nella mia immaginazione sento una voce che mi chiama.
la immagino chiara, forte, italiana, chiamare esattamente il mio nome.
nome e cognome, io, proprio io me medesimo.
immagino una voce di donna, di solito è una voce di donna, la immagino chiamarmi.
la prima volta dolce e suadente, poi la immagino decisa, infine autoritaria.
poi immagino delle persone, attorno alla voce, persone impazienti, persone stizzite.
immagino che alla terza, forse, quarta chiamata, la voce suadente e decisa abbia rinunciato, e immagino che abbia detto E sia.
lo immagino soltanto, perché la voce non l'ho sentita, ero fuori, fuori dall'aeroporto.
convinto che il volo fosse un'ora dopo.
lunedì 18 maggio 2009
lost
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3 commenti:
Probabilmente non eri supposed to be su quell'aereo :)
@raibaz: può darsi, o, più probabilmente, my brain was not supposed to be in my head. vallo a sapere :)
ma va là che ti ho pensato già da un po' sull'argomento:
http://laudicignolo.blogspot.com/2009/05/ode-michele.html
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