mercoledì 6 febbraio 2008

ragione e sentimento: una storia vera

quello che segue è uno spaccato della realtà, una storia di vita vera, vissuta in prima persona da chi vi sta scrivendo. c'è paura, angoscia, altruismo. c'è indifferenza, tragedia, nelle parole che seguono, per cui - se siete persone impressionabili - abbandonate adesso, finché siete in tempo, perché, lo ripeto, quella che segue è una storia vera.

armando tornava a casa, dopo una lunga giornata in ufficio. pioveva, ma di quella pioggerellina fina fina che scassa solo la minchia, e c'era vento, quel venticello fetente che, oltre a scassare la minchia, ti impedisce anche di prendere l'ombrello.
dopo lungo attendere, armando prese l'autobus numero "W", ché certi autobus hanno i numeri strani, e osservava lo scorrere delle auto parcheggiate lungo la strada.

gaspare guidava la sua ford nel traffico di brussella.
assunta, la ragazza nigeriana con la quale usciva da un paio di settimane, continuava a scassargli la minchia con richieste assurde, continue, insistenti. e bisogna cambiare la macchina. e bisogna firmare il rogito. e bisogna valutare cosa fare delle azioni yahoo dopo l'opa di microsoft. roba così. tanto che gaspare, un ivoriano di un metro e ottanta per centottanta chili di peso, con la passione per la boxe e l'alito carnevalesco, aveva ormai organizzato un sistema di risposte automatiche che gli consentivano di soddisfare l'ego (mostruoso) della sua più-o-meno-ragazza e di vivere un'esistenza serena.

l'autobus numero "W" si dirigeva spedito, facendo le sue curve in derapata tra gli applausi dei passeggeri. armando decise di alzarsi e mettersi di fianco al guidatore, per meglio apprezzare lo stile di guida, o forse solo perché stando dietro le possibilità di vomitare prima di scendere aumentavano sensibilmente.
per la prima volta da quando aveva cambiato casa, armando stava osservando la ripida salita di monte fuscello.

«assù, e basta, mo. vedi che la macchina non va bene? questa da un momento all'altro ci lascia a piedi»
raramente gaspare alzava la voce, ma assunta si rese subito conto che qualcosa stava andando storto, e ne ebbe conferma nell'istante preciso in cui lo sentì imprecare in anglo-italo-paraguayano.
la vecchia ford decise di passare a miglior vita all'angolo tra via dei pacchi di frumento e viale del monte fuscello.

l'autista dell'autobus numero "W" cantava una canzone di nino d'angelo, quando fu costretto a premere con violenza sul freno, prima di girare verso via dei pacchi di frumento. non riusciva a finire la curva. una vecchia ford sgangherata bloccava la strada e dentro un tipo di colore discuteva con una tipa di colore, e a giudicare dalle facce, avevano tutti e due la minchia molto scassata.

armando guardava la scena sovrappensiero, pensava al minestrone, alle cozze e alle patatine fritte, e quasi non si accorgeva della donna che scendeva sbattendo la portiera, dell'uomo che le imprecava contro e di un'auto, in panne, che bloccava la strada ad un enorme autobus numero "W".
ma quando se ne accorse, pensò quasi di scendere per dare una mano, visto che un omone di colore cercava di spingere una vecchia ford, sotto la pioggia, tutto da solo.
tuttavia, la generosità belga non ha confini, e - prima ancora di completare questo pensiero formulato a metà - il giovine autista della panda verde pisello, aveva già preso in mano la situazione, e con abile mossa, si appoggiava al paraurti della vecchia ford, aiutando gaspare a spingere la sua bagnole giù per la ripida discesa di via di monte fuscello.
il giovane gaspare.
l'ignaro gaspare.
che non s'era accorto della buona azione.
che continuava a spingere tenendo ben saldo il volante.
che continuava a spingere tenendo ben saldo il volante attraverso il finestrino.
con la portiera chiusa.

il giovane gaspare.
che rincorreva la sua vecchia ford giù per via di monte fuscello, in un contrappunto di clacson e risa (dell'autista dell'autobus numero "W"), sulla cui faccia dovevano essere dipinti fatica, orrore e sgomento.

armando non seppe mai cosa accadde a gaspare, quel giorno, né seppe mai che fine fece assunta, se la loro storia continuò e se vendette le azioni di yahoo. tuttavia, oggi armando vive con la consapevolezza di avere compiuto una buona azione, quel giorno, rimanendo fermo sull'autobus e facendosi i cazzi suoi, non come quel pirla con la panda.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sembra di capire che tu sei Assunta..

michele ha detto...

@oniduke: e tu sei uno str...aordinario osservatore :D

Posta un commento