venerdì 30 novembre 2007

e voi che fate per salvare l'ambiente?

Stamattina, nella posta elettronica:


"Cari colleghi,
salveremo il pianeta graze a questa nuova applicazioncina-ina-ina che stiamo testè installando sui vostri compIuters.
Siffatta applicazioncina-ina-ina, gestirà autonomamente l'accensione e lo spegnimento del vostro PC.
Se alla fine della giornata doveste dimenticare di spegnere, essa lo farà per voi. Se, puta caso, fossero le 7 di sera, e per ragioni indipendenti dalla vostra razionalità vi doveste trovare ancora in ufficio, verrete avvisati che l'applicazioncina-ina-ina sta per mandare il vostro lavoro al creatore, ma lo farà con garbo.
Se la mattina non effettuerete l'accesso al PC entro le 9.30 (da noi precedentemente acceso), l'applicazioncina-ina-ina spegnerà il sistema, ma lo dice al capo, e voi ci fate pure una figura di merda barbina, perché in ufficio si entra presto.

Questo software verrà installato (automaticamente, si capisce) dal primo dicembre, perciò state in campana. Tra l'altro vi appare anche un'orrenda una splendida iconcina verde a forma di compIuter con dentro il disegnino di una stellina o di un omino, o di una cos(in)a a 5 punte che ricorda tanto una cos(in)a a 7 punte con un buon odore.

Riassumendo, questo significa che:
* Il PC si spegne da solo alle 7 di sera. Ma, come già detto, ti avvisa. Se proprio non ne puoi fare a meno, puoi posporre di un ora, o di una giornata intera. Anche in questo caso, però poi lo dice agli altri colleghi, e loro ti guarderanno male per una settimana, ché stai inquinando la loro aria. In ogni caso, se non lo fermi in tempo, lui spegne. Dopo aver salvato prima tutti i documenti, ovviamente, anche se ancora non si sa dove.

* Alle 5 del mattino si accende da solo, e fa le sue abluzioni.

* L'applicazioncina-ina-ina riduce drasticamente l'utilizzo di energia elettrica. Grazie all'applicazioncina-ina-ina, belgacom emetterà 4000 tonnellate di biossido di carbonio in meno, ogni anno, e contribuirà a ridurre il riscaldamento globale. Perciò se volete, potete anche continuare a fumare.

cordiali saluti,
Pippo Von Santonastaso
vice presidente del gruppo supporto, sicureza, qualità, convenienza, cortesia."

Siamo troppo avanti.

giovedì 29 novembre 2007

del perché non sia opportuno utilizzare la matematica come alternativa alle sostanze stupefacenti

iernotte, a tarda ora, anziché dormire come qualsivoglia individuo dotato di umana stanchezza, ecco che mi son messo a fare degli scarabocchi matematici.
e nella mia buia nullafacenza, mi son dilettato colle meraviglie del calcolo combinatorio.
quella serie di conti che ti dicono quanti gruppi di cose puoi tirar fuori da un unico gruppone, quante elementi per ogni gruppino, se gli elementi dei gruppini possono ripetersi e cose così.
no, non avevo assunto sostanze stupefaciiienti, ma facevo davvero due conti.
e pensavo:
il nostro alfabeto (ma sì, estendiamolo) conta 27 26* lettere. di queste, 5 sono vocaliche, le altre 22 21 sono le consonanti. e già qua si potrebbe obiettare, visto che la "y" ha un suono vocalico, ma non è colpa mia se è considerata una consonante. in ogni caso, io me ne fotto non la considero proprio, e riduco uso l'alfabeto a 26 lettere. e ne prendo il suono come facciamo noi italiani.

dicevo, se solo si volessero contare tutte le combinazioni di due lettere che si possono fare con un alfabeto di 26 (tiè!) simboli, grazie alla magia del calcolo combinatorio, viene fuori che sono 325, ma senza contare le ripetizioni.
cioè, se mi metto e scrivo:
ab, ac, ad, ae, af... eccetera eccetera, senza aa, bb, cc e così via, posso creare 325 combinazioni diverse.
ma questa cosa non mi dava alcuna soddifazione, infatti a che mi serve un suono cr? o pt?
tra l'altro questo calcolo non tiene conto della disposizione, poiché pt e tp sono - potenzialmente - la stessa cosa, ovvero un gruppino formato dalle due lettere, pi e ti, è lo stesso che un gruppino formato da ti e pi. (è chiaro che per avere la cifra completa di tutti i gruppini di 2 basta raddoppiare).

allora ho fatto un altro ragionamento, ché questo qua non mi piaceva più. se le vocali sono 5, e le consonanti 21, ecco che il numero di combinazioni possibili tra una vocale e una consonante diventa molto più basso: "solo" 21x5=105

questo vuol dire che ci sono 105 (centocinque!) combinazioni diverse del tipo ba bi bu be bo, ca ci cu ce co, e così via. altre 105 per i suoni ab, eb, ib, ob, ub, ma a me, questi suoni qua, mi fanno un po' schifo.

non voglio annoiarvi con i milioni di calcoli che si possono fare cercando di dare un numero alle possibili combinazioni di parole fatte di 3, di 4 e di 5 caratteri. anche perché poi si dovrebbero eliminare le lettere che non possono combinarsi, i suoni spuri, e così via. una noia mortale. giusto a titolo di esempio, con 4 lettere diverse si possono formare pressappoco 360000 (trecentosessantamila!) parole! lo so, abcd o bcda o bacd son difficili da pronunciare, e nemmeno le definirei proprio "parole", ma è tanto per farsi un'idea.
ora, quello che voglio dire, è che con due lettere, una vocale e una consonante, si possono ottenere 105 suoni distinti, differenti, diversi, separati, scorrelati, individuali, se letti con la pronuncia italiana, ovviamente.
ecco.
con due lettere.
in pratica, se di questi suoni ne prendo due a caso, ho circa una possibilità su 50 di prendere 2 volte lo stesso "suono". e sto parlando di coppie, eh, una possibilità su cinquanta.
se metto quattro o più lettere, l'avete visto, lo dice la matematica, mica io, le combinazioni diventano milioni.

milioni.

ora, tra milioni di suoni diversi, perché i francesi per dire "sopra" e "sotto" han sentito così forte il bisogno di usare i suoni su e suu?





*grazie a francesco che si è accorto dell'errore, e a ultraedit che segna l'indice del carattere successivo

mercoledì 28 novembre 2007

turbamenti all'equilibrio dell'ecosistema belga

pa|dù|lo
s.m.
grosso uccello rapace con forti artigli, zampe piumate e becco ricurvo, diffuso in tutto il mondo | TS ornit., uccello del genere Padulo, genere della famiglia degli Accipiter.

L'uccello padulo (noto anche più semplicemente come il padulo) vive generalmente negli uffici, in letargo per la maggior parte del tempo, e spunta solo in caso di grossi problemi. Ha una forma particolare, conoidale con la punta neanche troppo smussata, e predilige volare a bassa quota, ad altezza basso ventre. Si muove con rapidità, sebbene sia ancora un mistero il principio grazie al quale riesce a volare, dal momento che non possiede ali. Ultima caratteristica del padulo, è la predilezione per quella determinata parte anatomica, che fa stranamente rima col suo nome.

Tutti i dipendenti di un qualunque ufficio, hanno dovuto scontrarsi (è proprio il caso di dirlo) almeno una volta con il padulo, e - come documentato sinora - esistono solo due tipologie di gestione del padulo:
1. la schivata con coseguente re-indirizzamento del rapace verso altri uffici
2. la presa di coscienza.

il secondo caso è quello più doloroso, e non starò qui a parlarne.

Ad ogni modo, qui in Belgio, il padulo ha origini tipicamente italiane.
Ecco perché, oggi, durante la pausa caffè, sentire il buon Tim che diceva "it's a big padulo" è stata una cosa che mi ha scaldato il cuore.



lunedì 26 novembre 2007

un tranquillo week-end di paura

il ristorante aveva una forma circolare e dava una sensazione di tepore casalingo.
è stato divertente, una domenica piacevole, peccato solo per il tempo, veramente brutto, e per quella sensazione che si avverte ogni domenica a brussel (anche se eravamo a leuven): una città deserta, nessuno in giro, probabilmente tutti a casa, a guardare le repliche di "ok il prezzo è giusto" in inglese, con sottotitoli in olandese.

ma sto divagando. piacevole la compagnia, dicevo. australiani, giapponesi, belgi, italiani.
piacevole il cibo, thai, sebbene preferisca non sapere cosa abbia mangiato, effettivamente.

piacevole il chiacchiericcio, davanti al te nero alla fine del pasto, e piacevole la certezza che non si finisce mai di imparare: la cosa che più mi piace quando esco con persone di culture diverse dalla mia.

persone con abitudini, modi di dire, reazioni diverse. persone che interagiscono, che si conoscono, si confrontano e che a loro volta imparano da te. e sorridi, davanti a un comportamento bizzarro, o ti sorprendi nel vedere come siamo simili, gli uni agli altri, nelle piccole cose.

ecco quello che ho imparato, che in ogni cultura, non importa che essa nasca nel continente europeo, asiatico o australiano, in ogni cultura, dicevo, c'è qualcosa che si lega con la tua, qualcosa per la quale - come si dice - tutto il mondo è paese.
qualcosa che ti fa capire che non si deve mai, mai, mai, domandare a una donna che non vedi da tanto, se aspetta un bambino.

venerdì 23 novembre 2007

essere al di sopra delle mode e del momento

in natura esiste un fenomeno chiamato imitazione, secondo il quale, gli esseri viventi osservano i comportamenti di altri esemplari della propria specie, o di esemplari di specie differenti, e li adottano come propri.

chiaramente si tratta di un comportamento banale, elementare, al quale - tuttavia - l'uomo, per quanto palesemente evoluto, non si sottrae.
osserva, l'uomo, il suo simile, e ne imita gesti, movimenti, abitudini, perfino.
esemplari meno decisi, con un carattere meno forte, imitano esemplari (apparentemente) più forti allo scopo di ottenere il medesimo successo, i medesimi risultati, insomma, per cercare di lasciare un segno della loro presenza su questa terra.

passano i secoli, si susseguono le invenzioni, i metodi di apprendimento, si cerca sempre di separarsi dal luogo comune, eppure l'apprendimento per imitazione continua, pervade, e quasi si insinua nella mente degenerando irrimediabimente nell'omologazione.

forse da giovani si è più inclini a cadere in questa tentazione, forse la paura di non essere accettati per ciò che si è prevalica la fermezza del proprio carattere.
forse tutto questo, forse no.

ma tu, o belga, personaggio incompreso e incomprensibile, tu, persona matura, dall'incedere elegante e dal portamento deciso, che rivendichi il tuo orgoglio nazionale, perché proprio tu, o belga, imiti il tuo cugino francese infilandoti una baghètt sotto l'ascella?




*antonio e annika, adesso potete andare a cagare.

giovedì 22 novembre 2007

storia della pigna

oibò, da che mondo è mondo le pigne ci son sempre state.
anche volendo, cosa vi aspettavate da questo post?
c'è il pino: fa le pigne.
uguale all'arancio, solo che lui fa le arance.
o il pruno che fa le prugne.

non è che uno se l'è inventata, la pigna, c'era già.

a pensarci bene, avrei potuto parlare della pigna colada, ma anche no.


mercoledì 21 novembre 2007

rari casi di pregevole coniugazione sensoriale di vista, udito e gusto

L'altra sera ero a casa del mio vicino, che si guardavano le pubblicità fiamminghe alla tv.

A un certo punto gli dico
"questa è una delle musiche più belle mai scritte":



alla fine della pubblicità aggiungo:
"e questa è una delle migliori birre mai fatte"





grazie a Elisa nei commenti al post precedente che me l'ha ricordata, e a eio per avermi segnalato il player

oh càpitano, mio càpitano

a volte ti capitano delle cose proprio belle.
cose così belle che nemmeno se stai mille anni a pensare "càpitami, càpitami, càpitami" loro no, non ti càpitano, e tu non te ne capàciti.
poi però, d'un tratto, succedono, quando meno te le aspetti, e tu sei lì che cammini a dieci centimetri da terra.

tu magari pensi di essere fortunato, ché una cosa del genere non ti sarebbe mai capitàta nemmeno se fossi stato mille e mille anni a chiederla, invece ce l'hai, sta proprio lì.

lo dico? lo posso dire? sei felice. e ridi, e sorridi per le siocchezze.

e poi ci son altre cose, cose che sì, van veramente di merda.
ed è inutile che ci bevi sopra sei birre, ché tanto lo sanno tutti che la merda galleggia (e scusate la volgarità).

tutta una serie di momenti, che tu li vedi e ti sembrano negativi, e te lo dici da solo, perché tanto non te lo dice nessunno, che è il momento, ti dici, non dura, ma tu lo stesso ti chiedi che ci fai qua, a millemila chilometri da casa, a millemila chilometri da te stesso.

per fortuna passa anche questo. e la vita va avanti, come il mare, su e giù come le onde.
pensi a quello che fai, a quello che hai fatto, a quello che farai.

pensa, io nemmeno lo volevo scrivere, un blog.

martedì 20 novembre 2007

quello che gli archeologi non dicono

sulla scia del meraviglioso successo di pubblico ottenuto con questa siocchezza, mi sono sentito legittimato a proporre un nuovo (?) giuoco, questa volta andando a scomodare gli incas.

tutti (?) conoscono gli incas, ma nessuno - e dico nessuno - parla mai delle loro suddivisioni etniche, numerosissime, delle quali facevano parte solo una ristretta cerchia di eletti o di sfortunati.

ad esempio, uno dei clan più numerosi era quello degli inca-zzosi un gruppo di autoctoni particolarmente irascibili, mentre del gruppo degli inca-paci facevano parte le persone con scarse attitudini.
negli inca-nutiti si poteva entrare a far parte solo dopo una certa età, mentre poche notizie abbiamo sugli inca-lliti: c'è chi dice che fossero un gruppo di accaniti giocatori, e chi dice si dedicassero a lunghe passeggiate, ma non si sa con certezza.

voi ne conoscete altri?

carlo: gli inca-rtapecoriti: potevano accedervi solo coloro del gruppo dei inca-nutiti.

io aggiungo: gli inca-stonati un gruppo di pregevolissimi orafi ma particolarmente maldestri in quanto a bel canto.

Luisa: Ciao, anche gli INCAntatori erano molto diffusi, e di conseguenza gli INCAntati, un po' stupidi oltre che mai cantati in nessun poema. Da essi discendono molti personaggi nostri contemporanei...
Per non parlare degli INCAvolati che, pur sempre arrabbiati, non creavano molti problemi in quanto volavano molto alto....
Infine voglio ricordare gli INCAmiciati che indossavano camicie con dei gattini disegnati sopra....

Serenella: ma non erano quelli che producevano elettrodomestici a INCASso?

l'anonimo antonio:
incavolati: triù devota a s.simmaco. il 14 agosto, in onore del santo, usavano lancare alcuni eletti condelle grosse catapulte. usanza abbandonata per le frustrazioni degli eletti

incarti: abili nel confezionare doni con splendide pitture rupestri (cazzo non doveva essere facile!)

incapucciati: segretamente dediti a spugnature di caffè

incatramati: invischiati in oscuri complotti

io sapevo che gli

incapaci: era una tribù dotata di scarse capacità diplomatiche

incastrati: tribù in cui gli uomini solevano dormire con una sola donna per tutta la vita (e solo lui sopra - lei sotto o lei sotto - lui sopra), incapaci di svincolarsi e senza alcuna capacità di comando

incalliti: tribù costantemente litigiosa

incanti: tribù contraria alle aste pubbliche (peferivano risolvere le controversie civili con la magia)

gli incavati poeti concavi


Oriana:
vi ricordo gli abitanti della regione più a sud (vicino casoria) ossia gli incarrettati, vittime di incidenti più o meno gravi.

Gli incauti, popolazioni direttamente discendenti da divinità ctonie, legate alle arti della guerra.

Gli incappucciati, legati a culti di natura ancora oscura.

digito ergo sum
Già, pare si INCAgliassero un po' dappertutto. Erano anche focosi, si INCAlorivano per un nonnulla.

Come? Vado a cagare? Ok, mi INCAmmino. Siete proprio INCAndescenti. Scusate... è che mi sono lasciato INCAntare da questo post. Ma non l'ho fatt appost.

disintegration76
e come dimenticare gli INCAprettati, vittime delle usanze degli avamposti incas in sardegna
e attenti che queste popolazioni già hanno dialetti abbastanza oscuri, e diventano davvero incomprensibili quando INCAcagliano...
;)

ops... non m'ero accorto che gli INCAprettati erano già stati INCAnalati nella discussione...
INCAppato in questo imperdonabile errore, ho INCAssato il colpo, e per punizione mi INCAteno all'albero della nave...

philippewinter
inca-prettati: tutti gli altri, non io!

Lud_Wing:
Gli incantevoli erano il gruppo dei belli che più belli non si può.


Siete dei grandi! :D

lunedì 19 novembre 2007

il manuale del perfetto blasfemo

in questo periodo di pace e prosperità religiosa, sento forte il desiderio di contribuire (nel mio piccolo) e con l'aiuto (prezioso) di AnniKa a rendere questo mondo un posto religiosamente migliore.

1. cerca di offendere il maggior numero di religioni monoteiste col minore sforzo possibile. ad esempio, mangiando un misto carni di venerdì. santo.
(successo assicurato con la religione cattolica, musulmana e induista).

2. evita le bestemmie, sono di cattivo gusto. ma se proprio devi, fallo solo quando è veramente superfluo.

3. parafrasando George Bernard Shaw: per giocare con i bambini non è necessario essere preti. però aiuta.

4. prendi i voti. sia che diventerai vescovo che presidente del consiglio, avrai in ogni caso risolto i tuoi problemi di vitto, alloggio, ici, tasse e legge.

5. predica. predica tanto, in favore di un argomento caro a una religione qualsiasi. che ne so, predica che la famiglia non si tocca. poi però cerca di stendere il maggior numero di prostitute con party alla coca. ah, e non dimenticarti di finire sui giornali, atrimenti come fai a giustificarti dicendo che la famiglia ti manca?

6. anziché predicare riguardo una religione well-known, inventatene una tu, oppure dici che hai trovato dei documenti che evidenziano senza ombra di dubbio che la terra è stata creata nel 1903 da un angelo a forma di caciocavallo (ma molto più profumato) e tutta la storia precedente è un ricordo impiantato dai mìsmeri, dei piccolissimi esseri rotondi e invisibili, fatti di crema chaintilly che costruiscono i nostri ricordi durante la notte. magari giacobbo ci fa una puntata su voyager e - se ti dice bene - bush lo inserisce nei programmi di studio del 2009.

7. se hai la fortuna di avere una busta paga (bicchiere mezzo pieno) o - come dire - sei uno dei pochi fessi che in italia ancora pagan le tasse (bicchiere mezzo vuoto), non dimenticarti di devolvere l'otto per mille alle bestie di satana.

8. cerca di non farti incastrare in punto di morte, quando sei più vulnerabile. e se proprio senti il bisogno di confessare i tuoi peccati, almeno fai una bella supercazzola. ché dio, qualora esistesse, avrebbe sicuramente il senso dell'umorismo.

9. vai a messa, ogni tanto, giusto per interrompere la predica con domande intelligenti. e se il prete sembra offendersi, gli si può sempre rispondere che cristo rispondeva alle domande dei fedeli, al tempio. lui crede forse di essere migliore di cristo?

10. no. questo manuale ha nove regole, perché a me, i decaloghi mi son sempre stati antipatici.

domenica 18 novembre 2007

per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare?

ovvero: come si raggiunge questo sito, classifica secondo me.

è chiaro che natale si avvicina, ma la gente ha ancora qualche dubbio, ed ecco che cerca sul buon gugol le risposte alle proprie domande. risposte che non arrivano, visto che i poveri malcapitati che cercavano:
babbonatale,
babbo natale,
babbo natale esiste,
esiste babbo natale,
babbo natale esiste si o no,
babbo natale esiste no o si,
babbo natale esiste si o no?,
"babbo natale"... esiste si o no???,
alla fine, non credo l'abbiano trovato qui. tra l'altro, non so nemmeno cosa vogliano che faccia babbo natale.

poi c'è chi cerca il carpaccio d'ananas, e i carrettini di gelati ma anche in questo caso resta abbastanza deluso.

uno dei miei miti personali, è diventato colui (o colei) il quale ha cercato istruzioni, si, proprio qui da me, istruzioni su come ascoltare le canzoni degli squallor: io lo facevo con le cuffie, ma tu sentiti pure libero/a di farlo nella maniera che più ti si addice.

un "imbocca al lupo" personale va a chi ha cercato cosa fare durante la pratica forense: non lo so, né posso dirti se pratica forense ti piace come lavoro?. spero tu sia in grado di trovare da solo/a quello che stai cercando.

come e cosa mangiavano gli antichi romani non lo so, e forse non lo saprà mai nemmeno il tipo (o la tipa) che lo cercava tra queste pagine.

indeciso: si, tu che mi hai chiesto devo tagliare i capelli ma non so che taglio fare, confrontati con l'altro lettore, che cercava un taglio alla scodella, forse un consiglio te lo saprà dare. io posso solo dirti di trovare un barbiere/parrucchiere che parli la tua stessa lingua, e già così è difficile.

infine, tra immagini di cose che si fanno, immagini sulle cose che si fanno a natale e le domande che non si fanno, io sento il mio cuore gonfiarsi di gioia, perché anche io ho avuto un momento di gloria, quando qualcuno è arrivato, cercando foto di come si fanno i figli.

ah, dimenticavo: no, non reagalo mastino napoletano

venerdì 16 novembre 2007

con l'imballo viene fornito il pratico dosatore

sto attraversando un periodo un po' difficile.
ho anche pensato di interrompere questo blog a tempo indeterminato.
tuttavia, con un po' di forza d'animo, sono riuscito a trovare motivazioni e speranze.
ad essere un po' poiù sereno, sapendo che - prima o poi - anche io potrò far funzionare il mio cellulare con batterie alimentate dalla mia stessa pipì.

lunedì 12 novembre 2007

elegia di madonna fiamminga

riposa in pace.
sarà dura continuare senza di te, perché - nonostante tutto, e sebbene tu non fossi una "favorita" - io ti ho amata.
e adesso mi riesce arduo fare a meno di te, guardarti e non toccarti.
tempo fa scrissi di te, di ciò che accadde fra noi e di come stavo per perderti.
non pensavo sarebbe successo, non così presto, insomma.

e scrivere queste poche righe mi è costata una grande fatica, ché come puoi notare, non ci sei.

addio, ettera ee.

sabato 10 novembre 2007

lessico famigliare

lessico famigliare
- mamma, come si chiama uno che si mette con la moglie dell'amico, ci fa un figlio, dopo tre anni se la sposa, poi la tradisce e ingravida un'altra, poi divorzia, poi un certo numero di giornali gli fanno gli auguri per il nuovo arrivante, poi predica contro le unioni non consacrate dal sacro vincolo del matrimonio e intanto razzola in questa maniera?
- gianfranco.

venerdì 9 novembre 2007

compartecipazioni post-moderne tra passato e futuro

io e un mio vecchio amico, in una vita passata, iniziammo un giuoco perverso, partendo da una famosa pubblicità:

ma tu sbagli candeggio!
come disse la lavandaia.

e proseguimmo con:

  • tu sbagli fraseggio - il musicista
  • tu sbagli drappeggio - il tappezziere
  • tu sbagli volteggio - yuri chechi
  • tu sbagli solfeggio - lo studente al conservatorio

chi continua?

fry simpson:
tu sbagli campeggio - il caposcout

lobotomica:
tu sbagli cazzeggio - senape?
tu sbagli vaneggio - Eugène Ionesco

elena:
tu sbagli palleggio - allenatore di basket
tu sbagli parcheggio - il marito alla moglie

oriana:
tu sbagli carteggio - il mittente
tu sbagli conteggio - all'assistente di volo

francesco:
tu sbagli dardeggio - il supereroe
tu sbagli borseggio - quello che scippa le vecchine

paolo beneforti:
tu sbagli maneggio! - l'istruttore d'ippica

yu:
tu sbagli taccheggio! il prof ladro all'apprendista

anonimo:
tu sbagli scoreggio!! (ecco l'ho detta)

disintegration76:
tu sbagli fraseggio... l'allenatore di calcio
tu sbagli reggio... l'insegnante di geografia
tu sbagli carteggio... lo scrittore
tu sbagli punteggio... il quarto uomo
tu sbagli dileggio... un nano a certi giornalisti
tu sbagli aggeggio... il mio meccanico al suo aiutante
tu sbagli greggio... il petroliere (o il gabibbo, a scelta)
tu sbagli alpeggio... lo scalatore al compagno
tu sbagli taleggio... il salumiere al caseificio
tu sbagli pareggio... moggi a paparesta :)
tu sbagli seggio - disse lo scrutatore al distratto elettore [notare la rima]

lud_wing:
Tu sbagli ormeggio! - il pirata

anonimo 2:
Tu non sbagli, peggio! cit.

yu:
tu sbagli arpeggio - il maestro al musicista
t.s. sorteggio - uno che ha rosicato
t.s. molleggio - la prof di ginnastica
[complimenti per l'abbreviazione :)]

iMod:
tu sbagli palpeggio - il maniaco...
tu sbagli voltaggio - l'elettricista

AnniKa:
Tu sbagli il mappaggio, disse l'agrimensore. ;)

Antonio:
tu sbagli pusteggio - io



giovedì 8 novembre 2007

la tecnologia al servizio dell'umanità

lo voglio.
letto ieri, su uno di quei giornali aggratis che ti danno alla metro e alla stazione.
è un ombrello, con una lucina sul manico che si accende se quel giorno piove.
così - se piove - te lo porti, sennò lo lasci a casa.
e la lucina si accende perché il manico dell'ombrello si connette a internet.
il manico dell'ombrello si connette a internet.
il manico dell'ombrello si connette a internet.
non riesco a togliermelo dalla testa.
il manico dell'ombrello si connette a internet.

babbo, per favore, quella statuetta di padre pio che cambia colore con l'umidità: buttala.


mercoledì 7 novembre 2007

il concetto di relatività ristretta applicato al continuum spazio-temporale del quotidiano

einstein diceva che il tempo è un concetto relativo.
che per ciò che è in movimento esso rallenta, e così ogni persona si trova a vivere un tempo diverso in rapporto alla propria velocità.
e il tempo si dilata e le cose assumono una forma diversa. non conta più il cosa e il dove, ma il quando, il come.
è la velocità ad essere la chiave, è la costante che diventa variabile e viceversa.

è per questo che diciamo che "il tempo è volato via" o che "il tempo non passa mai"; è in queste circostanze che ci rendiamo conto con straordinaria semplicità che einstein aveva ragione: sei tu che vai più veloce di te stesso, capisci che l'abbastanza diventa insufficiente e s'accende la proverbiale lampadina dell'intuizione, il colpo di genio.

io capisco la relatività ristretta la mattina presto, quando mi confronto con cose che vanno più veloci di me e alterano il mio spazio tempo: la carta igienica che finisce, ad esempio.


giovedì 1 novembre 2007

c'è un posto per ogni cosa

non so se definirla semplice sfortuna, o annoverarla tra le tante altre cose che non si fanno.
quel che importa, ormai, è la consapevolezza, l'avere imparato un'altra lezione (a mie spese) ma essere cresciuto ancora, perché imparare dai propri errori è ciò che differenzia una persona matura da uno stupido, per quanto mi sia sentito veramente stupido.

non importa. adesso so.
so che c'è un posto per ogni cosa:
c'è un posto per il bello e c'è un posto per il brutto.
c'è un posto per il caldo, uno per il freddo; c'è un posto per la dolcezza e un posto per la tristezza.
c'è un posto per i pensieri, uno per i ricordi; un posto per le lacrime e un posto per i sorrisi.
c'è un posto per ognuno di noi, là fuori, e verrà il momento in cui - semplicemente - lo troveremo, o lui troverà noi.

adesso lo so:
il posto delle mutande è il bagaglio a mano.

[aggiornamento: mi ha ciamato alitalia: la valigia arriva domani :)]


inoltre: probabilmente noterete una certa inattività di questo blog, nei giorni a venire, caussa famiglia, amici, fidanzata. oh, non son mica tornato a casa per stare davanti al pc! :)