, e già così è difficile.

infine, tra immagini di cose che si fanno, immagini sulle cose che si fanno a natale e le domande che non si fanno, io sento il mio cuore gonfiarsi di gioia, perché anche io ho avuto un momento di gloria, quando qualcuno è arrivato, cercando foto di come si fanno i figli.

ah, dimenticavo: no, non reagalo mastino napoletano

venerdì 16 novembre 2007

con l'imballo viene fornito il pratico dosatore

sto attraversando un periodo un po' difficile.
ho anche pensato di interrompere questo blog a tempo indeterminato.
tuttavia, con un po' di forza d'animo, sono riuscito a trovare motivazioni e speranze.
ad essere un po' poiù sereno, sapendo che - prima o poi - anche io potrò far funzionare il mio cellulare con batterie alimentate dalla mia stessa pipì.

lunedì 12 novembre 2007

elegia di madonna fiamminga

riposa in pace.
sarà dura continuare senza di te, perché - nonostante tutto, e sebbene tu non fossi una "favorita" - io ti ho amata.
e adesso mi riesce arduo fare a meno di te, guardarti e non toccarti.
tempo fa scrissi di te, di ciò che accadde fra noi e di come stavo per perderti.
non pensavo sarebbe successo, non così presto, insomma.

e scrivere queste poche righe mi è costata una grande fatica, ché come puoi notare, non ci sei.

addio, ettera ee.

sabato 10 novembre 2007

lessico famigliare

lessico famigliare
- mamma, come si chiama uno che si mette con la moglie dell'amico, ci fa un figlio, dopo tre anni se la sposa, poi la tradisce e ingravida un'altra, poi divorzia, poi un certo numero di giornali gli fanno gli auguri per il nuovo arrivante, poi predica contro le unioni non consacrate dal sacro vincolo del matrimonio e intanto razzola in questa maniera?
- gianfranco.

venerdì 9 novembre 2007

compartecipazioni post-moderne tra passato e futuro

io e un mio vecchio amico, in una vita passata, iniziammo un giuoco perverso, partendo da una famosa pubblicità:

ma tu sbagli candeggio!
come disse la lavandaia.

e proseguimmo con:

  • tu sbagli fraseggio - il musicista
  • tu sbagli drappeggio - il tappezziere
  • tu sbagli volteggio - yuri chechi
  • tu sbagli solfeggio - lo studente al conservatorio

chi continua?

fry simpson:
tu sbagli campeggio - il caposcout

lobotomica:
tu sbagli cazzeggio - senape?
tu sbagli vaneggio - Eugène Ionesco

elena:
tu sbagli palleggio - allenatore di basket
tu sbagli parcheggio - il marito alla moglie

oriana:
tu sbagli carteggio - il mittente
tu sbagli conteggio - all'assistente di volo

francesco:
tu sbagli dardeggio - il supereroe
tu sbagli borseggio - quello che scippa le vecchine

paolo beneforti:
tu sbagli maneggio! - l'istruttore d'ippica

yu:
tu sbagli taccheggio! il prof ladro all'apprendista

anonimo:
tu sbagli scoreggio!! (ecco l'ho detta)

disintegration76:
tu sbagli fraseggio... l'allenatore di calcio
tu sbagli reggio... l'insegnante di geografia
tu sbagli carteggio... lo scrittore
tu sbagli punteggio... il quarto uomo
tu sbagli dileggio... un nano a certi giornalisti
tu sbagli aggeggio... il mio meccanico al suo aiutante
tu sbagli greggio... il petroliere (o il gabibbo, a scelta)
tu sbagli alpeggio... lo scalatore al compagno
tu sbagli taleggio... il salumiere al caseificio
tu sbagli pareggio... moggi a paparesta :)
tu sbagli seggio - disse lo scrutatore al distratto elettore [notare la rima]

lud_wing:
Tu sbagli ormeggio! - il pirata

anonimo 2:
Tu non sbagli, peggio! cit.

yu:
tu sbagli arpeggio - il maestro al musicista
t.s. sorteggio - uno che ha rosicato
t.s. molleggio - la prof di ginnastica
[complimenti per l'abbreviazione :)]

iMod:
tu sbagli palpeggio - il maniaco...
tu sbagli voltaggio - l'elettricista

AnniKa:
Tu sbagli il mappaggio, disse l'agrimensore. ;)

Antonio:
tu sbagli pusteggio - io



giovedì 8 novembre 2007

la tecnologia al servizio dell'umanità

lo voglio.
letto ieri, su uno di quei giornali aggratis che ti danno alla metro e alla stazione.
è un ombrello, con una lucina sul manico che si accende se quel giorno piove.
così - se piove - te lo porti, sennò lo lasci a casa.
e la lucina si accende perché il manico dell'ombrello si connette a internet.
il manico dell'ombrello si connette a internet.
il manico dell'ombrello si connette a internet.
non riesco a togliermelo dalla testa.
il manico dell'ombrello si connette a internet.

babbo, per favore, quella statuetta di padre pio che cambia colore con l'umidità: buttala.


mercoledì 7 novembre 2007

il concetto di relatività ristretta applicato al continuum spazio-temporale del quotidiano

einstein diceva che il tempo è un concetto relativo.
che per ciò che è in movimento esso rallenta, e così ogni persona si trova a vivere un tempo diverso in rapporto alla propria velocità.
e il tempo si dilata e le cose assumono una forma diversa. non conta più il cosa e il dove, ma il quando, il come.
è la velocità ad essere la chiave, è la costante che diventa variabile e viceversa.

è per questo che diciamo che "il tempo è volato via" o che "il tempo non passa mai"; è in queste circostanze che ci rendiamo conto con straordinaria semplicità che einstein aveva ragione: sei tu che vai più veloce di te stesso, capisci che l'abbastanza diventa insufficiente e s'accende la proverbiale lampadina dell'intuizione, il colpo di genio.

io capisco la relatività ristretta la mattina presto, quando mi confronto con cose che vanno più veloci di me e alterano il mio spazio tempo: la carta igienica che finisce, ad esempio.


giovedì 1 novembre 2007

c'è un posto per ogni cosa

non so se definirla semplice sfortuna, o annoverarla tra le tante altre cose che non si fanno.
quel che importa, ormai, è la consapevolezza, l'avere imparato un'altra lezione (a mie spese) ma essere cresciuto ancora, perché imparare dai propri errori è ciò che differenzia una persona matura da uno stupido, per quanto mi sia sentito veramente stupido.

non importa. adesso so.
so che c'è un posto per ogni cosa:
c'è un posto per il bello e c'è un posto per il brutto.
c'è un posto per il caldo, uno per il freddo; c'è un posto per la dolcezza e un posto per la tristezza.
c'è un posto per i pensieri, uno per i ricordi; un posto per le lacrime e un posto per i sorrisi.
c'è un posto per ognuno di noi, là fuori, e verrà il momento in cui - semplicemente - lo troveremo, o lui troverà noi.

adesso lo so:
il posto delle mutande è il bagaglio a mano.

[aggiornamento: mi ha ciamato alitalia: la valigia arriva domani :)]


inoltre: probabilmente noterete una certa inattività di questo blog, nei giorni a venire, caussa famiglia, amici, fidanzata. oh, non son mica tornato a casa per stare davanti al pc! :)

mercoledì 31 ottobre 2007

quando eravamo piccoli noi

io mi ricordo, quando ero piccolo, mi ricordo quei cartoni animati che c'avevano una trama lunga, di quelli che se ti perdevi un episodio era finita, ché riprendere il filo era un'impresa.
mi ricordo di tutte quelle storie tristissime, tipo candy candy, dove c'era chi moriva in guerra, chi in un incidente stradale, quello che era innamorato di quella che però non se lo filava ché era innamorata di un altro e ne parlava proprio con lui;
ricordo di storie come georgie, o heidi, o remì, o simili, dove la madre muore sempre di parto, il padre si alcolizza e/o li abbandona, lei s'innamora del fratellastro, tutti fanno una vita di merda sotto i ponti ma son felici lo stesso, il buon padre voleva un maschietto e trasforma la figlia in una macchina da guerra; la signora rottermaier: la signora rot-ter-ma-ier!
roba che c'ho avuto gli incubi fino a ventisei anni.

oggi no, oggi i cartoni animati (e le sigle) sono mediocri, sono storielle politicamente corrette, non muore mai nessuno, sono senza trama, senza mordente.
i bambini di oggi, questi cerebrolesi del futuro, guardano i teletabbis.
ché i psicologi moderni han studiato che ai bambini gli piace rivedere le stesse cose, e allora loro, i psicologi han detto facciamo le storielle che le rimandiamo a ripetizione, così si risparmia anche con il materiale.

ci credo io che poi i bambini maltrattano i genitori.


[microsondaggino:
a me, piaceva jeeg robò d'acciaio e daitarn 3 (soprattutto le sigle, che ascolto ancora). e a voi?]



martedì 30 ottobre 2007

dinamiche di gruppo

io proprio non riesco a capire.
non ho fatto un cappero per tutto il giorno.
niente, nulla, il vuoto cosmico.
dopo la release vegetavo qui in attesa di una briciola di attività, che so, la risoluzione di un problema, l'inizio di una nuova attività, di una nuova avventura nei mari del sud. niente, mi dicono, stai qui, zitto e vegeta. e non dare l'impressione di non fare un ca**o, ché ne va dell'immagine dell'azienda.

usare questo tempo per studiare-scrivere-fare-qualcosa-di-costruttivo?
non esiste proprio.
anche perché se non sono sotto stress ho il blocco dello scrittore, non mi va di studiare e non riesco nemmeno a prenotare le vacanze da qui a marzo 2008 (come gentilmente richiesto in una mail di stamattina)

pubblico quel raccontino-nerino-orrorosino-stile-max-aub?
no, lo hanno fatto in troppi.

ecco! ci sono! ho l'ispirazione!

certo, capo, provvedo subito a risolvere il problema.
grazie per avermelo detto alle 17.15, e no, non preoccuparti se mi terrà occupato fino alle 21.

lunedì 29 ottobre 2007

come mai, tempo fa, decisi di cominciare a scrivere questo blog.

così.


domenica 28 ottobre 2007

tutto il mondo è palese

Oggi mi tocca.
Mi tocca lavorare, abbiamo il passaggio in produzione, la release.
Il fatto di lavorare di domenica non è il massimo, certo, ma le palle mi girano perché mi hanno rubato le cuffie. (regalo di compleanno di antonio)
passi la ram dal pc (sparita magicamente da un giorno all'altro), passi lo yogurt, ma le cuffie no, erano un regalo, ca**o, ci tenevo.
Si, sono un pirla, potevo anche evitare di lasciarle sulla scrivania con un cartello con su scritto "rubatemi", ma - che ci volete fare - mi piace vivere pericolosamente.
va beh, amen, però ho fatto la denuncia sul sito intranet della sicurezza (sito che ho scoperto quando ho dovuto denunciare il furto dello yogurt), del quale sento estremo bisogno di postare uno scrinsciot:




poi c'è un'altra cosa, sempre di stamattina, che un po' mi ha messo allegria: il report di un errore.
i nostri amici tester ci segnalano tempestivamente che qualcosa non va:
Incident XXXXXXXXX - XYZ - XXX explorer YYYYYY doesn t works - we have solved 2 errors, but it remains one, it work sometime and sometime not, we are looking why. Status : Resolved / Closed

mi piace per due motivi:
1. non sono io l'unica capra che si scorda le "s"
2. a volte si, a volte no. è meravigliosa. e questo dimostra, senza ombra di dubbio, che l'informatica è un'opinione.



sabato 27 ottobre 2007

del come sia difficile mantenere rapporti di amicizia quando si è distanti

amico mio,
le nostre strade, ormai, han preso direzioni opposte.
amico mio, che abbiamo condiviso tante storie, tanti momenti.
che tante volte abbiamo fatto l'alba,
che tante volte abbiam parlato del futuro, dei nostri sogni, delle nostre speranze;
amico mio che vivi cissà dove, adesso, che forse neanche sai ch'io vivo in belgio.
che forse sei sposato, forse no; che forse hai dei bambini o forse no.

amico mio,
che tante volte mi hai sorretto, nei momenti grigi, che hai saputo trovare le parole giuste, o i silenzi giusti, perché tu sei mio amico, perché con me non hai bisogno di parole, per parlarmi.
amico mio che ti ho sorretto, quando anche tu avevi bisogno.

amico mio,
che forse non ti ricordi di me, perché è passato tanto tempo.
che di sicuro non ricordo di preciso, perché davvero, è passato tanto tempo.
amico, mio, che ti leggerai e ti riconoscerai in queste parole.
questa lettera è per te, amico mio:

che me lo ridai il cd di elio e le storie tese?


giovedì 25 ottobre 2007

un disperato bisogno d'ammmore

io sono un tipo Romantico. si, quelli con la R maiuscola, roba che - per esempio - quando sono innamorato faccio le serenate al telefono alla mia fiancée (no, amore, non ti preoccupare, non sto dicendo i fatti nostri in giro, tanto più che 'sto blog non lo legge nessuno...), le leggo le poesie d'ammmore, oppure ascolto la musica d'ammmore.
e prima, quando ero triste, ascoltavo la musica, però quella ancor più triste, così che se prima c'erano speranze, dopo aver ascoltato una bella canzone triste io mi sentivo ancora più triste e non pago di questa tristezza infinita, mi vedevo costretto ad ascoltare un'altra canzone ancor più triste triste triste, ad libitum sfumando.

però oggi m'è tornato alla mente un periodo della mia vita, triste (il periodo, non la vita), di quando una tipa mi aveva scaricato. (il lessico è stato valutato con cura, non giudicatene subito la scelta: trattasi di dolo)
e io allora, dopo un lento crogiolarmi nel pessimismo cosmico, ho ritrovato me stesso ascoltando dolcissime canzoni d'ammmore.
canzoni che c'avevano le rime bellissime, che non ho sentito mai in nessun'altra canzone d'ammore. canzoni che parlavan proprio di me, che descrivevano preciso preciso quello che io stavo provando in quel momento di sconforto.

canzoni di tradimenti, di viaggi, canzoni Romantiche.
canzoni dure, dirette, canzoni senza peli sulla lingua.
canzoni dove la luna sembrava un limone e il cielo era di cartone.
da allora, quando son triste, non metto più le brutte canzoni.

da allora, quando son triste, io ascolto queste canzoni qua. da allora, quando son triste, io ascolto gli squallor.


martedì 23 ottobre 2007

mia sorella che usi le cappa

mia sorella, per quanto femmina (evvai!) è una che lo usa il cervello, ogni tanto. (mica sempre)
fa cose intelligggenti, colte, va a teatro, ambo i lati, scrive sul giornale, da piccola scriveva i temi che glieli leggevan tutte le maestre, e quando tornava a casa i miei li leggevano ai vicini e tutti a complimentarsi e a dire brava, brava. (si, senza che state lì a pensar male: rosicavo.)
per dire, è una tosta.
c'ha l'estro.
ad esempio, mi ricordo che quand'eravamo piccoli, una volta siamo andati in sicilia, e c'era questo zio che aveva un cagnone enorme, cattivissimo, un mix tra un mastino napoletano, un coccodrillo e clemente mastella.
dick, si chiamava, (il cane, non lo zio) e c'eran anche i parenti dalla germania, che non sapevano parlare italiano, ma dicevano le cose divertenti, con qwell axxento teteshco che fa tanto umile serfo tella figna tel sicnore. e dicevano "dick manciare oriana!" e lo zio, che aveva capito tutto della vita, diceva "no, no, oriana mangiare dick!".
sempre per dire.

io però non la sopporto, a mia sorella, quando scrive come un essemmeesse.

boh, tu? mah.

mi piace stare al bar baraza, il lunedì, dopo il corso di francese. (anche il mercoledì, ma di più il lunedì)
mi piace vedere la non gente che passa, ché non c'è quasi mai nessuno, al bar baraza, solo io, michele e quattro gatti.
e si parla, al bar baraza, tanto, (ché lo sanno tutti che la birra, e un po' di stomaco vuoto e la parola fluisce) e io e michele (il mio spatafini personale, il mio bonfiglietti, o chi preferite) si parla. si parla di lingue straniere, per esempio, giacché si vien fuori da un corso di lingue.
si dice, ad esempio, che i russi son comunisti dentro, che son comunisti fin dalla grammatica. che son talmente comunisti che non ci hanno neanche il verbo avere, loro.
ché un russo non ha una mela: piuttosto una mela è a un russo, ma un russo, una mela non ce l'ha, e non l'avrà mai, grammaticalmente parlando. comunisti dentro.
e poi si parla di donne, al bar baraza. si parla di matrimonio, ad esempio, di vita insieme, di storie presenti e di storie passate. presenti, ma anche passate.
come di quella volta che ho suonato al matrimonio di quella che ci ho avuto una storia.
e un po' ci pensavo, oggi, mentre prendevamo la nostra birra al bar baraza, pensavo alla mia ragazza, che il bar baraza non l'ha mai visto, e che forse, quando viene qua in belgio, glielo mostro, il bar baraza, ché non è questa cosa eccezionale, anzi, ma ci si passa un buon tempo, con michele, a parlare di donne, di lavoro, di musica e di lingue straniere.
e di donne, al bar baraza, che non ce ne sono, ma se ne parla, oh, se se ne parla.

lunedì 22 ottobre 2007

tu stai obnubilando il tuo super-io

un uomo ce l'ha insito, nella propria natura.
e chi storce il naso, chi dice no, non è vero, è solo un vile mentitore, un volgare ipocrita: perché l'arte del fai da te è caratteristica quasi distintiva dei portatori (in)sani di cromosoma y.
anche a ikea lo sanno.
sanno che chiunque, non solo quel gran genio del mio amico, con un cacciavite in mano fa miracoli.
anche io lo so. e non ho nemmeno il cacciavite, pensa.
eppure, l'istinto primordiale, animalesco quasi, che è in me, ieri è venuto fuori con tutta la sua primigenia ferocia, facendo sì ch'io m'accanissi selvaggiamente nel (vano) tentativo di rimettere a posto una claudicante "l" di questa tastiera.
quel che non sapevo, era che i tasti di un portatile sono a incastro.
che una volta disincastrati sono difficilissimi da ri-incastrare.
che c'è una precisa procedura per far scattare gli incastri.
che gli incastri sono in alluminio.
delicatissimi.
e ti accorgi che stai diventando blog-dipendente quando, dopo avere spezzato quel delicatissimo pirulino di alluminio, anziché bestemmiare in aramaico, decidi di farne un post.


domenica 21 ottobre 2007

giuochi di mani giuochi da villani

ci son delle volte che antonio mi fa proprio incazzare.

pensa, quelle volte lì, proprio quando giochiamo alla pleistescion, che io manco ci so giocare, alla pleistescion, e lui ha questa frase qua "quando fa più male" che la usa, per esempio quando giuochiamo al calcio, e lui segna all'ottantanovesimo per esempio.
e dice, questa frase qua, dice "quando fa più male", ché lo sa che io m'incazzo, perché non voglio perdere, nessun giuocatore vuol mai perdere e lui che mi prende per il culo e dice proprio così, dice, "quando fa più male".

per non parlare dei giuochi a punti, tipo quando lui vince un mondiale 110 a 109 , per un punto proprio l'ultima gara.

io lo so, che è solo un giuoco, ma m'incazzo lo stesso, eh, se m'incazzo.
immagina un po', come s'è incazzato hamilton, quando raikkonen gli ha detto "quando fa più male".

venerdì 19 ottobre 2007

gli antichi romani già lo sapevano

dicevano, gli antichi romani, mens sana in corpore sano.
ci avevan le terme, gli antichi romani, si curavano, curavano il corpo e curavano la mente.
mangiavano le verdure, gli antichi romani, non come me che vado avanti a schifezze un giorno sì e l'altro pure.
e stasera, pensando agli antichi romani, pensando alla mente sana e al corpo sano (che - mi dicono - sta bene quando il culo trionfa)(che cosa vorrà dire, poi) e dicevo, pensando al corpo sano m'è sovvenuta voglia di verdure.
già che c'ero, al supermercato, ho comprato un frutta e verdura e - non pago - ho comprato anche un bel minestrone surgelato e degli spinaci.

ma i romani, gli antichi romani, lo sapevano.
sapevano che prima del corpo, la mente. sapevano che bisognava sapere.
io lo sapevo, ma ho dimenticato. e ciò è male.
sapevo che la carne hache o hachée è il macinato, sì la carne tritata.
ma non avrei mai creduto.

perciò adesso che me ne faccio di un chilo di spinaci tritati e surgelati?


giovedì 18 ottobre 2007

babbo natale (forse) non esiste

io proprio non me lo ricordo quando l'ho scoperto. se me lo hanno detto a scuola i compagni più grandi, se ci sono arrivato da solo (improbabile, sono troppo ingenuo) o se me lo hanno rivelato i miei genitori mentre mi spiegavano come nascono i bambini (già che ci siamo, sai, non son le api che impollinano i fiori nella terra che il seme feconda o che feconda il seme e per fare un albero ci vuole un frutto e babbo natale non esiste. tiè).
no, proprio non mi ricordo se mi han detto così, o se l'ho letto su topolino, ma non credo che su topolino si parli di sesso.
però stamattina ho immaginato la mia faccia, dopo averlo scoperto.
penso che deve essere stata uguale uguale alla faccia che ho fatto quando il mio vicino mi ha detto
"ah, ieri hai perso il treno delle 8.35? allora avrai preso quello delle 8.42?"

mercoledì 17 ottobre 2007

e poi ci lamentiamo che in italia: altre cose che non si fanno

ogni mattina, un giuovine impiegato dell'informescion tecnòlogi si sveglia e sa che dovrà correre.
ogni mattina, un meno giuovine macchinista si sveglia e sa che dovrà correre più veloce del giuovine impiegato, ché sennò riesce a prendere il treno.
stamattina il meno giuovine macchinista ha avuto la meglio sul giuovine impiegato.
eppure ce l'avevo quasi fattam non m'ero neanche alzato col piede storto, sebbene avessi dormito poco&male,
tant'è.
ma quel che fa più male, è il controllore bastardo che non mi ha fatto salire causa segnale sonoro.
(oooh, il segnale sonoooro! non si puooòh)(leggasi come bambino che scarta un regalo)
In questi casi, di solito, si prende la metro. 10 minuti a piedi, per arrivarci, alla metro, anima in pace e morta lì.
In questi casi, di solito, si aspetta la metro. 5 minuti, anima in pace.
In questo caso no. La metro arriva subito, e subito dopo arriva la voce.
Madames et monsieurs, il treno oggi fa tardi, perché ci son problemi, scusate il disagio.
Anima in pace. Oggi arrivo alle 10.
Salgo. Spingo. Aspetto. Sudo. Aspetto. Tolgo giacca. Aspetto. Aspetto.
Madames et monsieurs, oggi il questo treno non va alla fermata pizza e fichi perché ci son problemi, scusate il disagio.
E mo? Vado a piedi fino alla fermata dopo pizza e fichi o torno alla stazione e prendo il treno successivo?
Ho tempo: stazione, treno delle 9 e 5. Tra l'altro la stazione è più vicina della metro, e quella d'arrivo mi lascia sotto l'ufficio. è andata.
Colpo di fortuna: autobus all'uscita della metro. Vai.
Arrivo alla stazione alle 9 meno 2. Grande.
Madames et monsieurs, il treno di michele, si proprio quello delle nove e cinque, ha un ritardo probabile di 15 minuti. Ci scusiamo per il disagio. Ma vaffanculo, va.

Son sceso da casa alle 8.30. Ho perso d'un soffio il treno delle 8 e 35 che è in ritardo cronico. un'altra cosa che non si fa:
mai, mai, mai, fermarsi a prendere il giornale quando sai che quello stronzo del macchinista, oggi, ha corso più veloce di te.

martedì 16 ottobre 2007

c'è un posto nel mondo

c'è un posto nel mondo, dove ne succedon di tutti i colori
c'è un posto nel mondo, del quale non si parla mai sui giornali.
in quel posto, nel mondo, c'è la più alta media di omicidi giornalieri.
nello stesso posto, tutti gli assassini vengon catturati.
eppure quello è un bel posto, coi ruscelli, con gli uccellini, con la neve d'inverno.
è un posto pieno di psicopatici, vero, ma alla fine muoiono tutti o vengono arrestati.

quel posto è nelgi stati uniti.
quel posto è il maine

e io sono profondamente convinto che la signora fletcher porti sfiga.