venerdì 19 febbraio 2010

caro amico che vivi lontano, troppo lontano, ti scrivo del nostro paese

che forse non conosci più, e non puoi conoscerlo ché la tv belga, su certe nefandezze, preferisce, per decenza, tacere.
quante intollerabili ingiustizie siamo costretti ad ingoiare, ogni sera, in prime time, quante lacrime rendono amare le nostre zuppe di grano e cipolle.
l'ultima iersera, quando una folla, feroce ed imbrutita, ha tempestato un povero ragazzo di fischi ed improperi, ingiuriandolo ed avvilendolo, solo perché il cieco oscurantismo del bieco governo comunista, che occupa la televisione di stato, non gli ha consentito di esprimere i suoi veri sentimenti.
voglio che tu sappia, che non dimentichi, che questa era la canzone che avrebbe voluto, avrebbe dovuto cantare il piccolo emanuele: