venerdì 27 giugno 2008

teorema

ipotesi:
un uomo è a capo chino sulla sua scrivania.
è da almeno dieci minuti che si dispera perché non ha ancora trovato il punto di domanda su quella cazzo di tastiera azerty.

tesi:
è venerdì.

giovedì 26 giugno 2008

moriremo tutti!

il mio villo intestinale ha coercitivamente imposto un silenzio stampa negli ultimi due-tre-sette-troppi giorni.
siccome che se non scrivo qualche siocchezza, mi dicono che poi la gente si dimentica di me e non mi seguono più
- MA -
siccome che se scrivo qualche siocchezza, poi mi dicono che se devo scrivere una siocchezza allora è meglio che non la scrivo,
- DUNQUE -
ecco che vengo qui a chiedere scusa.
perché mi metto nei panni del povero lavoratore belga, quello che proprio oggi s'è svegliato tardi, che per la fretta non s'è fatto il bidè, quello che ha fatto colazione mentre si lavava i denti, quello che - consapevole della drammaticamente tarda ora si è visto costretto a parendere la macchina, ritenendo fallacemente che siffatta soluzione l'avrebbe aiutato, perché a quell'ora, il traffico...
sì, dico a te, esecrabile ritardatario, che sebbene io ti consideri parimenti colpevole, sono qui e ti chiedo scusa.
scusa perché neanche tu potevi immaginare che proprio stamattina, qui, nel pieno centro di brussella, il traffico sarebbe stato bloccato per ore e ore, a causa anche mia.
ma la sicurezza, lo sai, viene prima di tutto.
e d'altronde neanche io sapevo che stamattina sarebbero scattati tutti gli allarmi antincendio antirapina antifurto antipanico antipatico antistaminico antibatterico antiribonucleico, e che avremmo dovuto evacuare l'edificio.
evacuare.
l'edificio.
cinquemila persone.
ma si chiama esercitazione annuale, giovine automobilista esaurito, non è solo colpa mia.
c'erano anche pompieri e ambulanze, vedi, c'era anche la polizia che coordinava tutto e tutti.

lo so, lo so, e ti ho gia chiesto scusa, mio miserabile relitto umano. adesso smettila di prendertela coi miei congiunti.

martedì 17 giugno 2008

l'autore di questo blog...

secondo me, vuole abbuscare!



licenze d'uso

attenzione.
questo messaggio è dedicato a tutti gli evasori fiscali, ai truffatori, agli iscritti nel registro degli indagati, ai terroristi internazionali, ai narcotrafficanti, insomma a tutti quelli che per un motivo o per un altro si ritrovano iscritti nelle liste dei cattivoni secondo il governo degli stati uniti d'america: voialtri non potete scaricare né utilizzare oracle database server express edition.

qualcuno informerebbe silvio berlusconi, per favore?

lunedì 16 giugno 2008

autori vari

c'era un'edicola vicino casa mia, quando ero piccolo, e c'era un edicolaio nell'edicola, che mi era un poco antipatico.
però, all'epoca, quella era l'unica edicola che c'era vicino casa, che ci si poteva andare a piedi, perché allora, tanti anni fa, nella zona dove abitavo io c'eran poche case, tutti condomìni, e niente altro. ma un po' più lontano c'era questa edicola qua, attaccata a una salumeria, e c'era questo edicolaio qua, che era anche un poco antipatico.
a volte mia madre mi veniva a prendere a scuola con la macchina, e quando passava per la salumeria io scendevo per andare all'edicola, e ci andavo a caomprare topolino, ché quand'ero piccolo io leggevo topolino (anche fino a quando non ero proprio piccolo piccolo, ma vabè, non è che voglia parlare di topolino o della storia della mia infanzia).
e stamattina mi è tornato alla mente questo edicolaio qua, di questa edicola di tanto e tanto tempo fa, un'edicola che c'è ancora, ma non è più la stessa, che non è neanche più dello stesso edicolaio, lo so, perché quando ormai ero un ragazzo quel signore edicolaio morì (o morse) e io ci rimasi un po' male, perché sì, era antipatico, ma non così tanto. in fondo a lui interessava solo giocare le schedine del totocalcio. però, mi ricordo, ci andavo proprio spesso, da quell'edicolaio, e oltre a topolino, compravo anche le riviste di compiuter (ma anche questa è un'altra storia), che costavano cinquemila lire, me lo ricordo, e compravo anche i libri, tanti libri, ché lui c'aveva i libri che addirittura costavano mille lire. erano quelli scritti piccoli piccoli, quelli che la sera dovevi lasciare accesa la luce grande, in camera, sennò con quella sul comodino si vedeva comunque poco e dopo un po' ti lacrimavano gli occhi. quei libri che ho continuato a comprare per anni e anni, fino al liceo e anche un poco di università, finché, da un giorno all'altro, non sono più usciti. me lo ricordo, ne compravo un sacco, di quei libri lì, a mille lire, ma qualche volta, quando avevo messo qualche soldo da parte, compravo anche le videocassette, ma sempre quelle con le riviste o tipo quelle che eran la prima uscita di qualche raccolta, perché costavano di meno, mentre le altre uscite sarebbero costate almeno il doppio.
e stamattina, dicevo, mi è tornato alla mente questo edicolaio qua, di tanti anni fa, dove compravo topolino, e le riviste per compiuter, e i libri, e le videocassette. mi è tornato alla mente, vivo e vivido come fosse stato ieri, un episodio preciso, di una volta che comprai a mia madre una bella videocassetta, con in regalo un libro. l'idea era quella di regalare a lei la videocassetta e tenere il libro per me.
la videocassetta era "non ti pago", di eduardo de filippo, me lo ricordo perfettamente. ce l'ho ancora, quella cassetta, anche se il mio videoregistratore ormai è morto da qualche anno. ma, dicevo, mi son ricordato del libro, quel libro incartato, una sorpresa, come per dire Eccomi, sono proprio io, il regalo, e io già immaginavo chissà quale splendido romanzo, quale meraviglia letteraria.
la videocassetta era "non ti pago", di eduardo de filippo, e l'abbiamo vista quella sera stessa.
il libro, invece, era tumori e timori, di autori vari.

mercoledì 11 giugno 2008

consapevolezze degli uomi sessuali

due anni fa, l'amica di mia sorella mi ha regalato un maglioncino bianco, di quelli con la zip.
ieri mattina l'ho messo, perché faceva un po' freddo.

a sera, in autobus, la mia mente razionale non è stata in grado di dare risposta a tre domande via via più inquietanti:
è peggio indossare ancora lo stesso maglioncino dopo tanto tempo, scoprire che la ragazza seduta di fianco a me ce l'ha uguale o essere consapevoli che la tipa è talmente cicciona, ma talmente cicciona che il maglioncino sta meglio a me?

lunedì 9 giugno 2008

orgoglio o pregiudizio?

immagina di essere in treno.
sei con la tua famiglia e trovi gli unici quattro posti liberi a fianco di una mammina con 3 bambini medio piccoli.
da perfetti italiani, tu e la tua famiglia pensate, e lo dite anche, Che sfiga, siamo capitati proprio di fianco ai bambini. adesso minimo ci renderanno il viaggio un inferno, inizieranno a fare casino, a piagnucolare, la piccola vorrà stare in braccio alla madre, la sorellina grande sarà gelosa... già lo so, un viaggio da incubo.
questo si chiama pregiudizio: come dice il signor de mauro altro non è che una "opinione fondata su convinzioni personali che non si basano sulla conoscenza diretta di fatti, persone, cose, ma su semplici supposizioni o convinzioni correnti che possono indurre in errore".

infatti, dopo aver fatto tutte queste supposizioni, immagina la famigliola nella più totale tranquillità. immagina tutti e tre i bambini (il più grande avrà avuto otto anni), a leggere dei libri. tutti e tre. d'accordo, la piccolissima faceva dei disegnini, ma gli altri due leggevano, eh, leggevano proprio dei libri, libri veri, quelli senza le figure, quelli che in italia non si vendono. mentre la madre scriveva.

questa, invece, si chiama civiltà. non c'è bisogno del signor de mauro per capirla, tra l'altro non si può nemmeno rinchiudere in una misera definizione. è uno di quegli spettacoli che ti fanno capire quanto siamo indietro rispetto al resto del mondo.

ecco. immagina, dunque, una famigliola felice che si muove in treno, per passare il fine settimana in un'altra città. una famiglia chiacchierona e pure un poco chiassona. la immagini?
bene.
immagina che il bambino di otto anni ti chieda qualcosa in un'altra lingua, qualcosa che tu non capisci grammaticalmente, ma che capisci perfettamente nel significato più profondo: immagina che ti chieda di fare meno casino, ché sta leggendo.
questa si chiama figura di merda.

venerdì 6 giugno 2008

a volte la migliore musica è il silenzio

chiedo scusa per questo lungo periodo di silenzio: ho preso l'influenza e sono completamente afono.
anche queste poche parole mi costano una grande fatica.
spero di tornare in forma al più presto, ché c'ho un sacco di cose da raccontare.

ah, dimenticavo: ultimamente ho fatto 30 anni, sarà stato questo il motivo del mio crollo, vallo a sapere.

nel frattempo, contribuisco all'abbattimento di qualche foresta di eucalipti, vista la quantità di caramelle balsamiche che continuo a consumare ininterrottamente.

statemi bene