martedì 22 aprile 2008

quam minimum credula postero

uno arriva a una certa età, e certe domande se le pone.
la mattina ti svegli, doccia, barba, colazione, lavoro, pranzo, lavoro, cena, dormire.
con vari intermezzi a diverse frequenze: palestra, piscina, birra, amici, cinema, viaggetto, vacanza, amore, famiglia.
e sempre il solito divenire, l'eterno fluire che porta... già, è questo il punto: dove porta?

ma alla fine, diciamocela tutta, cosa importa dove porta?
non aggiunge né toglie nulla a quello che è l'amore per la vita, così piena di sorprese, così diversa, di giorno in giorno, anche se sembra sempre uguale.
ogni piccolo gesto è quello che rende una giornata diversa dall'altra, ogni singola scelta modifica questo infinito divenire, con le sue interazioni con gli altri, con la ricchezza delle sensazioni e dei sentimenti. e tutto ciò mi rende unico, unico come ogni stante che sto vivendo.

no. la vera domanda non è cosa sia la vita, quale ne sia il senso. che importa?
la vita va vissuta così com'è, spinta al massimo e senza sprecare neanche un singolo istante.

no. la vera domanda non è cosa sia la vita, né quale sia il senso. e neanche come vada vissuta, la vita.
la vera domanda è per quale motivo ho deciso, autonomamente, di spendere tre giorni della mia vita, della mia preziosa (in quanto breve) vita, della mia unica vita, tre giorni, ho sprecato, bruciato, volatilizzato, tre giorni che nessuno mi renderà mai più, tre giorni, ho deciso, ho usato, ho speso per compilare quel cazzo di kernel di linux.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...
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