venerdì 29 febbraio 2008

votantòvotantòvotantooonio.

Tesi:

«Impedire l´installazione degli impianti eolici - si legge nel documento - in tutto il territorio nazionale; sfruttare l´idroelettrico al massimo delle sue potenzialità; convertire il convertibile al carbone; dotarsi di nuovi elettrodotti e aumentare l´importazione di energia elettronucleare; bloccare ogni velleità sui rigassificatori; attuare un processo di capillare e corretta informazione sulla inevitabile necessità del nucleare e predisporsi all´uso di questa fonte». (cit)


Antitesi:
A person may be naturalised as a Belgian citizen after three years residence in Belgium.
* This period is reduced to two years for political refugees and stateless persons. (cit)


Sintesi:
Io un pensierino ce lo faccio...

giovedì 28 febbraio 2008

un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per l'umanità

nella vita di ogni persona c'è un evento che ne sancisce un cambiamento, un avanzamento di grado, un passaggio che nel contempo aunenta la propria soddisfazione personale ma anche le proprie responsabilità.
è così nello studio, nel lavoro, nei rapporti sociali. ci sono momenti in cui si capisce, o succede qualcosa, e ci si sente pronti (in dovere oserei dire) per fare un altro passo.

ed è successo così, per caso, mentre eravamo insieme al supermercato. si parlava del più e del meno, e ci siam detti: perché non lo facciamo? tante persone lo fanno, avviene nella vita di tutti. sì, è un cambiamento importante, da tanti punti di vista, ma posso dire che mi sento pronto.

è un po' come essere promosso, da dilettante a professionista:

quando una bottiglia di leffe costa sessanta centesimi, è impossibile resistere alla tentazione di comprarne 2 casse.

venerdì 22 febbraio 2008

sentimentalismi

ti guardo.
mi guardi.
sospiro.
sospiri.
via la giacca.
via la camicia.
via i pantaloni.
via le mutande.
via i calzini.

ti guardo.
mi guardi.
sospiro.

di stirare se ne parla domani.

giovedì 21 febbraio 2008

stavo guardando la tv,

anno zero, parlava della mia terra.
ora ho spento.
non ce la facevo.
non ce la facevo proprio.

a.a

mercoledì 20 febbraio 2008

l'uomo giusto, al posto giusto, al momento giusto

immagina un sabato, tu, il tuo cane, una bella giornata e il parco

immagina te stesso, i tuoi pensieri, e immagina la sorella della tua vicina di casa, una donna vecchia, grassa e brutta con un odioso cagnaccio di quelli piccoli e rumorosi.

adesso immagina: il tuo cane salta addosso a quella pulce del cane della signora, che comincia a urlare e strepita.
immaginala che cade nel laghetto, portandosi dietro il cane.

immagina di soccorrerla, di metterla sulla macchina tutta bagnata e urlante e di riportarla a casa, insieme al cane.

poi immagina di tornare al lago per fare una corsa, pensando a questo come uno dei sabati più divertenti della tua vita.

adesso scrivi tutto questo, in francese, utilizzando tutti i verbi che vogliono l'ausiliare essere anziché avere.

questo è quello che ha immaginato peppino, il mio compango di corso marocchino, e che mi ha fatto scrivere e leggere davanti a tutti.

ecco, io ora non è che voglio essere razzista, però stasera non mi ci siedo, di nuovo, vicino a peppino

sabato 16 febbraio 2008

si stava meglio quando si stava peggio

ieri non trovavo il telecomando del lettore dvd.
oggi neanche quello della tv.

giovedì 14 febbraio 2008

leggiadra fanciulla che leggi flaubert

capita di trovarsi in giro, in metro ad esempio, o passeggiando per le vie del centro, e capita, dicevo, di immaginare situazioni diverse dalla realtà che stiamo vivendo, come un sognare ad occhi aperti di ciò che potrebbe succedere. non sono proprio dei desideri, perché non sono cose che si desiderano: un desiderio ha tutta un'altra dignità. no, si tratta semplicemente di immaginazione, di fantasia, come quando ti dici "pensa se adesso questa signora scivolasse su quella buccia di banana", o "pensa se attraversassi col rosso", o ancora "penssa se adesso sorrido a questa ragazza e le faccio un complimento in italiano". questi pensieri qua, cose innocenti, pensieri che attraversano la mente di tutti, immagino, e - se non ricordo male - pensieri sui quali anche campanile aveva scritto un bellissimo racconto, sul salto nel vuoto, ma questa è un'altra faccenda.

capita di trovarsi in giro, dicevo, e capita che una situazione sulla quale si era fantasticato in passato diventi davvero reale. pensa se adesso la metro si fermasse di scatto, come spesso accade, e questa fanciulla mi cadesse tra le braccia. mi guarderebbe con ammirazione, la sorreggerei con eleganza e dignità, le sorriderei e le direi "non è niente".

ma questi non sono desideri, son fantasie: pensieri innocenti e soprattutto immagini che volano via come un soffio di vento, irrealizate e irrealizzabili, e che realizzandosi perderebbero quasi certamente la loro magia.

beh, quasi.

penso a te, leggiadra fanciulla che leggi flaubert. che mi siedi di fronte e ti sei alzata prima dell'arresto del veicolo. che mi hai guardato e mi hai sorriso, e non ti sei accorta che la metro non era proprio ferma ferma. che hai graziosamente ruotato il tuo corpo come per scendere, imprudentemente liberandoti da ogni sostegno. leggiadra fanciulla, hai visto? la metro si è bloccata di scatto come spesso succede, ed io ero lì, dietro di te, assolutamente impreparato.
impreparato a sostenere, tra fegato e milza, la graziosità del tuo peso. centotrenta chili, neanche l'avessi mangiata, madame bovary.

mercoledì 13 febbraio 2008

dell'amore e di altre patologie

disclaimer: questo post è relativamente inutile, poco interessante nonché politicamente scorretto. una roba che mi potevo tranquillamente risparmiare, perciò se avete qualcosa di meglio da fare, fatela.

io non sono maschilista.
o almeno, non nel senso che uno pensa, cioè, non è che credo che gli uomini siano superiori o che le donne siano inferiori, chessò, che gli uomini siano più intelligenti o che le donne lo siano meno.
no, no, niente di tutto questo, lungi da me.
epperò io credo che uomini e donne siano diversi, questo è un fatto.

cioè, se ci pensi, un uomo non è che da un momento all'altro si mette a piangere o gli piglia la voglia di licis o ti risponde acido che - al confronto - alien gli fa una pippa, solo perché gli ormoni.
invece no, nelle donne tutto questo è normale, accettato e universalmente riconosciuto come fatto naturale, roba che se un uomo avesse degli sbalzi d'umore di questa portata verrebbe (minimo minimo) ricoverato.

e niente, io ci pensavo, perché tutti ci sono passati, che un giorno si sentono il-re-del-mondo, e poi dicono qualcosa (ma una cosa qualsiasi, eh) e subito vengono ridotti a piccole cacchette umane con frasi del tipo tu-volevi-dire-quest-altra-cosa-qua, ché-io-lo-so-che-sei-un-insensibile, non-mi-hai-mai-capita, sei-un-egoista-maschilista-opinionista-e-pure-comunista.

io, in queste circostanze, non so veramente cosa fare, anche perché poi passano, d'improvviso, così come sono venute e come se nulla fosse mai accaduto realmente. e un cervello razionale come il mio (non è che uno studia ingegneria perché gli piace il caos, eh), dicevo, un cervello (semi) razionale come il mio, che se A + B = C e B + D = C allora pensa che A = D sempre, come lo metti lo metti; ecco un cervello (poco) razionale come il mio a queste cose qua proprio non ci riesce ad abituarsi, sì, a questi sbalzi.

e non mi venite a dire che è colpa mia, ecco, perché a me un essere vivente che contempla, tra le altre patologie, la gravidanza isterica, tanta fiducia proprio non me la dà.

martedì 12 febbraio 2008

disperato bisogno d'amore



magari, fatevi un giro qui.
potreste trovare qualche buona ragione anche voi.

(che non è che uno può scrivere sempre e solo cazzate sul blog.
ops, pardon: non "cazzate", "siocchezze".)

a.a.

lunedì 11 febbraio 2008

vi presento giò blek

febbraio, 2008
mi chiamo michele. ho quasi trent'anni. se fossi un fatto di cronaca, il telegiornale direbbe di me un uomo di trent'anni. io mi sento ancora un ragazzino.
faccio pensieri strani: penso a una famiglia, penso a comprare una casa, penso al lavoro, alla politica del mio paese.
mi chiamo michele. sono un ragazzo di quasi trent'anni.
ho una laurea, un lavoro, una ragazza, e in questo momento i miei pensieri sembrano quelli di una persona matura.
mi chiamo michele. ho quasi trent'anni.
sono indipendente, gestisco la mia vita, dalle piccole cose a quelle grandi.

febbraio, 1993
mi chiamo michele. ho quasi quindici anni.
sono un adolescente, non sono più un bambino, e frequento il liceo scientifico.
ho un sacco di amici, molti dei quali, ne sono sicuro, resteranno grandi amici per anni e anni.
mi chiamo michele, e ho quindici anni.
quando è bel tempo vado a scuola con giovanni, che mi viene a prendere col motorino, sennò mi accompagna mio padre.
sono un tipo simpatico, anche se un po' goffo. ho un sacco di idee, faccio un sacco di cose, e non ho la più pallida idea di quello che farò da grande.
mi piace leggere, il cinema e la musica. adoro la musica, non riesco a immaginare la mia vita senza.

febbraio, 2008
mi chiamo michele. ho quasi trent'anni.
sono un uomo, ma poco più di un ragazzo, e faccio il programmatore.
ho un sacco di amici, molti dei quali me li porto dal liceo e, ne sono sicuro, dopo quindici anni resteranno miei amici per sempre.
sono un tipo simpatico, anche se un po' goffo, ma maschero bene.
ho un sacco di idee, faccio un sacco di cose, e non ho la più pallida idea di quello che farò da grande.
mi piace leggere, mi piace il cinema, mi piace la birra e mi piace la musica. adoro la musica, non riesco a immaginare la mia vita senza.

febbraio, 1993
mi chiamo michele. ho quindici anni. oggi è lunedì, una bellissima giornata di sole. giovanni è venuto a prendermi col motorino.
nessuno dei due ha fatto i compiti, ieri.
mi chiamo michele, ed è una bellissima giornata: abbiamo bigiato, e abbiamo portato con noi pure antonio, che nemmeno aveva fatto i compiti, ieri, ma tanto anche se li avesse fatti sarebbe venuto con noi lo stesso.

febbraio, 2008
mi chiamo michele.
ho quasi trent'anni. oggi è una bellissima giornata di sole, sembra che la primavera sia scoppiata con prepotenza, prima del tempo.
è lunedì, e mi sento bene, sorrido.
mi chiamo michele.
ho quasi trent'anni.
e stasera, col mio collega, bigiamo il corso di francese, ché non abbiamo fatto i compiti.

venerdì 8 febbraio 2008

pronto miché?

miché: sì... per cosa?
a.a.: come "per cosa", michè, "quella" cosa.
miché: ahhhh, per "quella".. sì, sì, la so, ho studiato
a.a.: va bene, allora.
miché: ...
a.a.: allora?
miché: allora che? devo dirla?
a.a.: e vedi tu. miché ormai il tempo è poco dobbiamo essere preparati, ancora non ti ticordi tutti i "tasselli".
miché: ok, parto, fammi concentrare.
...
a.a.: eh, e vuo' partì?
miché: no, cioè sì, parto subito, stavo solo vedendo una cosa...
a.a.: jà, miché, non perdiamo tempo, voglio sentirlo tutto d'un fiato, a mitraglietta.
miché: allora... numero uno: berlusconi presidente del consiglio.
a.a.: bene, due
miché: cuffaro senatore della repubblica. tre: ricongiungimento parlamentar-familiare di lady e lord mastella
a.a.: ok, cambiamo genere.
miché: la monnezza sotto casa mia
a.a.: e?
miché: sotto casa tua.
miché: il papa che lamenta l'oscurantismo dei media verso la santa romana chiesa
a.a.: come?
miché: ah, sì: a reti unificate.
miché: la presentazione del nuovo libro di vespa, una lucida, obiettiva analisi delle contraddizioni della politica italiana
a.a.: presentato da?
miché: qualche politico ovviamente.
a.a.: ok
miché: david di donatello al nuovo film boldi e/o de sica (finanziato con i fondi europei per la cultura e il cinema).
a.a. : bravo
miché: uh... che altro? ah, sì. condonone omnibus per villette residenziali di assessori comunali sorte nelle arene degli anfiteatri romani.
a.a.: e i teatri greci?
miché: in culo ai greci! fini ha detto che se fiatano ci spezza le reni!
a.a.: poi
miché: berlusconi si dimette dalla presidenza del consiglio
a.a.: e?
miché: si candida a quella della repubblica.
a.a.: ancora uno, su...
miché: uh?
a.a.: dai
miché: ehhh... a me... a me sembra che così il quadro sia perfetto
a.a.: e diamine michè!!! è la sesta volta e sempre ne te ne scordi uno.
è proprio mancanza di concentrazione questa! se non la vuoi fare sta cosa non farla! non è che stiamo qui a prenderci per i fondelli!
miché: oddio, ma proprio non mi viene in mente...
a.a.: ehh, vabbè, jà!
miché: uhhh, ehm... una... una reunion delle lollipop?
a.a.: ma va va!
miché: i'm going down down on my knees i'm going down down down down stop to please...

e tu? pensi di conoscere l'ultimo tassello del quadro perfetto? aiuta il distratto miché a ricordarlo e postalo nei commenti. al vincitore: due pass per il backstage del concerto delle lollipop a san siro!

a.a.

giovedì 7 febbraio 2008

bianco rosso e verdone

shh!
o
ssh!

ma non troppo lungo, diciamo un secondo scarso, ma allungando bene la acca: shh. ora mettine uno dietro l'altro: shh. shh. ma senza punto, attaccati. shhssh. fai sentire bene la seconda esse.

ecco, l'altra sera eravamo a casa di mario che c'ha la fidanzata polacca. e io le dicevo che ho visto uno di quei film colorati, tanto tempo fa, di quel regista polacco che c'ha un nome tipo cristof crisloski. detta all'italiana, eh.

e lei mi ha corretto, ché non sta bene storpiare i nomi dei registi polacchi che non conosci, i nomi dei registi polacchi che fanno i film colorati, ha detto, ché il nome di cristof crisloski non si legge alla maniera italiana, crìstof, ma si legge alla maniera polacca:
si legge shhsshtof shhsshlovshky.
con l'accento sulla esse.

a pensarci bene, forse il francese non è poi così male.

mercoledì 6 febbraio 2008

ragione e sentimento: una storia vera

quello che segue è uno spaccato della realtà, una storia di vita vera, vissuta in prima persona da chi vi sta scrivendo. c'è paura, angoscia, altruismo. c'è indifferenza, tragedia, nelle parole che seguono, per cui - se siete persone impressionabili - abbandonate adesso, finché siete in tempo, perché, lo ripeto, quella che segue è una storia vera.

armando tornava a casa, dopo una lunga giornata in ufficio. pioveva, ma di quella pioggerellina fina fina che scassa solo la minchia, e c'era vento, quel venticello fetente che, oltre a scassare la minchia, ti impedisce anche di prendere l'ombrello.
dopo lungo attendere, armando prese l'autobus numero "W", ché certi autobus hanno i numeri strani, e osservava lo scorrere delle auto parcheggiate lungo la strada.

gaspare guidava la sua ford nel traffico di brussella.
assunta, la ragazza nigeriana con la quale usciva da un paio di settimane, continuava a scassargli la minchia con richieste assurde, continue, insistenti. e bisogna cambiare la macchina. e bisogna firmare il rogito. e bisogna valutare cosa fare delle azioni yahoo dopo l'opa di microsoft. roba così. tanto che gaspare, un ivoriano di un metro e ottanta per centottanta chili di peso, con la passione per la boxe e l'alito carnevalesco, aveva ormai organizzato un sistema di risposte automatiche che gli consentivano di soddisfare l'ego (mostruoso) della sua più-o-meno-ragazza e di vivere un'esistenza serena.

l'autobus numero "W" si dirigeva spedito, facendo le sue curve in derapata tra gli applausi dei passeggeri. armando decise di alzarsi e mettersi di fianco al guidatore, per meglio apprezzare lo stile di guida, o forse solo perché stando dietro le possibilità di vomitare prima di scendere aumentavano sensibilmente.
per la prima volta da quando aveva cambiato casa, armando stava osservando la ripida salita di monte fuscello.

«assù, e basta, mo. vedi che la macchina non va bene? questa da un momento all'altro ci lascia a piedi»
raramente gaspare alzava la voce, ma assunta si rese subito conto che qualcosa stava andando storto, e ne ebbe conferma nell'istante preciso in cui lo sentì imprecare in anglo-italo-paraguayano.
la vecchia ford decise di passare a miglior vita all'angolo tra via dei pacchi di frumento e viale del monte fuscello.

l'autista dell'autobus numero "W" cantava una canzone di nino d'angelo, quando fu costretto a premere con violenza sul freno, prima di girare verso via dei pacchi di frumento. non riusciva a finire la curva. una vecchia ford sgangherata bloccava la strada e dentro un tipo di colore discuteva con una tipa di colore, e a giudicare dalle facce, avevano tutti e due la minchia molto scassata.

armando guardava la scena sovrappensiero, pensava al minestrone, alle cozze e alle patatine fritte, e quasi non si accorgeva della donna che scendeva sbattendo la portiera, dell'uomo che le imprecava contro e di un'auto, in panne, che bloccava la strada ad un enorme autobus numero "W".
ma quando se ne accorse, pensò quasi di scendere per dare una mano, visto che un omone di colore cercava di spingere una vecchia ford, sotto la pioggia, tutto da solo.
tuttavia, la generosità belga non ha confini, e - prima ancora di completare questo pensiero formulato a metà - il giovine autista della panda verde pisello, aveva già preso in mano la situazione, e con abile mossa, si appoggiava al paraurti della vecchia ford, aiutando gaspare a spingere la sua bagnole giù per la ripida discesa di via di monte fuscello.
il giovane gaspare.
l'ignaro gaspare.
che non s'era accorto della buona azione.
che continuava a spingere tenendo ben saldo il volante.
che continuava a spingere tenendo ben saldo il volante attraverso il finestrino.
con la portiera chiusa.

il giovane gaspare.
che rincorreva la sua vecchia ford giù per via di monte fuscello, in un contrappunto di clacson e risa (dell'autista dell'autobus numero "W"), sulla cui faccia dovevano essere dipinti fatica, orrore e sgomento.

armando non seppe mai cosa accadde a gaspare, quel giorno, né seppe mai che fine fece assunta, se la loro storia continuò e se vendette le azioni di yahoo. tuttavia, oggi armando vive con la consapevolezza di avere compiuto una buona azione, quel giorno, rimanendo fermo sull'autobus e facendosi i cazzi suoi, non come quel pirla con la panda.

martedì 5 febbraio 2008

quando avete bussato, pensava fosse l'uomo delle caramelle

ci sono persone che fanno, altre che dicono, altre ancora che dicono di fare, altre che fanno finta di dire, e così via.
a volte si rientra in una categoria, altre volte in un'altra, a volte si sceglie, a volte capita: non è che uno c'ha sempre le idee chiare.

soprattotto se (e quando) poi si devono fare delle scelte, e questa qua è una delle cose che mi han sempre contraddistinto.
nel senso, io sono uno che perde un sacco di tempo, prima di scegliere.
e gira e guarda e pondera e rigira e riguarda e ripondera. poi pensa, poi ci ripensa. il tipico ossessivo-compulsivo.

metti ieri, per esempio.

io ci ho pensato a lungo, prima di fare un acquisto. niente di serio, però un acquisto grosso, importante.
e gira e guarda e pondera e rigira e riguarda e ripondera e pensa e ripensa e scegli.
e prendi, e paga, e pentiti.

non per l'acquisto in sé, chiaro, ma perché ho di nuovo contravvenuto una delle mie regole:
mai mai mai viaggiare in metropolitana con una scopa nello zaino.

diritto commerciale

oggi ho fatto molto
ma mi manca ancora troppo

lunedì 4 febbraio 2008

la retta, la via

come di consueto (maddeché) ecco i più belli chiavichi di ricerca che condussero l'ignaro cybernauta (eh, che parole) a questi lidi.
divise per categoria, per meglio apprezzare, e organizzate nello stile domanda-risposta, barbaramente copiato da questo tipo qua

scienza e tecnologia
la merda galleggia: mai sentito parlare di metodo scientifico (o galileiano)? no, eh?!
programma per manipolare foto tipo CSI: www.fotoscioppmifaunapippa.com

religione
credo la chiesa,
credo cattolico,
credo una santa,
credo cattolica apostolica,
ecc, ecc: insomma, a tutti quelli che hanno cercato la retta via sul mio blog: bwahahahahahaha!

natura
albero della senape: è simile all'albero dei wurstel, ma non lo dire in giro
devo tagliare le pigne: buona fortuna

manuali
manuale supercazzola: come se foss'antani. con scappellamento a sinistra, ma prematurata
manuale come dipingere una parete: con un pennello, o con un rullo, ma le dimensioni contano.
dipingere una parete senape: santoddio e che colore di merda!
calcolo combinatorio applicato al clacio: e perché?
foto di come si fanno figli: questo ogni mese viene da me e cerca le foto di come si fanno i figli.
"mutande" "bagaglio a mano": sì.

costume e società
carla bruni indiriss: avercelo...
roba triste triste: e che, la cerchi da me?
significato sognare zombie: basta con la cassoela a cena.
sono un disperato: ognuno ha il pubblico che si merita

spettacolo
concerto di capodanno: bello, eh?
il cammino dell'uomo è timorato: no. non è il cammino ad essere timorato, è l'uomo stesso ad esserlo. il cammino è minacciato dalle iniquità degli uomini, che a loro volta sono malvagi.
la vostra soddisfazione è il nostro:

cultura
cosa vuol dire la parola ecosistema: che wikipedia o de mauro ti fanno proprio schifo.
immagini di come mangiano i romani: credo con la bocca, ma non ci metterei la mano sul fuoco
immagini di quando mangiano i romani: ecco, questa già è un po' più difficile. forse quando hanno fame?
relazione di lessico familiare: e leggitelo, gnùrant!
consonante ib: eh?
tuvuto: no, si scrive tavuto, e significa "cash 'e muort". (bara)
vott in napoletano cosa vuol dire: butta, getta. carmè, vott 'a past carmela, butta la pasta. mi piace essere utile al prossimo.

venerdì 1 febbraio 2008

studere, studere: post silvium quid valere?

- quattro anni di giurisprudenza, libri, dispense e tasse universitarie: 40000€, con fatica e con sudore
- almeno due anni di pratica presso un avvocato che ti sfrutta: 20000€, con fatica e con sudore (ché l'avvocato col catso che ti paga le spese!)
- concorso in magistratura: dai 2 ai 4 anni tra preparazione e prove: altri 20000€, con fatica e con sudore

- il presidente del consiglio che depenalizza il falso in bilancio e te lo mette nel cvlo: non ha prezzo.

ci son reati che non si posson depenalizzare. per tutti gli altri c'è Silvio.