Adoro Libero.
Mi piace sfogliarlo ma senza spaginarlo.
Mi piace guardarlo perfettamente ripiegato sul comodino,
come se fosse nuovo, ancora vergine.
Mi piace la compattezza delle pagine,
quando lo premo sul viso per sentire l'odore d'inchiostro.
Correrei in edicola ogni mattina, di buon'ora,
per essere il primo e scegliere la copia.
La mia deve essere senza sbavature, senza angoli tagliati male o linguette dentellate,
lucida, luminosa, perfetta.
Perfetta come il mio giornale.
No, non starei qui ad aspettare la copia sgualcita del marito di Assuntina, quando ormai è tarda sera.
Oh, giuro su Dio, non esiterei, non esiterei un solo minuto
se non fossi legato ad un cazzo di letto
in questo fottuto penitenziario che chiamano clinica.
venerdì 15 maggio 2009
il sentimento del sublime
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Pubblicato da anonimo-antonio alle 00:05
roba che parla di: il lato oscuro della senape
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