venerdì 24 dicembre 2010

i nostri personalissimi auguri


domenica 19 dicembre 2010

tanti auguri (parte 1)

è natale (quasi), siamo tutti più buoni.
io sarò buono col mio blog e ricomincio, proprio dagli auguri.

per il momento beccatevi il post sotto l'abero, l'ho scritto anche io.

tra qualche giorno degli auguri più... personali.

martedì 29 giugno 2010

in suddafrica tuttapposto - o di come il cornetto rosso di zio ciro funzioni proprio*.

zi' teresa, lo sai dove ti devi infilare la bandiera dell'italia, quella bella grande, per tifare più forte, che ti hanno regalato coi due tubbi di pringòls, vero?






*il presente comunicato è rivolto in larga parte alla società che si occupa di reclamizzare il prodotto, al genio del male che ha concepito questa pubblicità di merda, all'altro genio che ha deciso di comprare lo spazio radiofonico fino a sei settimane dopo la fine del mondiale, a zi' teresa, finta come le sedie di cristo nella passione di mel gibson e a di natale, che non mi ha fatto niente, ma può andarsene a fanculo pure lui, sudato o no.

martedì 22 giugno 2010

la colazione dei campioni non è il pranzo dei ngegnieri

il martedì è il giorno della pizza. perché l'ingegnere è metodico pure sul pranzo. non mangia se o perché ha fame. mangia perché è scattato il trigger ora di pranzo e bisogna evitare di lanciare l'eccezione muoro di fame.

l'ingengere metodico sa che il martedì si ordina la pizza, e metodicamente ordina quasi sempre la stessa, rucola e pomodorini, perché sa che un'emozione potrebbe essergli fatale.

tuttavia, può capitare che alla settantasettesima rucola e pomodorini possa essere lanciato un fault di tipo che palle, 'sta rucola e pomodorini, oggi cambio che va gestito in maniera adeguata, con una routine di catch opportuna, altrimenti rischia di mandare in crisi l'intero sistema, il pranzo e pure la cena.

succede però che l'ingegnere metodico si crede fantasioso, allora decide di affidare al caso la scelta della nuova pizza, ed ecco che elabora un pregevole quanto sofisticato algoritmo:

prende la data odierna del giorno in cui: ad esempio 20100622
chiede ad un collega un numero primo a caso: collega alberto fornisce 29
moltiplica 20100622 per 29: 582918038
effettua il resto in modulo di 16, dove 16 è il numero di pizze disponibili sul menù a portar via: il risultato è 6
verifica sul menu:
1. margherita
2. marinara
3. diavola
4. capricciosa
5. ortolana
6. rucola e pomodorini.

dio esiste, e si prende gioco di me.

lunedì 14 giugno 2010

suddafrica duemilaeddieci.

vediamo di finire in fretta 'ste tre partite.

giovedì 3 giugno 2010

outing reprise: ovvero - compartecipazione post moderna di tipo sondaggioso sull'opportunità di certi tipi di intrattenimento televisivo.

no, non sto parlando di porno gay. (e già per questa frase prevedo un'impennata di ilarità nelle chiavi di ricerca, ma questa è un'altra storia...)

dicevo: un annetto fa, su questi schermi (o pagine? boh, fate vobis) facevo outing sulla questione "lost". non l'ho mai visto, e - illo tempore - me ne vantavo.

ma ora, nel mezzo di una lunga pausa senza caffè, mi domandavo - o meglio - vorrei domandare a voi popolo di telefruitori professionisti, voi che avete penato per quanti? cinque anni? sei? sette? la sera davanti a sky, o a scaricare dall'internetto o chessò io, insomma a far tutte quelle cose lì che facevate per essere i primi a sapere che succedeva sull'isola sperduta, mi domandavo: ne è valsa la pena?

sì, ecco, se uno come me non ha mai visto lost e, nel mezzo di una lunga pausa senza caffè, gli vien da chiedersi se abbia fatto bene a non vederlo oppure no, e che gli pigli addirittura il ghiribizzo - sempre nel mezzo di questa benedetta lunga pausa senza caffè - di prendere e scrivere un post per chiederlo, a tutti quelli che lost lo hanno visto dall'inizio alla fine, ecco, secondo voi, voi che lo avete visto, che dovrei fare?
prendo e, di punto in bianco, mi guardo tutti gli episodi dal primo all'ultimo o semplicemente esco e il caffè me lo prendo al bar?

martedì 1 giugno 2010

anche le formiche, nel loro piccolo...

si potrebbe andar tutti quanti allo zoo comunale, direbbe qualcuno. ma allo zoo non vendono i libri, e queste formiche qua non stanno allo zoo, e nemmeno nascoste dietro la credenza di casa vostra perché avete il pacco dello zucchero bucato.
no, queste formiche qua è un libro, che però io non ci ho capito molto, perché ci stanno un sacco di personaggi e la trama è un po' scarsa. ognuno dice la sua, e sembra essere assolutamente scorrelato dalla dichiarazione precedente.
però l'impaginazione è bella, sarà perché l'ha curata un'amica mia, allora mica posso dirle pubblicamente che ha fatto una cosa così così? pare brutto.
ma la cosa che vale veramente la pena, secondo me, sono le figure.
come giallo, devo dire, è veramente scarso, ma è la prima volta che mi capita di leggerne uno con le figure.
ve ne metto una qua, giusto per stimolare la vostra curiosità.


poi, se c'avete pure dieci euri da buttare, ve lo potete accattare sul sito http://struwwelpeter.biz/, o ve lo arrubbate in qualche edicola delle principali e più malfamante stazioni ferroviarie del centro italia.

ah, giusto per cronaca, ché poi lo so 'ste cose come vanno a finire, io non ci guadambio una mazza, sono solo un povero pirla che è stato gabbato dal sistema.

inoltre vorrei ringraziare, in ordine alfabetico, tutte le persone che in questi mesi di assenza si sono interessati a me, mi hanno mandato sms, email, telefonate, chiedendomi perché mai avessi smesso di scrivere sul blog:







giovedì 4 marzo 2010

tre racconti assolutamente identici

battaglie elementari
mariagrazia era più grande di me, ma di qualche mese. alle elementari non mi vergognavo di sedermi vicino a lei e giocare a battaglia navale. qualcuno ridevo di me perché mi ero seduto vicino a una femmina.
certe volte mariagrazia si sedeva sul davanzale della finestra, e insieme a qualche altra ragazza cantavano le canzoni coi testi presi da tv-sorrisi e canzoni. sbagliavano sempre il tempo, però lei era intonata.
un giorno sono entrato in classe mentre cantavano no vasco no vasco io non ci casco e sono diventato una torcia umana.
forse autocombustione, forse solo il fatto che non andassero a tempo perché non rispettavano le pause, chissà. sta di fatto che ho preso fuoco, e mi hanno spento a pedate.

penne al salmone
ieri sera ho preparato la cena.
a volte lo faccio.
poi mi han chiamato i miei.
a volte lo fanno.
ha risposto lara, io cucinavo.
i miei ormai non mi cagano più, telefonano solo per vedere beatrice, e infatti non chiamano: videochiamano. 'sto cazzo di skype.
poi ho finito di cucinare, e sono andato anche io di là per parlare con loro.
solo che mentre andavo ho preso fuoco, e mi sono rotolato sul parquet del soggiorno. per spegnermi. invano.
speriamo che il padrone di casa non si lamenti per due bruciature qua e là.
lara e beatrice mi hanno spento a pedate.

strumenti da lavoro

è una storia che parla di strumenti, di lavoro e della loro unione.
oggi si fa presto a dire "strumenti da lavoro" che uno subito vola con la fantasia alla cassetta degli attrezzi.
trapani, cacciaviti, pinze, tenaglie, quegli strumenti lì. però, pensa te, pure un computer è uno strumento da lavoro. una macchina per cucire? l'avresti mai detto? pure lei.
poi ci stanno altri strumenti da lavoro come le perette e i contagocce.
questa storia qua parla di cacciaviti. a stella.
ne ho usato uno per aprire un computer, oggi al lavoro, solo che era ancora collegato alla rete elettrica.
è saltato il salvavita.

venerdì 19 febbraio 2010

caro amico che vivi lontano, troppo lontano, ti scrivo del nostro paese

che forse non conosci più, e non puoi conoscerlo ché la tv belga, su certe nefandezze, preferisce, per decenza, tacere.
quante intollerabili ingiustizie siamo costretti ad ingoiare, ogni sera, in prime time, quante lacrime rendono amare le nostre zuppe di grano e cipolle.
l'ultima iersera, quando una folla, feroce ed imbrutita, ha tempestato un povero ragazzo di fischi ed improperi, ingiuriandolo ed avvilendolo, solo perché il cieco oscurantismo del bieco governo comunista, che occupa la televisione di stato, non gli ha consentito di esprimere i suoi veri sentimenti.
voglio che tu sappia, che non dimentichi, che questa era la canzone che avrebbe voluto, avrebbe dovuto cantare il piccolo emanuele:


venerdì 29 gennaio 2010

23 favole con ricevuta di ritorno

l'oroscopo del 2010 dice che questo sarà l'anno del muflone assortito (il mio) e io ci credo assai, azzo se ci credo.
sarà un anno ricco di soddisfazioni e sorprese, di novità, di scoperte, di impegni e di gratificazioni. purtroppo sarà pure povero, di tempo e di denaro, di conseguenza questo blog soffrirà insieme al tenutario.
per questo vado subito al dunque, e vi faccio subito dono di queste 23 splendide favole, concepite la notte scorsa, e che si rifiutano categoricamente di seguire la serie di fibonacci.

1. Il mistero del cavallo a scoppio.
7. Il cappellano matto.
11. La principessa dalla barba di cristallo.
16. Il bruco Oreste e il diuretico della regina
23. La vendetta del reflusso gastroesofageo.

Probabilmente qualcuno un po' più attento avrà notato che delle favole ci sono solo i titoli: usate la fantasia, mica posso fare tutto io?!
Volendo si può fare un po' come col buon guidocatalano, che io v'offro il titolo e voi ci mettete la storia. Altrimenti (per i più pigri) si può trasformare questo post in una compartecipazione post moderna dove il pubblico da casa sceglie il titolo e io ci metto la storia.

Ed ecco svelato il mistero della ricevuta di ritorno.

(Aut.min.conc. scad.31.1.1.0 non è necessaria prescrizione medica. forse per me.)

martedì 12 gennaio 2010

magre consolazioni

personalmente, credo che lo facciano per farti sentire a casa. non so se giuridicamente il consolato italiano sia effettivamente territorio italiano, ma di sicuro l'aria che si respira è quella del belpaese:
si inizia con la porta d'ingresso: "attenzione, porta a scatto, pericolosa per i bambini". vabè, quanti bambini vuoi che vadano al consolato? chissenefrega dei bambini.
poi c'è il cancello automatico: senza fotocellule, senza sensori di pressione, senza le più elementari norme di sicurezza, ma ancora con 'sta sicurezza? chi vuoi che si possa far male con un cancello automatico di due tonnellate di ferro? e piantiamola una buona volta con queste inutili polemiche, siamo tutti adulti, sappiamo badare a noi stessi!
ma torniamo a noi.
le informazioni e il servizio sono puntuali, come da italica tradizione: "si presenti il giorno tot alle ore tic. non dimentichi il lasciapassare b-28."
il giorno tot alle ore tic meno un tac mi sono presentato, bello come il sole, col mio lasciapassare b-28 ben compilato.
- ha portato le foto tessera?
- perché? quali foto tessera? nessuno mi ha parlato di foto tessera...
- oh, non si preoccupi, all'interno troverà la macchinetta, potrà farle lì. si accomodi pure nell'ufficio in fondo. attraversi il giardino innevato e aspetti qualche minuto al freddo e al gelo, mentre la aprono.

nell'ufficio in fondo l'impiegata è rassicurante e dolce nel dirmi
- Guardi, la macchinetta per le foto non funziona.
- Ma è accesa! Ci sono le istruzioni in quattro lingue, mi dice cosa fare e cosa non fare, e anche di lavarmi i denti dopo ogni pasto! Come sarebbe "non funziona"?
- Vede, la ditta che la fornisce è esterna e noi non siamo responsabili. Talvolta funziona, talvolta no. Io l'ho avvisata. Se poi le frega i quattro euri non si venga a lamentare da noi.
- Va bene, e allora io come faccio?
- Qui fuori c'è un fotografo, vada lì che è più sicuro. Altrimenti potrebbe rimetterci quattro euri e poi...
- non si venga a lamentare da noi, ho capito.
Venti minuti e sette euri e cinquanta dopo, torno con la mia bella fototessera.
Ticchete tacchete ticchete tacchete, attendo con pazienza che i miei dati personali finiscano in un nuovo database.
- Dovrebbe farmi la cortesia di controllare che i suoi dati siano corretti.
- Ehm, signora, guardi che sul foglio alla voce "Nome e Cognome" c'è scritto NULL NULL.
- Sì, è normale, è la macchina che ha questo errore, non si preoccupi. Il resto dei dati son corretti?
Alzo gli occhi al cielo, giusto il tempo di leggere che i pagamenti per i passaporti si fanno solo in contanti, domandarsì perché, e rispondere alla gentile impiegata, Sì, signora, sono corretti. A parte il fatto che poi posson essere attribuiti a chiunque, ma immagino siano quisquilie. Ah, vabbè, se però lei ce lo scrive a penna sul foglio allora è tutto a posto.
- Bene. Si accomodi alla cassa. No, non c'è nulla da pagare, ma il suo documento sarà pronto lì.
Vero, non c'era nulla da pagare, ma se avessi dovuto e - come faccio anche per importi ridicolmente bassi - l'avessi fatto col bankotact, avrei avuto una maggiorazione di 13 pezzentissimi, pidocchiosissimi centesimi di euro. 13 cent. di cresta, di camorra, di pizzo, di tassa regionale per il servizio, di italico contributo alla causa. 13 cent.
roba che nemmeno il night shop sotto casa quando compri 6 sigarette sfuse alle 4 del mattino.
io non controllo su wikipedia, perché ci ho le prove: il consolato è territorio italiano.