venerdì 29 gennaio 2010

23 favole con ricevuta di ritorno

l'oroscopo del 2010 dice che questo sarà l'anno del muflone assortito (il mio) e io ci credo assai, azzo se ci credo.
sarà un anno ricco di soddisfazioni e sorprese, di novità, di scoperte, di impegni e di gratificazioni. purtroppo sarà pure povero, di tempo e di denaro, di conseguenza questo blog soffrirà insieme al tenutario.
per questo vado subito al dunque, e vi faccio subito dono di queste 23 splendide favole, concepite la notte scorsa, e che si rifiutano categoricamente di seguire la serie di fibonacci.

1. Il mistero del cavallo a scoppio.
7. Il cappellano matto.
11. La principessa dalla barba di cristallo.
16. Il bruco Oreste e il diuretico della regina
23. La vendetta del reflusso gastroesofageo.

Probabilmente qualcuno un po' più attento avrà notato che delle favole ci sono solo i titoli: usate la fantasia, mica posso fare tutto io?!
Volendo si può fare un po' come col buon guidocatalano, che io v'offro il titolo e voi ci mettete la storia. Altrimenti (per i più pigri) si può trasformare questo post in una compartecipazione post moderna dove il pubblico da casa sceglie il titolo e io ci metto la storia.

Ed ecco svelato il mistero della ricevuta di ritorno.

(Aut.min.conc. scad.31.1.1.0 non è necessaria prescrizione medica. forse per me.)

martedì 12 gennaio 2010

magre consolazioni

personalmente, credo che lo facciano per farti sentire a casa. non so se giuridicamente il consolato italiano sia effettivamente territorio italiano, ma di sicuro l'aria che si respira è quella del belpaese:
si inizia con la porta d'ingresso: "attenzione, porta a scatto, pericolosa per i bambini". vabè, quanti bambini vuoi che vadano al consolato? chissenefrega dei bambini.
poi c'è il cancello automatico: senza fotocellule, senza sensori di pressione, senza le più elementari norme di sicurezza, ma ancora con 'sta sicurezza? chi vuoi che si possa far male con un cancello automatico di due tonnellate di ferro? e piantiamola una buona volta con queste inutili polemiche, siamo tutti adulti, sappiamo badare a noi stessi!
ma torniamo a noi.
le informazioni e il servizio sono puntuali, come da italica tradizione: "si presenti il giorno tot alle ore tic. non dimentichi il lasciapassare b-28."
il giorno tot alle ore tic meno un tac mi sono presentato, bello come il sole, col mio lasciapassare b-28 ben compilato.
- ha portato le foto tessera?
- perché? quali foto tessera? nessuno mi ha parlato di foto tessera...
- oh, non si preoccupi, all'interno troverà la macchinetta, potrà farle lì. si accomodi pure nell'ufficio in fondo. attraversi il giardino innevato e aspetti qualche minuto al freddo e al gelo, mentre la aprono.

nell'ufficio in fondo l'impiegata è rassicurante e dolce nel dirmi
- Guardi, la macchinetta per le foto non funziona.
- Ma è accesa! Ci sono le istruzioni in quattro lingue, mi dice cosa fare e cosa non fare, e anche di lavarmi i denti dopo ogni pasto! Come sarebbe "non funziona"?
- Vede, la ditta che la fornisce è esterna e noi non siamo responsabili. Talvolta funziona, talvolta no. Io l'ho avvisata. Se poi le frega i quattro euri non si venga a lamentare da noi.
- Va bene, e allora io come faccio?
- Qui fuori c'è un fotografo, vada lì che è più sicuro. Altrimenti potrebbe rimetterci quattro euri e poi...
- non si venga a lamentare da noi, ho capito.
Venti minuti e sette euri e cinquanta dopo, torno con la mia bella fototessera.
Ticchete tacchete ticchete tacchete, attendo con pazienza che i miei dati personali finiscano in un nuovo database.
- Dovrebbe farmi la cortesia di controllare che i suoi dati siano corretti.
- Ehm, signora, guardi che sul foglio alla voce "Nome e Cognome" c'è scritto NULL NULL.
- Sì, è normale, è la macchina che ha questo errore, non si preoccupi. Il resto dei dati son corretti?
Alzo gli occhi al cielo, giusto il tempo di leggere che i pagamenti per i passaporti si fanno solo in contanti, domandarsì perché, e rispondere alla gentile impiegata, Sì, signora, sono corretti. A parte il fatto che poi posson essere attribuiti a chiunque, ma immagino siano quisquilie. Ah, vabbè, se però lei ce lo scrive a penna sul foglio allora è tutto a posto.
- Bene. Si accomodi alla cassa. No, non c'è nulla da pagare, ma il suo documento sarà pronto lì.
Vero, non c'era nulla da pagare, ma se avessi dovuto e - come faccio anche per importi ridicolmente bassi - l'avessi fatto col bankotact, avrei avuto una maggiorazione di 13 pezzentissimi, pidocchiosissimi centesimi di euro. 13 cent. di cresta, di camorra, di pizzo, di tassa regionale per il servizio, di italico contributo alla causa. 13 cent.
roba che nemmeno il night shop sotto casa quando compri 6 sigarette sfuse alle 4 del mattino.
io non controllo su wikipedia, perché ci ho le prove: il consolato è territorio italiano.