giovedì 31 gennaio 2008

qualcuno ha un antiemetico?

nel 1991, durante questa trasmissione
televisiva, quest'uomo ha accusato questo e altri uomini di aver messo in atto una volgare aggressione contro la migliore classe dirigente siciliana, di averne delegittimato gli uomimi migliori perchè la sicilia vada sempre più a fondo, di aver infangato la meroria di quest'altro uomo perché il giornalismo mafioso, di quella sera, avrebbe fatto più male di dieci anni di delitti.

mi viene la nausea.

mercoledì 30 gennaio 2008

a domanta risponto

Domanda:


Oggetto: collaboratore esterno Michele Arciprete
Il mandato di questo tipo qua, questo michele qua, proprio lui, scade tra venti (20) giorni, dopodiché non lo facciam più entrare, non lo facciamo più giocare coi compIuter di belgacom, non gli facciamo scrivere il blog e quando lo incontriamo per strada gli sputiamo pure.
Che volemo fa?
Se ve lo volete tené, siete pregati di mandare una mail al servizio risorse umane entro i prossimi 28 secondi, sennò lo mandiamo via a calci ner culo, e ci deve restituì pure badge, compiuter (quello suo, mica ir nostro), chiavi della macchina (se ce l'ha), chiavi di casa e indirizzo della ragazza.

Attenzione: se proprio lo volete ancora, ve lo potete tenere al massimo per altri sei mesi. Poi vi scassiamo di nuovo con una mail del genere.

Risposta:

E che dovemo fà? Manco per trovarlo, n'artro.
Ne riparliamo tra sei mesi.


E so' soddisfazioni.


update:
la terza mail proprio non l'ho capita:

m.,
verlenging werd ingeleid.
mvg

martedì 29 gennaio 2008

almost legal

gnigni gnigni
slap
gnigni gnigni
slap slap
stungd
gnigni gnigni gnigni gnigni
sdungd sdangd
gnignignignignigni
arisdungd arisdangd
stagadungd
gnignignignignigni gnignignignignigni
stagadungd stagadangd
ratastum tratastangd
gnignignignignigni gnignignignignigni
ratatrangd tatatrangd
trungd trungd sdengd
stratatrangd stratrangd
trataratung ndugd ndugd ndugd (crack)
gnignignignignignignignignignignigni
dengd dengd tatradengd dungdang
stratatung dung deng sdumstangd
strataratastrungdrangsbraaaaangd
...
uhhhh
ahhhh

i love you honey
a.a.

un piccolo passo per l'uomo

satellite spia americano fuori controllo, in rotta di collisione con la terra.
pesa nove tonnellate, dice il giornale, ed è come un piccolo autobus.
tuttavia, ancora non sanno dire con precisione dove e quando potrebbe cadere.

padre nostro, che sei nei cieli: arcore.

lunedì 28 gennaio 2008

dindon dindon dan don (consigli per gli acquisti)

perché il mio fascio è sempre allegro, attivo e affettuoso?
la sua dentatura splendente, il fisico asciutto e il manto lucente?
perché ne ho cura.
solo crocchette di prima qualità: solo le ciapaqui partners garantiranno al vostro fascio il giusto apporto giornaliero di proteine, carboidrati e vitamine.


gianfriii, qui bello, qui!


(arf arf)






e ricordate: non esiste un fascio cattivo, se morde è colpa del padrone.

a.a.

la prima volta

la prima volta è una sensazione che si prova tante volte.

la prima volta a scuola, la prima volta fuori di casa, la prima volta che guidi da solo dopo aver preso la patente.
la prima volta che viaggi, la prima volta che prendi l'aereo, la prima volta che si fa l'amore, la prima volta.

ieri pensavo a tutte le volte che mi son detto è la prima volta.
ho pensato a quella volta, a otto anni, che sono andato a casa di mio zio, in abruzzo, lontanissimo da casa, e ricordo i miei cugini grandi, la guerra coi cuscini, i salti sul letto.
e mentre ci pensavo, mi sono ricordato della prima volta in bicicletta, da solo, quando chiesi a mio padre di togliere le rotelle ché avevo imparato.

millemila ricordi, mentre aspettavo il 60, che da casa vecchia ho preso per l'ultima volta, visto che mi trasferivo a casa nuova.
la prima volta, neanche un mese fa, per vederla (la casa!) e innamorarmene a prima vista.

poi qualche altra corsa, per varie firme, per vari pezzi di trasloco.

una strada percorsa tante volte, che ieri ho guardato come fosse la prima volta.
e mi sembrava davvero di vederle per la prima volta, quelle case, quella piazza.
poi, quella svolta a sinistra.
per la prima volta.
a sinistra.
eh?

«pardon, messié scioffèr, ma che, nient nient, vous avez sbagliat la rue?»
«oui, evidemòn»

domenica 27 gennaio 2008

sessantatre



l'oblio può ucciderli ancora.

insomnia

tloc (ticchi ticchi ticchi)

tloc (ticchi ticchi ticchi)

tloc (ticchi ticchi ticchi)

tloc (ticchi ticchi ticchi)

stu cazz e'orologio a pendolo!

a.a.

venerdì 25 gennaio 2008

come porti i capelli, bella bionda?

sportello del bancomat, belgacom tower.
io, collega italiano e collega francese, ora di pranzo.

un uomo si avvicina e mi guarda. sembra il baffone del grande lebowsky, gli manca solo il panama.
mi rivolge la parola, ce l'ha proprio con me.

«escusè muà, messiè, me votre badge nespà visible»
«eh?»
«vous dovet portar le badge visible, maintenant ce l'avet a capasott.»

è ver. io ho il badge a capa sott, perché così non si vede la foto.
collega francese ce l'ha dritto.

«je suis un responasble de la securité, vous ve dovet faire reconnossér. motiv de securité. vos collegs, ici, ce l'han dritt.»
indicando collega francese.

«oui, messiè, pà de problem»
sfilo il badge dalla plastica, glielo mostro, lo inserisco dritto.

è soddisfatto, lui, alza i tacchi e se ne va.
è soddisfatto collega francese, anche se a stento trattiene le risate.

è soddisfatto collega italiano, che ride: lui il badge ce l'ha nel portafogli.

giovedì 24 gennaio 2008

irragionevolmente...*

«… Voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra (…). Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c'è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane... E quando io leggo nell'art. 2: "l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale"; o quando leggo nell'art. 11: "L'Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli", la patria italiana in mezzo alle altre patrie... ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini! O quando io leggo nell'art. 8: "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge", ma questo è Cavour! O quando io leggo nell'art. 5: "La Repubblica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali", ma questo è Cattaneo! O quando nell'art. 52 io leggo a proposito delle forze armate: "l'ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica", esercito di popoli, ma questo è Garibaldi! E quando leggo nell'art. 27: "Non è ammessa la pena di morte", ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani... Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti»
«Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.»


*...alle parole di quest'uomo, ci credo ancora.

a.a.


è dall'amore che nasce l'uomo

ultimi giorni di saldi. ma saldi veri, eh, mica come quelli italiani.
roba che un materasso di milledduecento (con due "d") euri te ne costa duecento.
lo so, di solito quando si parla di saldi, uno pensa alle scarpe, ai jeans, ai cappotti di cachemere o ai cappelli di velluto rosso bordati di pelliccia d'ermellino bianco. eh, no, purtroppo è periodo di traslochi e devo comprare i mobili.

e anche in questa circostanza, sant'ikea da monte aspelund ci è venuta incontro, con buoni sconti e qualche occasione ne "l'angolo dei pezzenti". (non so bene la traduzione, qui era scritto così...)

tralascio il travaglio del trasporto: tra l'altro tra me, il mio nuovo coinquilino e un amico che ci ha aiutato stiamo messi uno peggio dell'altro. (preghiera per san voltaren). Sono pochi chilometri ma abbiamo già fatto 2 viaggi.

ma vuoi mettere la soddisfazione di crearti la casa da solo? martella, inchioda, svita, avvita, alza, abbassa, gira, piega, bestemmia: perché ci si accorge che le doghe del letto sono 10 centimetri più lunghe solo dopo essere tornati a casa?

mercoledì 23 gennaio 2008

Delle piccole pallette verdi

Io, quando dico alla gente che lavoro in belgio, la gente mi ride dietro.

Non si capisce bene perché rida, pensano che io scherzi, e invece io lavoro otto nove dieci ore, qua in belgio, e la gente ride.

Secondo me è colpa dei cavolini di Bruxelles, che nessuno prende sul serio il belgio.

(Questo post qua, invece, me l'ha scritto lui, dopo che gli ho un po' rotto i maron-glassé, l'altra sera :) )


l'amore ai tempi del colera




a.a.

martedì 22 gennaio 2008

E sia il consenso unanime se ostacolo non v’è

Un buon non compleanno!
un buon non compleanno!
un buon non compleanno, per noi!

Un buon non compleanno,
a me!
a chi?
A me o a te?

Un buon non compleanno!
a te?
a me?
e a te?
o a me?

Brindiamo tutti insieme con un altro po’ di tè

E tanti tanti auguri a teeeeeeeeeeeeeeeeee!

Questo blog festeggia il suo centesimo post.
Tutti invitati a prendere una tazza di tè. Più in là, però, più in là.

lunedì 21 gennaio 2008

interrogative inevase

non so se è peggio sapere che uno condannato a 5 anni per favoreggiamento di un boss mafioso esulti per la sentenza, che continui a lavorare come presidente della regione o che la notizia non sia più linkata sulle pagine dei giornali.

sabato 19 gennaio 2008

relazione sullo stato del pianeta


a.a.

venerdì 18 gennaio 2008

bipartisan




nel contempo, allibisco.
a.a.

domandare è lecito, rispondere è cortesia

ieri orsella (che dio l'abbia in gloria :) ) mi ha gentilmente posto due domande, alle quali rispondo volentieri e che - se ho capito il gioco - devo rigirare ad altri tre blogger, che a loro volta dovranno, nell'ordine: maledirmi, rispondere, porre le stesse domande ad altri 3 che diventeranno quindi 9, i quali dovranno (sempre nell'ordine) maledire chi ha mandato la prima richiesta a chi ha mandato loro questa domanda, rispondere, spappolare i maroni ad altri 3 per ciascuno creando altri 27 infelici che proseguiranno questa catena di sant'antonio questo meme.

Chi sono?
Michele.

Cosa pensano di me i miei lettori?
Che devo cambiare spacciatore. (poi se volete aggiungre colore, sono disponibilissimo. mi aspetto una lunga serie di commenti-insulto, vi prego, non siate avari!)

Rigiro queste domande a squonk, a catriona e a perosnalitàconfusa

rispettivamente perché:
1. ho scelto a caso dal gugolrider ;)
2. la adoro e ci volevo fare un po' di pubblicità;
3. sta messo peggio di me.

giovedì 17 gennaio 2008

il blocco

ce l'ho da giorni, ormai.
sere e sere che vengo qui, mi siedo. mi sforzo, mi spremo, faccio le facce, ma non esce niente.
eppure penso a paparazzi, ai giornalisti, ai magistrati inquisitori, alle vittime dell'ateismo, all'aborto di ferrara, insomma a tutte le cose che fan cagare, ma niente.



alla fine è venuto fuori grazie ad antonio e anna chiara.


mercoledì 16 gennaio 2008

solidarietà a mastella

buhahahah
ahahahahahahah
ahahahahahahaahah
hu,hu


(maro', mi manca il fiato)


huhahahahahah
AHAHAHAHAHAH
AHAHAHAHAHAHAH

ma che, c'avevate creduto?

uhahahah, ahahahahaha, ahahahahahah...

precisazioni: lo so, sono un pezzo di merda, lo disse anche il ginecologo a mia madre quando lei chiese se ero maschio o femmina.
ad ogni modo, essendo un blog di siocchezze, qualora qualcuno volesse sentire la mia (e io sono curioso di sentire la sua) possiamo parlarne (tra il serio e il faceto) nei commenti.


a.a.

martedì 15 gennaio 2008

libero pensiero in libero paese in libera università

«È stata un’ottima idea invitare Benedetto XVI alla Sapienza, una grande università. Perché l’università è il luogo della libertà, della ricerca, del confronto, del dialogo, della ricerca appassionata della verità a partire da diverse prospettive, disciplinari, culturali, ideali» (cit)
- scusi, sono uno studente che liberamente ricerca, confronta, dialoga, e si appassiona alla verità da diverse prospettive disciplinari, culturali e ideologiche. posso fare una domanda al paparazzi?
- no

lunedì 14 gennaio 2008

malafede

  • che i peccati della chiesa non sono della chiesa ma dei suoi figli, quindi che il perdono venga chiesto al signore e non alle vittime
  • che i peccati risalgono a non più di mille anni fa, che quelli morti prima non seccassero
  • che la chiesa è la sola comunità dei battezzati , ché gli altri non contano
  • che se i figli della chiesa hanno colpe, per le quali chieder perdono, gli altri sono peggio ché lutti, angherie, prepotenze e persecuzioni hanno addotto a tali figli a motivo della loro fede
  • che i mezzi furon dubbi per fini giusti, che le streghe vanno bruciate ché così si fa
  • che si ha da condannare il regime nazista ché fu pagano, null'altro
  • che l'ateismo è il male principale del giorno d’oggi e che i non credenti purifichino anch’essi collettivamente i loro risentimenti
  • ché pinochet è sempre un amico

    scuse ufficiali della chiesa cattolica poste da papa giovanni paolo II il 12/3/2000

    per onor di cronaca: questo post è stato ispirato da alcune considerazioni di questo signore (Avatar ®) su un blog, purtroppo, disperso. ehm... avevo lasciato un link inesatto (ora è giusto)

a.a.
ps: che domani torna michele e si torna a parlare di siocchezze. non è colpa mia, io glielo volevo far leggere 'sto post ma michele è uccel in bosco.
errata corrige: è uccel "di" bosco non "in" (oddio se è "in", non lo so, sono fatti suoi)

sabato 12 gennaio 2008

plin plon, comunicazione di(s)servizio (ovvero: compartecipazioni post-moderne parte III)

essendo il titolare di codesto blog impegnato, per alcuni giorni, in delicate relazioni diplomatiche con i mangiaranocchi transalpini, volte a ripristinare l'antico orgoglio italico, ed essendo ivi con la rompibalissima figliuola (ti voglio bene, lara) con la quale usa accompagnarsi (il che, peraltro, distorce la sua già distorta percezione della realtà), potrebbe verificarsi (ma grazie a voi, appunto, non avverrà) una sospensione del servizio quotidiano della distribuzione di cazzate.

altresì,
aderendo alla campagna di delercizzazione del territorio nel quale (ancora mi domando perché) vivo e, sulla scia di una splendida canzone dei doors che recita "when the cat is out, mouses dance", invito tutti gli strambi tipi che passano di qua a sopperire a tali carenze attraverso la pubblicazione di tutti quei post che da sempre avrebbero voluto scrivere ma che per ragioni di pudicizia, rispetto religioso, etnico e igienico, hanno accuratamente evitato.
il titolare di questo blog si farà carico di tutte le azioni civili e penali.
vi esorto quindi a postare numerozizzimi nei commenti.

i più offensivi verrannò pubblicati nel prossimo post.

a.a.

venerdì 11 gennaio 2008

ode a teresa

trrrtet
trrrtet
trrtettebreeem beem bem bem
breeeeembem bem bem bem
breeembem bem bem
bem...
bem...
ptuff!
ahee
trrrtet
trrrtet
trrrtet
uff
trrrtet
trrrtet
trrrtet
vaccatroBBBREEMBEMbembembemb
breeeembemembembembm
breeeeeembembembemb
(gnicgnic gnicgnic)
e mo' che è?
...
mah...
breeeeembemmmbreeeeeeembreeee...
ché, nonostante tutto, t'amo.

a.a



chi non l'avesse capito, ecco teresa (così si chiama perché è vispa, cioè è vespa, è vespa e vispa):


giovedì 10 gennaio 2008

i geni dell'igiene

oggi sono tornato in ufficio.
qualche cosa di nuovo, qualche cosa di vecchio.
non mi ha sorpreso ritrovare la mia tazza.
ovviamente all'interno c'erano forme di vita.
intelligenti.
ho apprezzato.
anche perché mi hanno risolto molti dei bug che avevo lasciato prima di partire.

mercoledì 9 gennaio 2008

campagna popolare di sensibilizzazione delle coscienze civiche per l'educazione alla legalità e alla lotta alle ecomafie

alla camorra ci puzza il culo.

a.a.

a mana smerza*

io la tivì, di solito non la guardo.
epperò ieri ero in casa d'altri, e si stava guardando una cosa che dire che era bellissima è dire poco.
e dire che sono sarcastico è pure meno.
che per esempio, sparare sulla croce rossa è come dire che manuela arcuri come attrice fa cagare. non sta bene.
ma non voglio dire nemmeno questo, ché queste son cose che sanno dire tutti, si vede lontano i kilometri.
solo che io ieri sera ridevo a crepapelle, roba che nemmeno quando antonio disse "se c'era il dottor ross di i-ar, la salvava" (alla visione di quell'altro capolavoro che è outunn inn niù iork) ho riso così.
poi ho visto una cosa che a me, da ateo praticante, con passato di chiesoferventopraticante, mi ha fatto un po' accapponare la pelle, nonché molto sorridere.
una roba che
all'ingresso in chiesa,
all'uscita dalla chiesa,
e sulla tomba di uno che forse era il marito
ella, essa, colei, la prot-agonista
si è fatta il segno della croce.
tuttettrè le volte.

con la sinistra.


*in napoletano "farsi 'e croci a mana smerza" (letteralmente fare il segno della croce con la mano sinistra) è la massima espressione di stupore e incredulità, roba che non sta né in cielo né in terra

martedì 8 gennaio 2008

per dipingere una parete grande, ci vuole un pennello grande

è con summa gioia, maximo gaudio, gratia plena e tricchebballacche,
che dichiaro ufficialmente raddoppiato il numero di persone che scriveranno (su) siocchezze.

s'aggiunse infatti alla famigghia il dott. prof. lup. mann. gran. figl. di putt. anonimo-antonio,
il qual/la quale ci delizierà con cadenza casuale delle sue perle di saggYezza.

ho detto.

se emergo, perché mi rifiuti?

e ci abbiamo il problema della monnezza. e lo dicono tutti.
e c'è la crisi, e c'è l'esercito, e c'è chi protesta, chi dà fuoco a città, cose, animali, autobus, personaggi famosi, marche di automobili
ma:
amico, campano, cittadino:
o tu che protesti, o tu che lamenti, che emergi dall'emergenza, che rifiuti di rifiutare i rifiuti, dimmi, o rivoltante rivoltoso, tu che

non vuoi la discarica, ché puzza
non vuoi il termovalorizzatore, ché inquina
non pratichi la differenziazione, ché siam tutti uguali agli occhi di dio

amico, campano, concittadino, dimmi,

tu che l'altro giorno eri felice, che discutevi di politica estera, di inquinamento e di economia,
che dicevi a mia sorella che eri contento di stare a san prisco
perché loro il problema della monnezza l'avevano risolto
ché avevano preso i container e la monnezza ce l'avevano messa dentro,
ché a san prisco sì che avevano fatto qualcosa, mica come a santa maria capua vetere, che la monnezza non la prendono e sta in mezzo alla strada
che alla domanda «ma scusa, allora se non la vedi per te il problema non c'è?»
rispondevi candido e tronfio come un pesce palla
«sì»

tu, amico, campano, parentelontano, concittadino,

con la monnezza nascosta, vuoi che ti faccia il menu di capodanno?

lunedì 7 gennaio 2008

anno nuovo, dubbi vecchi

il rumore delle tapparelle; qualcuno apre le finestre. luce fioca, avvolge la stanza, giornata di pioggia.
trascina una sedia, perché non la alzi?
è silenzio, posso sentire il rumore della fontana del bagno.
cammina, passi pesanti: zoccoli?
«Lo vuoi il caffè?»
Lo sento dalla mia camera, non è una richiesta, è un urlo: la signorina del quinto piano, o dovrei dire una zitella ottuagenaria, è palesemente e irrimediabilmente sorda.

L'anno nuovo è cominciato, da una settimana. Sette giorni, sette ore.
Le sette del mattino, a casa dei miei, condominio, non lavoro ancora, ancora qualche giorno di ferie.
Mi giro nel letto, sette del mattino, me lo domando: perché la gente deve rompere i coglioni all'alba?

venerdì 4 gennaio 2008

penso che un sogno così non ritorni mai più

Ieri a Milano c'era una luce incredibile. Io e Lara aspettavamo l'autobus, perché con una luce così non si poteva certo andare in metro, la città andava vista, la luce goduta.
Ma a mio padre quella fermata non piaceva, perché da lì passava solo il 21, e lui voleva fare il giro con il 27, ché con il 27 si passa anche davanti al duomo e davanti a cadòrna, fermata cadòrna, che la voleva vedere, e allora ci accompagna con la gru alla piazza successiva. Lara passava sotto il braccio. Io glielo dicevo che portava sfiga, ma lei no, ci passava lo stesso. Però da quella piazza era vero, ci passavano un sacco di autobus e il 27, quel grande bestione nero, di vetro trasparente, sarebbe arrivato dopo poco. Solo che l'autista, come tutti gli autusti bastardi, era un autista bastardo, e chiudeva la porta di dietro che ancora non erano saliti tutti, e allora io ero dentro e Lara non era riuscita a salire, e allora mi mettevo a discutere con l'autista, e lui faceva salire tutte le altre persone, anche Lara, che però adesso c'era un grande ingorgo di persone, proprio di fianco alla cabina di guida, e noi si era lontani. Io chiedevo prima permesso, gentilmente, poi insistevo, ma i due zingari-zombi che stavano davanti a me bloccavano il passaggio senza motivo. C'erano un sacco di posti, insistevo, li spingevo un poco e passavo, facendo strada a tutte le persone che erano dietro di me, anche perché ero proprio lontano da Lara e volevo starle vicino. Però gli zingari-zombi, un uomo e una donna, con le facce bianche e i denti marci iniziavano a spingermi, a minacciarmi con le loro facce senza espressione, e la donna mi sputava sul ginocchio e mi diceva che mi lanciava la maledizione se non le davo i soldi. Allora mi mettevo all'inizio di una delle file di sedie, ché sugli autobus neri di vetro, a Milano, le sedie sono in file di quattro, con delle poltrone come quelle degli aerei, e prendevo le monete dal portafogli. La zingara zombi le afferrava e scendeva, piano, con la sua discesa da zingara-zombi, ma scendeva da sinistra, non da destra e a destra scendevano pure Lara e Eleonora, ché proprio non so da dove era arrivata, Eleonora. Io ero lontano, ché a Milano gli autobus neri di vetro son grandi, e anche se la chiamavo non mi sentiva, e loro due scendevano, ma giravano l'angolo della strada dove c'era l'altra fermata, a pochi metri. Io facevo fermare l'autobus, per farla risalire, ma lei era con un altro, ché proprio non avevo mai visto in vita mia, e quello stronzo mi guardava con il sorriso come a dire "sfigato" e Lara non si accorgeva di me che le urlavo il suo nome, e l'autobus nero di vetro, con me e l'autista bastardo, proseguiva da solo verso cadòrna, fermata cadòrna.

Mi sono svegliato, e ho capito che era un sogno, perché ieri a Milano non so se era veramente una bella giornata con una luce incredibile, ché non c'ero nemmeno, a Milano, e che a Milano il 27 è un tram, non un autobus nero di vetro con le file di 4 poltrone. Epperò io a questo sogno qua una interpretazione precisa gliel'ho saputa dare solo dopo che ci ho pensato a lungo, a questo sogno, e alla giornata di ieri, e l'ho capito, ho saputo interpretare sia il sogno che la giornata di ieri: dopo che uno ha pranzato alla pork haus in un'esplosione di wurstel e crauti e ha cenato con misto-affettati, lardo di colonnata, prosciutto e salsiccia di cinghiale e salumi/salami vari, dopo una giornata così, la pizza con olive, rughetta, crema di olive e mozzarella di bufala potrebbe avere lo stesso effetto del peyote.