giovedì 30 aprile 2009

dai diari del capitano anonimo-antonio: l'E.F.T., pulizia e sopravvivenza in quindici movimenti (parte III)

scelsi l’avventura,
scelsi l’ignoto,
scelsi l’abisso.

6. asciugate tutto per bene ché i pesci, se non riconoscono l'acqua di casa loro, si turbano.

7. è il momento di reinserire il termostato (con cura, minchia con cura, che esplode) e il cesso di plastica nell’EFT facendo in modo che le ventose aderiscano alla parete di vetro.
Insistete, violate la memoria di qualche luogo santo , quindi riprovate ancora.

8. richiudete l'acquario adagiando il coperchio nella corretta posizione cercando di capire perché va sbilenco . dopo svariati tentativi, portate un cazzotto sulla parte più alta del coperchio.

9. risollevate il coperchio per versare nel cesso di plastica, detto filtro, la coltura di batteri: la fiala va rotta prima ad un'estremità, va girata verso le spugne, indi rotta nell'altra estremità avendo cura di tagliarvi un dito per inoculare, direttamente nelle vene, una serie di misteriosi (e si presume letali) batteri tropicali.

10. adagiate di nuovo il coperchio, imprecate più volte con intensità crescente fino a trovare la giusta posizione, risollevate il coperchio e adagiatelo da qualche parte (avete dimenticato infatti la tanica di 5lt di acqua osmotica nel portabagagli).

11. versate l’acqua nell’EFT aiutandovi con un imbuto per indirizzare il getto su una roccia (se non l'avete, compratela che costa 5 euro... sì, una pietra da 5 euro!).
quindi, con una mano, sollevate la tanica di 5lt, con l'altra mantenete l'imbuto, con il mento cercate di coordinare il tutto cadenzando il ritmo a forza di improperi.
dopo un po', cacatevi il cazzo e sbacate i restanti litri a come cazzo viene che quei figli di puttana non si meritano niente.

12. ricollocate il coperchio, urlando contro il creato, anche se questa volta è andato miracolosamente a posto al primo tentativo (ma voi ci avete troppo veleno in corpo). attaccate tutte le spine.

13. aprite l'apposita fessura per il cibo e sputate rabbiosamente nell'EFT.

14. fatevi una doccia che fate schifo.

15. accorgetevi a tarda notte che non avete le pasticche di co2 ed è probabile che vi muoiano di nuovo tutte le piante. provate con la cocacola zero.

segue lista di divinità e santi che non mi rivolgeranno la parola nell'aldilà: adele, adriano, agata, agnese, agostino...

mercoledì 29 aprile 2009

dai diari del capitano anonimo-antonio: l'E.F.T., pulizia e sopravvivenza in quindici movimenti (parte II)

scelsi l’avventura,
scelsi l’ignoto,
scelsi l’abisso.

dopo una faticosissima settimana di preparativi (incluso sciacquare, risciacquare e poi sciacquare ancora 15 kg di sabbia) e con una certa attenzione allo sviluppo dei batteri, l’ecosistema fluviale tropicale (volgarmente detto acquario) era pronto e funzionante.
sorvolo pietosamente sui successivi mesi di metti pianta, cambia acqua, muore pianta, cambia pianta, muore pesce, cambia pesce, cambia neon, muore pianta, scompare pesce (inghiottito dal nulla), aggiungi co2, troppo co2, più luce, meno luce, morte tutte piante, cambia tutte piante, fiala rossa, fiala gialla, gocce rosse, gocce biancheeechecazzo e giungo al punto cruciale della questione: la pulizia dell’ecosistema fluviale tropicale (da ora EFT, che mi rompo le palle a scrivere ecosistema fluviale tropicale, che è comunque sempre quel cazzo di acquario) e del filtro.
il filtro, per i profani, è un cesso di plastica che prende l'acqua smerdata dai pesci, e la filtra attraverso quelli che non saprei definire diversamente da cannolicchi; questa passa attraverso due spugne e viene ejettata da un tubo.
non ho parole per descrivere la complessità di tale operazione.
vanno tenute a mente le seguenti indicazioni che, per facilità di consultazione, vi elencherò progressivamente, nel caso volesse anche voi realizzare uno splendido EFT (ve lo consiglio spassionatamente!):

1. staccate le spine onde evitare di rimanere folgorati. attendete che si raffreddi il termostato, sollevatelo con la cautela necessaria a maneggiare una barretta di uranio isterico e adagiatelo su un panno arrotolato che, ovviamente, avete omesso di preparare.

2. sollevate cautamente il coperchio dell’EFT versandovi un litro di condensa sul piede.

3. indi procedete a staccare il cesso di plastica, altrimenti detto filtro, cercando di non lasciar trapelare alcuna fretta che possa generare irritazione nelle ventose; è risaputo che tali malvagie creature sono in grado di applicare una strenua resistenza a qualunque sforzo umano, salvo cedere all'improvviso, sotto il peso delle bestemmie, e venire via indirizzando le nocche delle mani precisamente sul naso e un bel sorso di acqua tropicale (mista a piscio, cacca e sborra, anche questi rigorosamente tropicali) direttamente nella bocca.
È consigliabile trattenere i conati onde evitare di alterare l'equilibrio dell'EFT.

4. adagiate il cesso di plastica (detto filtro) in una bacinella ovvero correte fino al cesso di casa (detto solo cesso) lasciando scorrere l'acqua lungo il corridoio.

5. procedete alla pulizia. mantenete alta la concentrazione sorvolando sulla sensazione di viscido della scatola, sulla melma che si insinua sotto le unghie e sull'odore, indimenticabile, che stupra le narici.
i cannolicchi , per quanto lerci e puzzolenti possano sembrare, non vanno lavati!


continua...

lunedì 27 aprile 2009

dai diari del capitano anonimo-antonio: l'E.F.T., pulizia e sopravvivenza in quindici movimenti (parte I)

Perché da sempre la gente prova attrazione (quasi un sottile piacere) nell’assistere al martirio dei propri simili: un tempo c’erano gli spettacoli gladiatori, poi la carità cristiana li sostituì con le torture e i roghi, infine intervenne cesare beccaria (che certi intellettuali non si fanno mai i cazzi loro).
da allora l’umanità è pervasa da un profondo senso di frustrazione (sublimato in parte da paperissima, real tv e studio aperto).
cosa resta oggi agli uomini, fosse solo per condividere un dolore già patito, se non un perfido, vergognosamente pavido, cattivo consiglio?
tutti, malignamente tronfi per la propria esperienza, consigliarono: «vai sul sicuro, è uno spettacolo che si rinnova ogni giorno, oltre che splendido oggetto di arredamento. richiederà pochi secondi al giorno e pochi minuti al mese».

scelsi l’avventura,
scelsi l’ignoto,
scelsi l’abisso.

comprai quel cazzo di ecosistema fluviale tropicale (volgarmente detto acquario).

continua…

mercoledì 22 aprile 2009

interpretazioni delle reinterpretazioni

in questi giorni c'è stato un gran parlare di una reintepretazione de "la cura" di battiato.
secondo un noto giornalista "l'artista catanese non si rivolge a una donna o a un altro essere umano, ma a colei a cui probabilmente già pensava Leonardo quando disegnò la Gioconda: la parte nascosta di se stesso. Perché solo chi riesce ad amarsi nel profondo, «superando le correnti gravitazionali», avrà poi la forza di scacciare l’egoismo e di amare veramente il suo prossimo."

ora, io non voglio acriticamente smontare questa pregevolissima e poetica interpretazione, che all'inizio ho anche trovato molto condivisibile, ma proporre una siocchezza che m'è saltata in testa questa mattina.
leggendo solo le parti in cui battiato si rivolge al destinatario in terza persona, quindi direi un pochino superficialmente, viene proprio da essere d'accordo: sì, sì, battiato si rivolge alla parte nascosta di sé, ha perfettamente senso! ti farò questo, ti darò quello, ti porterò qui, ti porterò la. ammazza che occhio di lince questo giornalista!

ma poi, ricantandomela sotto la doccia, mi son chiesto Perché inserire dei versi al plurale?

i profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi

dite la verità, l'interpretazione di prima inizia a traballare un po', eh?
un lieve stridore, niente di che, ma che a me medesimo di persona mi ha lasciato un poco perplesso.

d'accordo amare se stessi prima di poter amare il prossimo, d'accordo scacciare l'egoismo, d'accordo superare le correnti gravitazionali, ma stamattina, a me, 'sti versi qua mi son sembrati autoerotismo estremo.

martedì 21 aprile 2009

nolo, volo e malo

qualche giorno fa un amico mio parlava di romanzi che c'hanno dei poteri strani.
alcuni, ad esempio, hanno il potere di risvegliare il chimico che c'è in te, facendoti nascere la voglia di scoprire il punto di solidificazione del minestrone (a lui).
altri risvegliano il fisico che è in te, proponendoti nuovi intriganti risvolti nel legame tra la curvatura dell'universo, la dilatazione dello spazio-tempo e la correlazione quantica tra un paragrafo troppo lungo e due fermate della metro troppo poco distanti (a me).

però questo è l'aspetto colposo della faccenda: questi romanzi, questi libri qua non c'hanno l'intenzionalità, son quasi innocenti (loro)(non sono cattivi, è che li scrivono, così).
i veri pericoli sono i romanzi dolosi: quelli che cerchi la scusa.
quelli che in ascensore, per te che devi andare all'otto, ti fanno premere uno due tre quattro cinque sei e sette.

lunedì 20 aprile 2009

ancora a proposito di smartphone

qualcuno mi ha consigliato di acquistare quello che costa di più.
che - dopo brevissimia analisi - risulterebbe essere l'aiFon.
ma a me l'aiFon proprio non piace.
vuoi per la politica bacata della mela;
vuoi perché il rapporto qualità prezzo tende a zero*;
vuoi perché se non lo spirateggi non ci puoi fare manco copincolla;
ma soprattutto, non mi piace perché temo di fare la fine dei miei colleghi che ci han messo su l'applicazione lightsaber e fanno swish swush durante le pause caffè.

* nel secondo esempio qui riportato sostituire a 1 la qualità e a x il prezzo.

giovedì 16 aprile 2009

del perché delle cose

l'asus eee pc è figo, comodo, ma resta sempre un computer.
e a me un altro computer proprio non serve. quello di cui ho veramente bisogno, l'ho capito, è uno smartphone.
lo smartphone mi serve.
assolutamente.
lo smartphone mi serve perché è wi-fi, così ci posso configurare il voip, e quando torno a casa, la sera, posso telefonare a mammà senza spendere una lira.
lo smartphone mi serve perché ha il gps, e - è vero - anche se non ho la macchina, il gps può sempre tornare utile, metti che ti perdi tra viale dei giardini e parco della vittoria, mica ti puoi abbassare a chiedere ai passanti?
mi serve perché ha il touch screen. oddio, mi serve proprio no, ma già che ci siamo, il touch screen è una figata.
lo smartphone mi serve perché ha la fotocamera, ché mica posso andare sempre in giro con la reflex? hai idea di quanti momenti mi sono perso? solo perché non ce l'avevo con me? no, no, la fotocamera è indispensabile.
lo smartphone mi serve perché posso controllare la posta in qualunque momento.
e poi mi serve perché è un lettore multimediale. così quando sono in viaggio posso ascoltare la musica e guardare i film, senza infastidire il prossimo.

mi serve, mi serve assolutamente.

soprattutto, lo smartphone mi serve perché navigare col notebook, seduto sul cesso, è di una scomodità incredibile.

giovedì 9 aprile 2009

il post immaginario di hiroshi! il mio amico immaginario! a fumetti!

mercoledì 8 aprile 2009

l.m.a.d.u.g.l.d.i.t.el.s.v.d.s.e.e.t.,t.a.,s.,a.,v.,f.ec.a.s..i.t.p..f.q.. (terza e ultima parte)

la giornata iniziò male, e benché io non sia un tipo superstizioso credo che in giorni del genere la cosa migliore sia non telefonare al servizio clienti.

tuttavia, la mia ben nota caparbietà mi spinse a perseverare nella colpa, e dopo il primo drammatico tentativo, non mi persi, e richiamai di lì a poco.

- salve, vorrei parlare con una persona competente.
- mi dica.
- ho chiamato mezz'ora fa per un problema tecnico, ma il suo collega non è stato in grado di aiutarmi.
- lei è quello del blu ray?
- in persona.
- mi spieghi.
gli spiegai.
in francese.
ascoltò.
in francese.
mi fece le stesse domande del collega con le scimmiette nel cervello.
ma ascoltando le mie risposte.
alla fine mi disse quello che volevo sentirmi dire.
- mando il corriere a prendere il suo pc. le va bene mercoledì?
- mercoledì è perfetto.
- ci vorrà una settimana.
- benissimo.
- grazie.
- a lei.

dalla prima lettera di Toshiro Mitsune a Michele e Signora
fratelli,
nell'esortarvi, per la misericordia di dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a dio, vengo a voi con questa mia addirvi (una parola).
la mortificazione spirituale e corporale da me stesso medesimo autoinflittami per avere osato vendere a voi comuni mortali un prodotto difettoso, sia per voi consolazione di tutte le pene che siete stati costretti a sopportare.
nondimeno, anche ai responsabili di codesto esecrabile misfatto, ovvero i 1023 dipendenti del reparto dischi e dischetti, hanno ricevuto la giusta punizione, la meritata amputazione del mignolo della mano sinistra.
se questo ancora non dovesse bastare a placare la vostra collera e a non farvi passare alla concorrenza, ecco in omaggio una fantasticissima pezzuolina in microfibra, che potrete utilizzare senza aggiunta di prodotti chimici per pulire lo schermo del vostro portatile, ché quando ce lo avete mandato ci aveva lo schermo sozzo sozzo.

parola di Toshiro Mitsune,
megadirettore galattico della ditta che mette il logo sui vostri portatili.
concludo questa mia testimonianza con alcune osservazioni e una morale.
osservazioni:
1. guardare un blu ray su un 32 pollici hd ready ha dell'incredibile. io non pensavo che fosse così esagerata la differenza, invece è proprio - come dire - esagerata.
2. è vero, il monitor del mio pc faceva schifo, e me l'hanno mandato incredibilmente pulito. per fortuna è tornato agli antichi fasti in meno di 22 ore.
c. il servizio clienti telefonico di questa società fa schifo al 50%. almeno, stando alla mia esperienza personale.

morale:
i cucuzzielli alla scapece sono un contorno perfetto per la carne alla piastra. per la ricetta domandare a mamma.

martedì 7 aprile 2009

le meravigliose avventure di un giuovine lavoratore dell'informescion tecnòlogi e le straordinarie vicissitudini del suo elaboratore elettronico trasportabile, tra apparizioni, sparizioni, amore, viaggi, fantascienza e cucuzzielli alla scapece. in tre puntate. forse quattro. (seconda parte)

- chiamatemi ismaele. in cosa posso esservi utile?
- salve. avrei un problema col pc. lei parla inglese?
- oui.

il mattino ha l'oro in bocca.
no, chi ben comincia è a metà dell'opra.
no, aspetta: aiutati che il ciel t'aiuta.
no, no, neanche... ecco, ora ricordo: il buon giorno si vede dal mattino.

- avrei un problema col pc: il lettore blu ray non funziona. se inserisco un cd o un dvd vengono letti correttamente. anche il masterizzatore cd-dvd funziona. è proprio la lente blu ray che non va. mi può aiutare?
- potrebbe essere un problema software.
- beh, sì, ci avevo pensato, ma proprio ieri ho aggiornato il firmware, e non è cambiato nulla.
- quali software ha installato?
- mmm, nessuno, perché?
- perché potrebbe essere un problema software.
- guardi, sono ragionevolmente sicuro di poter escludere la natura software. ho provato il disco sia con linux che con windows, e le posso dire che è proprio un poblema del drive

la vista si annebbia. i miei ricordi diventano frammentati e un senso di stordimento generale invade la mia persona quando dall'altro capo del telefono la parola drive, nell'improbabile anglo-francese di ismaele, muta d'accento e di pensier, e si trasforma in un driver.

- drive. ho detto drive. le lecteur
- ah, ho capito. ma lei con quale programma ha letto il disco?
- vede, signor ismaele, come le accennavo prima, io uso linux. ho solo una piccola partizione col sistema operativo originale e tutti i suoi programmi preinstallati. la uso in casi di emergenza, come questo, per controllare che non ci siano problemi hardware. come, appunto, in questo caso.
- sì, ma con quale programma ha letto il disco?
ho una strana sensazione di déjà vu.
- tutti. tutti quelli forniti col pc e tutti quelli di linux.
- è sicuro che non si tratti di un problema software? cosa succede se cerca di aprire il disco tramite risorse del computer?
- nulla, non succede nulla. il disco non viene neanche riconosciuto.
- è tutto chiaro. vada sulle riscorse hardware e veda se c'è un punto interrogativo giallo sul lettore dvd.

l'occhio sinistro trema e la gamba si agita. il braccio sinistro ha perso sensibilità e sulla faccia ho un'ombra di paresi.

- signor ismaele, non so come dirglielo. il lettore funziona. è la lente del blu ray che è andata, morta, kaput. décédée. capish?
- ho capito. mi dica, lei ha preparato i dischi di ripristino?
- prego?
- lei ha preparato i dischi di ripristino del sistema operativo maicrosoft-uindovs-vista-mega-uonderful-ediscion-tm?
- ma le già detto che uso linux.
- sì, ho capito. ma lei ha fatto i dischi di ripristino del sistema operativo?

chiudo gli occhi, conto fino a dieci. cerco un pensiero felice, un pensiero felice: ismaele decapitato.
sorrido.
sono calmo, posso continuare e lo farò: mento spudoratamente.

- sì, li ho fatti.
- bene, adesso prenda una penna usb o un hard disk esterno, ci copi dentro tutti i suoi dati personali e poi ripristini il sistema operativo con i dischi che ha precedentemente preparato.

ho la vaga impressione che ismaele sia un tipo distratto.
gli chiedo il senso di tutto ciò. il senso della vita, del mondo e tutto il resto. e per un attimo mi sembra quasi di sentire la sua voce dall'altro capo che dice 42, ma è solo una pia illusione, una scarica elettrostatica.
tutto quello che la cornetta mi vomita nel cervello è il suo mantra occidentale: prenda una penna usb o un hard disk esterno, copi tutti i suoi dati personali e poi ripristini il sistema operativo con i dischi che ha precedentemente preparato.
ho perso le speranze. prima di gettare la spugna mi contorco sulla sedia e in con un ultimo rantolo cerco di instillare il germe del ragionamento nel buon ismaele

- signor ismaele, il software, il sistema operativo, i miei dati personali, non c'entrano. il blu ray è rotto. va sostituito.

tutto quello che volevo era sentire Non ci sono problemi, penso io a questa puttanata. Torna là dentro, rassicura i ragazzi e aspetta la cavalleria, che dovrebbe arrivare per direttissima
tutto quello che ricevo è un elettroencefalogramma piatto:
- prenda una penna usb o un hard disk esterno, copi tutti i suoi dati personali e poi ripristini il sistema operativo con i dischi che ha precedentemente preparato. è un'operazione che deve fare, altrimenti se ci manda il pc in assistenza e dovesse essere un problema software poi dovrebbe pagare le spese. comunque non si preoccupi, ora le mando un'email con le istruzioni dettagliate.

le minacce travestite da gentilezza mi mancavano. e aggiunge:
- la richiamo tra due giorni per sapere com'è andata. arrivederci.

ho perso.
venti minuti al telefono a parlare con una lampadina.
una lampadina solerte: dopo qualche minuto ricevo un messaggio email con un documento word, nel misto anglo-francese ismaeliano e di cui riporto integralmente il testo:


Cher Monsieur Arciprete,
As discussed previously, here are the steps to proceed to the recovery :
- Save your data on external devices as HDD (Hard Disk Drive) or USB or CD/DVD
- Restart your computer with the Recovery DVDs you created
- A blue screen background will appears
- Select Full Recovery
- Start and Skip and Next
- Follow up the instructions who appears on the screen
The recovery will live for around 1-2 hours time

Si vous avez d’autres questions, n’hésitez pas à contacter notre centre d’assistance XXX en composant un des numéros suivants:
Pendant la première année après l’achat de votre produit, veuillez appeler le 00 11 22 33 44.
Si votre produit a plus d’un an, veuillez appeler le 00 11 22 33 44 (€0.34/min).
Veuillez agréer, Monsieur, l’expression de nos sentiments distingués.

quello che mi commuove è il passaggio start and skip and next. racchiude in sé tutta la sintesi del ragionamento ismaeliano.

continua...

lunedì 6 aprile 2009

senza parole

non è che mi sia dimenticato di continuare le mie siocchezze precedenti, ma oggi non mi sembrava il caso.

venerdì 3 aprile 2009

le meravigliose avventure di un giuovine lavoratore dell'informescion tecnòlogi e le straordinarie vicissitudini del suo elaboratore elettronico trasportabile, tra apparizioni, sparizioni, amore, viaggi, fantascienza e cucuzzielli alla scapece. in tre puntate. forse quattro.

tutte le commesse felici si somigliano; ogni commessa infelice è invece disgraziata a modo suo.
al primo colpo non può che capitarmi quella disgraziata.
la guardo.
mi guarda.
mi dice.
le dico.
certo che può aiutarmi.
- ieri ho acquistato da voi questo disco blu ray. sa com'è, ho il computer nuovo e lo volevo provare ma..
- ah! ma i blu ray non vanno bene nei computer! grazie e arrivederci.
- ehm, signorina, lo so che non vanno bene nei computer normali, ma il mio pc ce l'ha, il lettore blu ray (e non le dico che ha il masterizzatore solo perché non so come si dica in francese).
- lei ha un lettore blu ray o ha un pc?
una perla di sudore decora la mia fronte. prevedo una lunga giornata.
- come dire? il mio pc possiede un lettore blu ray. è chiaro adesso?
mi guarda perplessa, o forse è solo la fissità dello sguardo tipica dell'ottuso.
- e dunque qual è il problema?
- appunto. vede, ho inserito il disco nel pc e non ha funzionato, quindi volevo chiederle se..
- ah! ma i blu ray non vanno bene nei computer! gliel'avevo detto.
il corpo vacilla.
davanti a me colline e verdi praterie s'aprono su paesaggi paradisiaci. ruscelli, boschi e animali colorano la mia visione. ma nel cervello della commessa il deserto dei tartari.
- signorina, lo so che i blu ray non vanno bene nei computer, perché la maggior parte dei pc ha un "semplice" lettore dvd, ma - come le dicevo - il mio pc li legge, è bluray, ed è per questo che sono venuto qui.
- e cosa vuole?
il mio viso si distende. forse riesco a farle la domanda per cui ero venuto. tutto sommato ho fatto bene ad avere pazienza. i malintesi di prima devono essere colpa delle incomprensioni della lingua. sì, è certamente così.
- vorrei sapere se è il disco ad essere rotto o il mio computer, quindi vorrei provare questo disco da voi.
- ma io non lo posso provare il suo disco, il mio pc non ha il blu ray.
faccio presente alla commessa hanno un reparto audiovideo con tv e lettori blu ray collegati e funzionanti (una roba tipo due fantastilioni di euri in tecnologia). le chiedo se potrebbe gentilmente provare il mio disco di là.
- ma io non lo posso provare il suo disco, il mio pc non ha il blu ray.
la mente vacilla.
sento gli uccellini che fringuellano, le farfalline che farfallano davanti agli occhi, lo gnometto verde che siede sulla mia spalla sinistra mi sussurra parole dolci e mi accarezza la nuca. ma d'improvviso, mi afferra per i capelli. la sua faccia si contorce in una maschera di furia e dolore e mi grida invasato Uccidi! Uccidi!
la sua saliva mi sporca la giacca.
abbandono il terreno di scontro, non posso competere con la mia nuova amica del servizio clienti. ha vinto lei, almeno il primo round.
ma io non demordo, devo sapere! e mi dirigo verso la luce.
chiedo direttamente al commesso del reparto audiovideo, un uomo sulla cinquantina con gli occhiali modello filini.
gli spiego il problema: il mio pc non legge i blu ray, e questo è l'unico disco che ho. sarà colpa del disco o del pc?
e lui mi dice che l'unica cosa da fare è provare entrambi.
un fremito di gioia mi pervade.
test numero 1: infila il disco in un lettore. il film parte. disco buono, buono disco.
test numero 2: infila un altro disco nel mio pc. nessun segno di vita. lettore no buono, lettore rotto.

alternanza di sentimenti nel mio cuore martoriato: sono commosso dal commesso, ogni tanto qualcuno usa il cervello; sono contento che il disco non sia danneggiato, non avrei retto di nuovo il servizio clienti per farmelo cambiare; sono triste perché il pc nuovo il lettore-masterizzatore blu ray non funziona.

il commesso termina la sua straordinaria opera di conforto e carità dicendomi che di sotto c'è il centro assistenza. vada lì.
purtroppo, il primo step dell'assistenza clienti del pc è solo telefonico.

continua...

giovedì 2 aprile 2009

del peggio e dell'altro peggio

sei in metro.
fortuna vuole ch'essa faccia tardi, che si fermi ad ogni fermata e resti sospesa in un tempo di attesa che va dai due ai sette minuti, così, en passant, solo perché hai fatto tardi, ed è giusto che tu faccia ancora più tardi.
il lato positivo è che hai un bel libro da leggere.
il lato negativo è la domanda.
cosa c'è di peggio di un tizio che spara ad alto volume canzoni neomelodiche da un fetentissimo telefono cellulare?
semplice: due tizi che sparano ad alto volume canzoni neomelodiche da un fetentissimo telefono cellulare.
e cantano.
tutti e due.
fetentissime canzoni neomelodiche.

ma si sa, sono un'inguaribile ottimista: per fortuna le fetentissime canzoni neomelodiche erano indiane.