giovedì 13 marzo 2008

processi alle intenzioni

ore 12.30, sala mensa.
mi accingo con fare solito alla cassa per pagare (profumatamente, visto che qua i consulenti esterni il pranzo lo pagano di più) quand'ella, un simpatico donnino dalle marmoree fattezze, mi chiede:
- scrhanz uft arz jargh badge alz iu blift.
- eh?... pardon?
- votre badge, silvuplè.
- ah, j'ai dit, je suis extern. (ché se non lo dici prima, che sei esterno, allora s'incazzano e pensano che gli vuoi fottere i 25 centesimi che dovresti pagare di più in quanto lurido sporco terrone emigrante che viene da noi e ci ruba il lavoro)
- me lo mostra, per favore (traduco direttamente, per fare prima)
- eh? uh, sì, ce l'ho qua, nel portafogli... oh, qua deve stare, sennò stamattina mica entravo... (questa gliel'ho detta in italiano) oh, eccolo.
- dankuwell.

stesso identico giochetto col collega che mi seguiva, italiano pure lui. pure lui col badge nel portafogli, pure lui guardato con occhio assassino da parte della cassiera paladina della giustizia.

ore 14.30, cazzeggio quotidiano.
leggo sulla stampa che i belgi fiamminghi stanno incazzati a morte coi francofoni (e viceversa) perché non riescono a mettersi d'accordo su una questione di case popolari, terreni e robe così.

ecco perché la tipa alla cassa stava così acida.
e pensare che, mentre eravamo in ascensore, io e il collega stavamo dicendo che ci saremmo iscritti a un corso di fiammingo.

2 commenti:

anonimo-antonio ha detto...

hai sbalgiato, come al solito.
dovevi essere più deciso, più orgoglioso: ci dovevi bestemmiare i morti.
forse non capiva ma intuiva.

philippewinter ha detto...

mmm... a-a sembri un consulente prezioso, cazzo! ma dov'eri nascosto finora?
dài, continua ad istigare, vediamo come finisce il tuo amico, va.
(ma mi fate troppo ridere. grazie.)
baci, baci.

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