martedì 29 dicembre 2009

di certi debiti che certi uomini hanno

non è che se ti svegli con uno staruto pensi che sarà una buona giornata.
non è che se rimani imbrigliato nel traffico di quello spicchio di inferno che chiamano aversa pensi che, se fino ad ora non lo è stata , sarà comunque una buona giornata.
non ci pensi neanche quando ti tagli le mani maneggiando fascicoli del secolo scorso, in un archivio grigio che più grigio non si può.
non ci credi, non ci pensi proprio, camminando con la borsa in testa per riparati dalla pioggia.
però, non sono fesso, lo so anch'io che certe giornate non si dimenticano
perché c'è sempre un amico, anzi due, che te la raddrizzano quella giornata, te la rendono la più bella giornata storta degli ultimi trent'anni (e non è poco se ne hai trentuno).
quando torneranno, tutti e tre, almeno un caffè glielo devo.

lunedì 21 dicembre 2009

tropp sicret

è che io per oggi ci avrei una storia, che secondo me è bellissima veramente assai, e si parla di natale e di amici e di vita vissuta e di flippèr.
epperò io questa storia qua, bella, sull'amicizia più che sul natale, sulla vita vissuta più che sul flippèr, ma sempre ambientata in quel periodo là, quello del natalizio, io la vorrei vederla più disegnata che scritta, imbrattata e scarabbocchiata, e allora che siccome che io sono una pippa a disegnare, ho chiesto a un amico mio (sì, lo so, non è un amico mio, non mi conosce neanche, son solo io che ci ho la faccia come il culo e gli scasso un (bel) poco i chitarrini con richieste come questa), dicevo, ho chiesto a questo amico mio se me la disegna lui, ché mi piace assai come disegna lui, e ci ho molta stima su di lui stesso medesimo, e allora metti che me la disegna veramente, mi pare brutto pubblicarla scritta prima qua, e poi disegnata, chessò, dillà, e allora io gliel'ho mandata scritta a lui e gli ho detto "peppì, fa tu".
probabilmente non ci avrà mai il tempo, è una persona impegnata, lui, mica un cazzuliatore professionista come me, però io gliel'ho mandata lo stesso, non so nemmeno se l'ha letta, speriamo di sì.

io intanto aspetto, se me la disegna son contento.

lunedì 14 dicembre 2009

il post sotto l'albero

è inutile girarci intorno con le parole, quel che è fatto è fatto e sono abbastanza maturo da prendermi le mie responsabilità.
quest'anno, a occupare abusivamente le pagine del post sotto l'albero, c'è anche il mio.
andate e leggetene tutti, e se vi piace, sprecate mezzo secondo per lasciare un commentino qua sotto, ché son mesi che questo blog langue. :)

mercoledì 9 dicembre 2009

del perché sia negativo per l'ambiente produttivo arrivare presto in ufficio.

qualcosa di diverso.
mattina presto, pareti bianche, il piano è deserto.
solo quattro gatti, più assonnati di me, eppure qui dentro c'è qualcosa di diverso: manca qualcosa.
è una frazione di secondo: parete bianca, tre porte, lavabi, distributore del sapone e quello del disinfettante (paura influenza anche qui).
occhio cisposo e sonnacchioso continua l'analisi, che cosa manca, che cosa manca?
guardo,
destra,
specchio,
io,
testa,
sinistra,
dormo,
parete,
guarda,
parete vuota,
occhio,
guarda,
parete vuota, parete vuota,
altro,
altro?
altra. l'urlo: l'altra.
mi scuso: capisco.
parete vuota: mancavano i pisciatoi.

venerdì 4 dicembre 2009

tu chiamale, se vuoi, emozioni.

è tutto vero, lo confermo.
all'inizio non pensavo di voler scrivere un post così banale, pieno di frasi fatte o concetti triti e ritriti. eppure non riesco a farne a meno, devo condividere questa splendida realtà, questo miracolo che mi è capitato così all'improvviso.
mentirei se dicessi "inaspettatamente", perché era già da un po' che ci stavo provando, ma non pensavo potesse accadere così presto, e proprio a me che in fondo sono sempre stato un tipo un po' sfigato.
è anche vero che chi non lo ha vissuto o non lo vive a sua volta non può capire, e me ne dispiace. d'altra parte neanche voglio stare qui a far la parte di quello che se la tira, perché mi rendo conto che - per chi non ci è passato e forse non ci passerà mai - potrei risultare spocchioso o, peggiancora, melenso.
d'altra parte è successo, e io ve lo volevo dire.
è una gioia, una piccola grande gioia, una piccola grande emozione, e lo ripeto, chi no l'ha provato non può capire che vuol dire
tornare a casa, buttare via scarpe e stanchezza, stendersi sul divano e scoprire di avere vinto ben 35 euro al lotto.