lunedì 26 maggio 2008

il nesso di causalità

a volte le scoperte più importanti avvengono per caso.
certo, mi si potrebbe obiettare che la mia è una scoperta dell'acqua calda, o peggio, che è una cosa saputa e risaputa, ma scoprire da soli, anche una cosa semplice come l'acqua calda, è sempre un piacere.

la mia scoperta di stamattina, ad esempio, è legata al nesso di causalità. quella cosa che dici se un bicchiere cade per terra da un'altezza decente (causa) è facile che si rompe (effetto). e potrei andare avanti per una buona mezz'ora a fare esempi di causa-effetto, ma tanto sono sicuro che siete un pubblico sveglio, mi avete già capito.

ecco, la mia scoperta, dicevo, si potrebbe definire un nesso di causalità al contrario, insomma, un non nesso, cioè una cosa che pare essere una causa, ma poi, alla fin fine, causa non è.

ecco, il non nesso di causalità che ho scoperto, stamattina, dopo avere fatto la doccia, dopo avere fatto colazione, è che nei paesi nordici, come la francia, la germania, il belgio, eliminare i bidè (causa) non elimina il rischio di squaraus (effetto).

mercoledì 21 maggio 2008

una nuvola e sette cioccolatini

era una giornata di quelle che sembra la primavera. a pensarci bene, era davvero primavera, ma quella era una di quelle giornate che ti ci fan proprio pensare, alla primavera. e allora di andare a scuola non se ne parlava proprio, ché nelle giornate come quella si deve star fuori a prendere il sole, e il vento, e tutti gli odori cui pensi quando pensi a una giornata di primavera. e lui allora è uscito ed è andato in giro per i negozi che avevano i giocattoli nelle vetrine, ma non c'è rimasto per molto tempo, e ha ripreso a camminare, ché era una giornata di quelle che ti fan pensare alla primavera, e allora non è bello stare in giro per i negozi che vendono i giocattoli. così ha comprato un cioccolatino. ne avrebbe voluti comprare sette, ma in giro non c'erano bambini ai quali poterli regalare, così è salito su un autobus a caso, senza guardare il numero. uno di quegli autobus che si prendono quando non sai dove andare, ma quando è proprio lì che vuoi stare.
era contento, sull'autobus, perché era un autobus che andava verso il tramonto, e lui aveva veramente voglia di vedere il tramonto, infatti, proprio mentre scendeva dall'autobus, una signora gli ha sorriso.

quello che le donne non dicono

come quasi ogni martedì sera, io e collega italiano siamo andati a giuocare al giuoco della pallamuro, ché se lo chiamo pallamuro ha una sua dignità, mentre se lo chiamo squash mi dà troppo l'idea di un problema intestinale. che c'hai oggi? ti vedo strano. ma niente, ho un po' di squash, saranno state le cozze.
ma non divaghiamo.
dicevo, ieri, io e collega italiano abbiamo fatto la nostra solita partita a pallamuro, e dopo essere stato massacrato come al solito, abbiamo fatto la solita sauna.
ecco, alla palestra dove giuochiamo a pallamuro c'è una saunetta piccina, che quattro persone ci stan proprio strette, e questa saunetta ha due porte, una che dà sullo spogliatoio maschile, l'altra su quello femminile.
ovviamente, non è mai capitato di trovarsi in situazioni promiscue, del tipo con provocanti fanciulle fiamminghe tutte curve, coperte solo da un microscopico telo bianco trasparente, reso ancora più provocante e sensuale dalla pelle imperlata delle giuovani fanciulle... ecco, niente di tutto questo, mai, sebbene sia per me che per collega italiano credo sia un desiderio inespresso. e tanto per cronaca, non è che le fanciulle (rare) che giuocano a pallamuro nella nostra palestra siano poi questo idillio, eh. uno per questo c'ha la fantasia...
ma sto ancora divagando.
dicevo, ieri, mentre sauneggiavamo, abbiamo sentito due ragazze dall'altra parte dello spogliatoio che parlavano e parlavano e dicevano tutta una serie di cose che voi umani non potreste neanche immaginarvi.
discorsi complessi, risatine, ammiccamenti (lo so, non le vedevamo, ma sono sicuro che ammiccassero), urlettini, e poi tante allusioni e tutte quelle cose lì che si dicono le donne quando credono di non essere sentite. roba sconcia, eh, roba pesante.
roba che se riportassi quello che ho sentito vi farebbe diventar tutti rossi dalla vergogna.
beh, almeno credo.
già, perché io non capisco una parola, di fiammingo, ma sono sicuro che perlavano di cose sconce, perché l'ho sentito, son sicurissimo di averlo sentito, sì, che a un certo punto han detto proprio schwanstuck.

martedì 20 maggio 2008

gooood morning, vietnam!

Leggendo questo titolo, ho come il presentimento che presto alessia marcuzzi farà la pubblicità alla Compagnia delle Erbe

Non so voi, ma io comincio seriamente ad avere paura.

lunedì 19 maggio 2008

digi tasti

mi vedete qua, piangere per una recente perdita che si affianca ad una avvenuta neanche sei mesi fa.
è quindi un patire terrificante, rinunciare, a sì breve distanza, ad una partner, né prima, né terza, che a fatica si farà dimenticare, bensì mi farà penare vieppiù, vista quanta frequenza e che piacere ne trassi da quei ripetuti ticchettii.

necessita che smetta, e immediatamente, di pensare ad esse, tutte e due perse per sempre, senza speranza, e che guardi avanti, senza rimpianti e senza rammarichi.

brevità e intensità (sebbene sia insieme a questa tastiera da più di tre anni, e cambiare è un affare senza minima chance).

arrivederci, amiche mie, rinunciare a tenervi a mente sarà per me dura, ma - si vede - stare senza entrambe è un'impresa ardua, ma che si riesce a perpetrare.

domenica 18 maggio 2008

eppi birdei

oggi festeggio un anno di brussellosità.
il 18 maggio scorso sono arrivato qui, era un venerdì e mi sentivo completamente spaesato.
lingue diverse, facce sconosciute.
è passato un anno, e non avrei mai pensato di dire che, dopo così poco tempo, a brussel mi sarei sentito a casa.

martedì 13 maggio 2008

odore di democrazia

da cosa capisci che è finalmente terminata la campagna elettorale?



mannaggia bubbà (an fransè: mannaj bubbè)!

a.a.

sabato 10 maggio 2008

la verità

da qualche tempo non scrivo spesso su questo blogghe.
la verità è che ho cose più interessanti da fare.


giovedì 8 maggio 2008

l'eterna lotta tra il bene e il male

tipo che torni dalle vacanze.
vacanze mi sembra un parolone, diciamo che torni dal lungo ponte.

tipo che ti ritrovi con il lavoro che hai lasciato prima di partire, lo ritrovi pari pari, là che ti aspetta. nessuna anima pia che l'abbia fatto per te. e fin qui.

tipo che trovi millemila aggiornamenti da scaricare, e li fai, e ci stai due giorni, e nel frattempo stai facendo il lavoro che non hai fatto durante le vacanze, e non hai nemmeno tanto tempo per scrivere sul blog.

intanto stai facendo i test, quelli che dovevi fare durante le vacanze, e ti rendi conto che ci son degli errori nell'applicazione.
e allora chiedi al collega che ha aggiornato di verificare, e lui ti dice che va tutto bene, tranne una piccola cosina che ha appena messo a posto. tu controlli, e fa le bizze. allora ri-testi, e ti dà sempre lo stesso errore, e allora chiedi al collega che dice che va tutto bene, tranne una piccola cosina che ha appena messo a posto.

riprovi, e ti dà sempre lo stesso errore.

il collega ti ha un pochino pochino rotto i cosiddetti, lo chiami, lui si appropinqua alla tua scrivania con fare seccato, e fai per sbattergli in faccia il suo fallimento, la sua incompetenza e la sua mancanza di professionalità. e lo fai ostentando sicumera, mostrandogli come il test fallisce miseramente, cliccando lì, su quel pulsante che ha fatto lui, quello che dà l'errore, quello che premi davanti a lui e dopo una lunga, lunghissima attesa ti manda alla pagina con su scritto: Operation Succesful.

Adoro il mio lavoro.