si rende necessario chiarire che queste sono storie di vita vissuta, attimi rubati al duro lavoro d'uffico, cercando di non farsi scorgere dal capo mentre si è dediti alla nobile arte della blogo-scrittura.
eh si che qua il lavoro è duro, siamo in belgio mica in italia; ad ogni modo, dicevo, mi trovavo, con una trentina di colleghi, nella sala Faraday questo immenso salone riunioni, che forse eravamo trentacinque, anche di più, e oggi c'era uno nuovo ché io non capisco il fiammingo e questo qua era vicino a me, apposta per tradurmi, e ci aiutavamo a vicenda, lui mi traduceva e io l'aiutavo a seguire, ché ci avevo più esperienza di lui, in queste cose qua.
e poi ecco, siam stati interrotti, ma con garbo, da una signorina che con calma ha detto qualcosa al nostro direttore ma era in fiammingo e io non ho capito subito, e allora ecco che tutti si alzano e fanno per uscire e io ancora non capivo, ché non avevamo mica finito, e allora chiedo al mio vicino, che è italiano, gli ho chiesto se mi traduceva.
"ci han chiesto di andare in un'altra sala, ché qui di fianco c'è una riunione sindacale, e noi non si può più cantare, qua."
belgio io me medesimo vita d'ufficio
martedì 9 ottobre 2007
universi paralleli
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Pubblicato da michele alle 15:06
roba che parla di: belgio, io me medesimo, vita d'ufficio
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1 commento:
io, in Belgio, sempre pensato che sul lavoro, solo gente seria.
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